Reggio. Mohamed, maestro di Parmigiano vince in tribunale. No al licenziamento

Daniele Donnarumma

Sono stati tre anni d’inferno per Mohamed, passato dalle caldere in rame del caseificio dove produceva il Re dei formaggi all’aula di Tribunale di Reggio Emilia, affrontando nel mezzo il dolore di una spalla che ha ceduto sotto il peso delle forme di Parmigiano e il dramma del licenziamento.

“Eppure, dopo una lunga battaglia sindacale e legale, Mohamed ha vinto e con lui ha vinto la cultura del lavoro e dei diritti – spiega Rosamaria Papaleo, leader di Cisl Emilia Centrale –. Il giudice ha ordinato il reintegro di questa persona, una delle tante storie di immigrati che nel silenzio tengono in piedi i settori più duri e più importanti della nostra economia: agroalimentare, edilizia, metalmeccanica. Grazie a Mohamed per non aver gettato la spugna, grazie al team Fai Cisl Emilia Centrale, al Patronato Inas di Reggio e all’avvocato Francesco Arlotti per tutto il loro supporto instancabile”.

Soddisfatto Daniele Donnarumma, segretario generale della Fai modenese e reggiana. “E’ la miglior risposta a chi dice che il sindacato non serve a niente. Insieme abbiamo riportato la speranza nella casa di un lavoratore che si è trovato sbattuto sulla strada a 64 anni, ad un cm dalla pensione, dopo una vita passata a servire l’agroalimentare reggiano. Oggi con Mohamed si riaffermano i diritti dei tanti immigrati che fanno funzionare questo settore, dalle stalle alle fabbriche. Sono uomini e donne cui dovremmo dire grazie, non trattarli come figli di un dio minore”.

LE TAPPE DELLA VICENDA
Mohamed viene assunto da una latteria di Reggio Emilia nel gennaio 2020, grazie alla sua grande esperienza come aiuto casaro e ‘maestro’ di Parmigiano-Reggiano. Nel novembre dello stesso anno è vittima di un grave incidente d’auto, mentre torna dal lavoro, che gli costa tre mesi a casa per curarsi. Il rapporto con l’azienda si fa complicato: per Inail non si tratta di infortunio in itinere (perché avvenuto ben oltre la fine dell’orario di lavoro) e Mohamed non ha testimoni in grado di certificare che si fosse attardato a lavare le sale del caseificio.
Nel frattempo, forse per quella strana cosa chiamata destino, cede definitivamente la spalla destra di Mohamed, già oggetto di riconoscimento di una malattia professionale. Servono i chirurghi per riparare quel pezzo di corpo senza il quale Mohamed, ad un passo dalla pensione, sarebbe un uomo finito lavorativamente ed economicamente.
Mohamed deve aspettare i tempi delle liste d’attesa ospedaliere, non può lavorare, resta a casa da febbraio a giugno del 2022, superando il periodo massimo di giorni di malattia dopo il quale scatta il licenziamento. Che arriva, puntualissimo, proprio a giugno.

LA BATTAGLIA LEGALE
E’ a questo punto che inizia la battaglia legale: si muove il sindacato Fai Cisl Emilia Centrale, mette in campo l’avvocato reggiano Arlotti che impugna il licenziamento. L’azienda sostiene che quella maledetta spalla si fosse guastata in decenni di lavoro. Arlotti riesce, invece, a dimostrare che Mohamed ogni giorno manovrava le forme di Parmigiano, andando ben oltre il limite di 12 kg che gli aveva prescritto il medico aziendale. Un carico che ha aggravato la malattia professionale già certificata alla spalla del lavoratore.
Sul punto della malattia professionale si è pronunciata nel 2023 l’Inail reggiana accogliendo le istanze del Patronato Inas Cisl di via Turri. L’ultima parola l’ha avuta il giudice: l’11 dicembre scorso ha ordinato il reintegro di Mohamed e il pagamento di circa 30 mesi di stipendi arretrati. Vittoria. Per Mohamed, sua moglie e sua figlia.



Non ci sono commenti

Partecipa anche tu