Sono circa settemila, secondo gli organizzatori, i lavoratori e le lavoratrici delle aziende metalmeccaniche della provincia reggiana che nella mattinata di venerdì 28 marzo sono scesi in piazza a Reggio per chiedere alle associazioni datoriali (Federmeccanica, Assistal e Unionmeccanica) di riaprire la trattativa sul rinnovo del contratto nazionale di lavoro.
La mobilitazione nazionale è stata organizzata in modo congiunto dalle federazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, con manifestazioni e cortei in tutte le province italiane. A Reggio la manifestazione ha preso il via da porta San Pietro e, al contrario dei tradizionali cortei sindacali, non ha puntato verso il centro cittadino ma ha imboccato la via Emilia verso Modena, salendo poi su viale del Partigiano – passando da via Melato – e proseguendo verso viale dell’Aeronautica, per poi concludersi al centro delle ex Officine Reggiane, con il comizio finale con i rappresentanti locali di Fim-Cisl e Uilm-Uil e con il segretario generale nazionale della Fiom-Cgil Michele De Palma.
“In provincia di Reggio – avevano spiegato qualche giorno fa i segretari generali reggiani di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil – le famiglie con almeno un dipendente metalmeccanico sono ormai 40.000. Garantire l’aumento del potere d’acquisto con incrementi salariali superiori all’inflazione significa fare il benessere di tutto il territorio, non solo di quelle famiglie. Negli ultimi anni i profitti delle imprese metalmeccaniche sono cresciuti a una velocità cinque volte superiore all’aumento dei salari, che invece hanno perso potere d’acquisto: noi chiediamo di ridare fiato ai salari e ridurre le disuguaglianze”.
Con le otto ore di sciopero di venerdì 28 marzo, salgono così a ventiquattro le ore complessive di stop dei lavoratori e delle lavoratrici della metalmeccanica dallo scorso dicembre a oggi. “Era dal 2008 che non si scioperava così tanto per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, e questo a causa della rigidità di Federmeccanica che non vuole andare incontro alle richieste della piattaforma votata dai lavoratori e dalle lavoratrici. Chiediamo che il contratto nazionale aumenti il potere d’acquisto, riduca la precarietà nei luoghi di lavoro, riduca l’orario a parità di salario e che si garantiscano migliori condizioni di sicurezza; per questo i lavoratori stanno lottando e non smetteranno fino a quando non si sarà conquistato un accordo dignitoso”.
There are no comments
Partecipa anche tu