A Reggio apre lo “sportello antirazzista”, un luogo di ascolto tutelato per le persone vittime o testimoni di discriminazioni non solo razziste, ma basate su nazionalità, origine, provenienza, religione e appartenenza culturale.
Il nuovo spazio, promosso dal Comune di Reggio in sinergia con la Fondazione Mondinsieme, collocato presso il Centro interculturale Mondinsieme in via Marzabotto 3, a Reggio, nelle intenzioni intende rappresentare un punto di riferimento per raccogliere segnalazioni, valutare la presenza di elementi discriminatori e aiutare le persone a individuare una soluzione adeguata – anche tramite il coinvolgimento di professionalità esperte in mediazione culturale e dei conflitti, consulenza legale e supporto psicologico. La gestione dello sportello è stata affidata alla cooperativa sociale reggiana Dimora d’Abramo.
Lo sportello è una delle azioni del progetto europeo Cities, di cui l’amministrazione comunale di Reggio è capofila e Fondazione Mondinsieme è partner. Insieme allo sportello, è stato costituito anche un osservatorio per raccogliere tutte le segnalazioni discriminatorie: anche quelle che non sono penalmente perseguibili per l’attuale legislazione italiana, ma che possono rappresentare un’aggressione verbale ingiustificata.
“Le istituzioni hanno un ruolo fondamentale per prevenire e contrastare razzismo e xenofobia nelle nostre città”, ha spiegato l’assessora comunale a politiche educative e intercultura Marwa Mahmoud: “È a partire dai contesti educativi, di lavoro e quotidiani che si può lavorare per valorizzare le differenze linguistiche, culturali e spirituali, facendone un elemento di ricchezza e non divisivo. Dotarsi di uno sportello permette all’ente di raccogliere segnalazioni, e l’osservatorio favorisce analisi del linguaggio pubblico e rielaborazione di dati, utili a indirizzare le politiche locali”.
“Contrastare i razzismi, e più in generale ogni discriminazione, non è soltanto lottare contro l’odio, ma è un percorso per insegnarci a conoscere, sentire prossima e amare la diversità e la pluralità umana”, ha aggiunto Gianluca Grassi, presidente della Fondazione Mondinsieme: “Il percorso che ci ha visto in questi anni a fianco dell’amministrazione comunale è un investimento sul futuro del nostro territorio e sulle sue persone. Lo sportello è uno spazio di incontro e ascolto rivolto alle persone che sono vittime del razzismo e dei crimini d’odio, ma anche a coloro che assistono ad attacchi verbali e fisici e non sanno come contrastare queste manifestazioni di odio”.
Insieme allo sportello, il progetto europeo Cities ha permesso di attivare altre azioni di prevenzione e contrasto delle discriminazioni, come percorsi formativi sul tema e la creazione di un gruppo multi-stakeholder per l’elaborazione di un “piano di uguaglianza” per la diffusione di interventi antirazzisti e della cultura dei diritti. Tra le azioni anche un’attività di ricerca – condotta da Unimore – sui fenomeni discriminatori, finalizzata alla creazione di uno strumento per la rilevazione di discriminazioni e la raccolta e l’analisi di dati di uguaglianza. Giornate come il 21 marzo (Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale) e il 21 maggio (Giornata della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo) saranno occasioni di promozione del piano di uguaglianza e di sensibilizzazione sui temi del contrasto al razzismo.
Proprio in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale, domenica 23 marzo alle ore 11 al teatro Valli è in programma la presentazione del libro di Anna Curcio “L’Italia è un paese razzista” (DeriveApprodi 2024). L’autrice dialogherà insieme all’assessora Mahmoud sui fenomeni razzisti attuali. Declinata nella specificità del contesto italiano, la riflessione mira a far comprendere il carattere strutturale del razzismo che segna la storia del Paese, dalle origini fino ad oggi, secondo una doppia traccia: un razzismo interno, che affonda le radici nel processo di “nation building” e nella definizione dell’identità nazionale, e un razzismo esterno o post-coloniale, che segue lo sviluppo dei processi migratori. Il libro presenta riflessioni sulla “nascita” del concetto di razza e sulla sua relazione con la questione di genere, discute le particolarità del razzismo in Italia e mostra come la “razza” organizzi il mercato del lavoro contemporaneo.
Per Letizia Davoli e Lorenzo Melioli, consiglieri comunali reggiani di Fratelli d’Italia, lo sportello antirazzista “non è un servizio per i cittadini, ma un’arma ideologica nelle mani di un’amministrazione che preferisce la propaganda politically correct ai fatti, un insulto ai reggiani che a quanto pare, per l’assessore Mahmoud, sono razzisti e hanno bisogno di essere ‘rieducati’. Uno sportello per segnalare ‘discriminazioni’, anche solo verbali e non penalmente rilevanti, e un osservatorio per spiare il ‘linguaggio pubblico’ sono l’ennesimo delirio di una sinistra che vuole controllare pensieri e parole, trasformando Reggio in un laboratorio di censura e rieducazione. Altro che ‘valorizzare le differenze’: qui si vuole imporre un’omologazione culturale, bollare i reggiani come razzisti e zittire chi non si piega al dogma dell’antirazzismo militante”.
“Ci chiediamo quale sia il confine tra un legittimo controllo e una deriva censorio-autoritaria che minaccia la libertà di espressione dei cittadini. L’idea di un osservatorio che analizzi parole e comportamenti, anche in assenza di reati, evoca scenari inquietanti di sorveglianza e di imposizione di un pensiero unico, travestito da lotta al razzismo. Ma ci chiediamo anche come questo sportello possa realmente risolvere i problemi concreti dei reggiani. Mentre la città affronta emergenze ben più pressanti – dalla sicurezza nei quartieri alla crisi economica che colpisce famiglie e imprese – l’amministrazione comunale sceglie di investire risorse pubbliche in un’iniziativa astratta e di dubbia utilità. È inaccettabile che si promuovano strumenti e piani d’azione che, invece di unire, creano categorie di ‘vittime’ e ‘colpevoli’ sulla base di criteri ideologici e non di fatti oggettivi”.
“Chiediamo al Comune – hanno concluso i consiglieri di Fratelli d’Italia – di ripensare questa iniziativa e di concentrarsi sulle vere priorità dei cittadini: sicurezza, lavoro e servizi. La lotta al razzismo non si fa con sportelli e osservatori ideologici, ma con politiche che favoriscano l’integrazione reale, basata sul rispetto delle regole del nostro Paese e dell’identità e dei valori della nostra comunità”.
..e c’è chi col la tematica del razzismo si è fatta una carriera e ha trovato lavoro…
eh quanto costa all’amministrazione comunale, cioe’ a noi contribuenti, questo luogo di delazione ? posso andarci anche io a fare del vittimismo e “denunciare” un maranza se mi dice “reggiano di merda” o nel caso non vale ?