Reggio. L’indagine della Cgil: gli anziani chiedono welfare e sicurezza

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E’ stata presentata ieri mattina (venerdì 10 gennaio) alla Camera del Lavoro di Reggio Emilia l’indagine condotta dal sindacato pensionati Spi Cgil sulla xcondizione degli anziani a Reggio Emilia.
L’indagine (riportata qui sotto) è stata presentata da River Tagliavini, responsabile della Contrattazione sociale provinciale di Spi Cgil.

L’indagine della Cgil. Questa è la situazione demografica e la presenza dello SPI nel Comune di Reggio.

172.000 abitanti, oltre 35.000 over 65, di cui quasi 16.000 iscritti allo SPI, suddivisi nelle 8 leghe presenti in città, collocate grossomodo in quelle che erano le vecchie circoscrizioni.

Chi opera direttamente sul territorio può certamente avere la percezione di quali siano le problematiche che maggiormente interessano le persone con cui vengono in contatto, ma si tratta pur sempre di percezioni e derivate normalmente da un numero limitato di contatti.
Come SPI di Reggio abbiamo quindi cercato di avere riscontri effettivi su alcuni aspetti della condizione anziana in città, acquisendo, tramite un questionario, le informazioni direttamente da un’ampia platea di nostri iscritti che, come potete vedere, rappresentano poco meno della metà del totale degli anziani.

Grazie al lavoro delle nostre leghe cittadine, alla fine abbiamo raccolto ed elaborato quasi 2.400 questionari – oltre il 15% dei nostri iscritti -, un numero che riteniamo molto considerevole.

I risultati emersi, se per la gran parte confermano quello che ogni addetto ai lavori poteva aspettarsi, per alcuni aspetti sono invece inattesi, almeno nelle dimensioni rilevate.

L’indagine dello SPI cittadino segue quella del tutto analoga, sia nella modalità, che nel questionario utilizzato ,fatta un anno prima nel comprensorio delle ceramiche, dallo SPI di quella zona, effettuata contemporaneamente in tutti i sei Comuni che costituiscono l’Unione Tresinaro Secchia.

Questo il quadro di riferimento di quella ricerca.
6 Comuni, 82.000 abitanti, 18.500 over 65, 10.800 iscritti allo SPI, suddivisi nelle 6 leghe comunali, 1.700 questionari raccolti.

La cosa che ha immediatamente colpito, confrontando le due ricerche, è che i risultati scaturiti sono simili.
Ora noi siamo ben consapevoli che queste ricerche non ha un rigore scientifico e quindi il valore – ad esempio – di un’indagine ISTAT, siamo abbastanza certi – ad esempio – che la modalità di consegna dei questionari, porti a una sottostima, rispetto al reale, del numero di anziani che bisognano di assistenza.
Ma quando raccogli oltre 4.000 questionari in due indagini, effettuate a un anno di distanza, in due contesti socio-economici della Provincia differenti, in cui vivono circa la metà degli abitanti e della popolazione anziana della provincia stessa e vedi che le risposte, in particolare nell’indicazione dei principali problemi e dei principali bisogni, sono molto simili, credo sia possibile ritenere quanto emerso un campione abbastanza attendibile della realtà provinciale.

Il questionario utilizzato per la nostra indagine nel Comune di Reggio era composto da 40 domande. Ora per non abusare troppo della vostra pazienza, ho cercato di riassumere in alcune slides, quelli che a mio avviso sono i dati più significativi per la giornata di oggi, tralasciando, ad esempio completamente l’ultima parte del questionario attinente ai rapporti col sindacato che ha un valore, diciamo, più interno.
L’indagine completa la potete comunque trovare sul nostro sito.

Ovviamente qui presentiamo i dati di sintesi comunali, ma l’elaborazione delle risposte è stata effettuata distintamente per ognuna delle 8 leghe e questo potrebbe tornare utile anche per individuare problemi specifici, di singole zone della città.

Come detto hanno risposto circa 2.400 persone, equamente distribuiti fra uomini e donne.
La suddivisione per fasce di età di chi ha risposto, che potete vedere in questa slide, è grosso modo in linea con quella che è la ripartizione per classi di età degli anziani nel Comune di Reggio, quindi rappresentativa della situazione reale.

TEMPO LIBERO. Il 36% trascorre prevalentemente il proprio tempo libero guardando la TV, il 30% leggendo libri e/o giornali, e questo è positivo, il 10% fa volontariato. Il 60% purtroppo non sa usare il computer e internet.

MEZZI DI TRASPORTO. Pur vivendo in città, oltre il 50% usa prevalentemente l’auto per spostarsi, quasi il 20% la bicicletta o il motorino, mentre i trasporti pubblici sono il mezzo prevalente per il 13%.

SITUAZIONE ECONOMICA E ABITATIVA. Il 90% dichiara una situazione economica buona o sufficiente.
Oltre l’87% vive in casa di proprietà o usufrutto. Da notare che circa l’8% ritiene la propria abitazione inadeguata principalmente a causa di barriere di accesso o perché troppo grande e costosa.

LA SITUAZIONE FAMILIARE. Oltre un quarto, di chi ha risposto, vive da solo e questo rappresenta, già oggi, un dato assai rilevante. Tre anziani su quattro, aiutano i propri figli, principalmente badando ai nipoti, ma nel 30% dei casi aiutano i figli anche dal punto di vista economico, confermando quel ruolo di “ammortizzatore sociale” assunto da molti pensionati in questi anni.

SALUTE E AUTONOMIA. L’86% dichiara uno stato di salute buono o discreto.
Oltre il 90% si dichiara autosufficiente. Dato questo che, come ricordavo in precedenza, riteniamo sottostimato rispetto alla realtà.

Chi ha bisogno di assistenza, in quasi l’ 80% dei casi è aiutato dalla famiglia, il 4% ha la badante, la stessa percentuale si avvale dei servizi sociali.

BISOGNI ASSISTENZIALI. Fra i bisogni assistenziali maggiormente avvertiti c’è una forte richiesta di aiuti per accudire la casa e di essere accompagnati a visite-terapie mediche. Per quest’ultimo aspetto i contatti diretti avuti, suggeriscono che non si tratta solo di un problema di trasporto, ma anche di avere accanto una sorta di “tutor” per l’espletamento di queste azioni. Molto significativa anche la percentuale di chi avverte il bisogno di momenti di compagnia contro la solitudine.

I PROBLEMI AVVERTITI.
La sicurezza personale, intesa, com’era specificato nel questionario, la paura di furti, scippi e rapine, è largamente il problema più avvertito, segnalato da quasi il 60% di chi ha risposto.
Molto rilevanti anche le indicazioni di problemi connessi alla mobilità: traffico, viabilità e trasporti pubblici.

INFINE (e sono gli ultimi dati che vi propongo) LE RICHIESTE DA AVANZARE AL SINDACO, che oggi possiamo fare in diretta.
In questo caso erano possibili 2 indicazioni e come potete vedere, quelle che hanno avuto le maggiori segnalazioni sono ovviamente correlate, in qualche modo, ai problemi e ai bisogni avvertiti: maggior presenza della polizia municipale, segnalata da oltre la metà di chi ha risposto, poi la sistemazione della viabilità, la cura del verde e richieste assistenziali come il potenziamento del S.A.D.

CONCLUSIONI.
Vorrei concludere questa presentazione con una riflessione e una proposta.
I risultati che ci vengono consegnati dalla ricerca, rispetto ai principali problemi e bisogni avvertiti e alle conseguenti richieste all’Amm.ne Pubblica, sono, come dicevo all’inizio, per molti aspetti attesi.
Temi come sicurezza personale, traffico e viabilità, cura del territorio, sono, direi, una presenza fissa nell’agenda dei problemi da affrontare. Come sindacati, sia confederali, che pensionati, anche attualmente abbiamo in corso incontri in merito con il Comune, ad esempio per zona stazione, o via Roma.

Oltre a questi vi è però un aspetto evidenziato dalla ricerca che, a mio avviso, suggerisce a tutti un’ attenta riflessione: quello legato alla NON AUTOSUFFICIENZA dei nostri anziani.

Tema, peraltro, che come sindacati pensionati riteniamo imprescindibile e non a caso era uno dei punti principali al centro della nostra manifestazione nazionale del 16 novembre a Roma.
Intendiamoci, pur non dimenticando, ne sottovalutando i diversi problemi che ci sono anche nelle nostre zone, noi viviamo in una Regione che da molti anni investe su quest’aspetto ingenti risorse economiche e professionali sconosciute in altre parti del Paese e in una città che ha sempre riservato una grande attenzione ai servizi alla persona: dai bambini, agli anziani.

Io credo però, che anche noi dovremmo porci una domanda.

La ricerca ci dice che oggi, chi non è istituzionalizzato, ma ha bisogno di assistenza, per l’80% è aiutato dalla famiglia.

Ora tutti gli studi socio-demografici ci dicono con certezza, che nei prossimi anni aumenteranno fortemente sia il numero di anziani, che gli anziani soli.

Quindi mentre aumenteranno inevitabilmente le richieste di aiuto, in conseguenza del maggior numero di anziani, quella grande rete assistenziale oggi rappresentata dalla famiglia, tenderà sensibilmente a ridursi.

La domanda è: i nostri servizi sono sufficientemente attrezzati per fronteggiare questa evoluzione ???

I TRE principali bisogni assistenziali emersi dalla ricerca, ad esempio, vale a dire: accudire la casa, essere accompagnato a visite/terapie mediche e ricevere momenti di compagnia, attualmente possono trovare una qualche risposta da parte di associazioni di volontariato come AUSER, ma non sono attività oggi normalmente programmate dal S.A.D.

Con il quadro che abbiamo davanti, la nostra preoccupazione è che col passare degli anni, se non ci saranno aiuti adeguati a sostegno della domiciliarità, aumenti sempre più quella fascia di anziani che scivola rapidamente verso la NON AUTOSUFFICENZA CONCLAMATA, verso l’istuzionalizzazione, con gravi costi dal punto di vista umano, sociale e anche economico.

Per affrontare questi problemi, COME SPI riteniamo importante un coinvolgimento e un confronto costante di tutti gli attori interessati.

Per questo – E CONCLUDO – proponiamo al Sindaco, che il Comune si faccia parte attiva per l’istituzione di un TAVOLO PERMANENTE SUI PROBLEMI DEGLI ANZIANI A REGGIO, fra L’ AMMINISTRAZIONE PUBBLICA – I SINDACATI DEI PENSIONATI – L’AUSL – LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO DEL SETTORE – E CHI ALTRO PUO’ ESSERE UTILE.