In questa la lettera Elisa Moratti, lettrice e cittadina di Reggio Emilia, favorevole all’estensione della Ztl in centro storico, spiega le sue ragioni.
“Ho seguito il dibattito sulla proposta di estensione della ZTL in centro storico che dovrebbe comprendere anche via Emilia Santo Stefano e Corso Garibaldi.
Mi rincresce vedere che i miei concittadini si stiano adoperando a una raccolta firme per chiedere lo stop di questo importante progetto. Siamo in un’epoca dove il cambiamento climatico e i recenti fenomeni atmosferici dovrebbero suggerire un minor uso dell’auto privata, soprattutto nei centri urbani. Qualunque città europea moderna sta orientando le sue politiche di mobilità in una chiave sostenibile, impedendo un eccessivo transito dei veicoli nei centri storici.
La via Emilia e Corso Garibaldi sono due strade immerse nel cuore della città, all’interno della “cinta muraria” e risulta sicuramente anacronistico che vengano ancora utilizzate come scorciatoia della circonvallazione. Accade spesso che qualche turista si fermi con la propria auto alle porte di Santo Stefano chiedendosi se quel tratto sia una ZTL e domandandosi se vi siano le telecamere di controllo del traffico.
Neanche noi quando visitiamo una città come può essere Milano, Firenze o Bologna ci aspettiamo di poter arrivare in auto a pochi passi dal Duomo. Il problema è sicuramente culturale: le persone, se sono abituate a raggiungere un luogo in auto, vivranno come un sopruso qualsiasi limitazione. Di fronte a un presunto diritto negato dell’automobilista, ogni giorno si nega a pedoni, ciclisti, bambini, turisti e cittadini in generale di vivere il centro storico senza l’ansia di essere investiti da un’auto in transito. Non molti anni fa le auto erano libere di circolare in via Farini e di parcheggiare sul plateatico di piazza Prampolini. Oggi questo scenario, se venisse riproposto, sarebbe un’assurdità. La situazione caotica che vive via Emilia Santo Stefano, con decine di auto spesso parcheggiate sul marciapiede o sulla pista ciclabile, merita sicuramente una nuova tutela. A maggior ragione, la presenza di scuole e luoghi di culto frequentati da bambini e anziani, dovrebbe essere un’ulteriore stimolo a disincentivare il traffico senza controllo.
Le esperienze positive delle strade scolastiche insegnano già da anni ai piccoli alunni a muoversi in modo sostenibile ed educano anche quei genitori che prima pretendevano di accompagnare i figli in classe con il suv. Siamo sempre così ammirati da città come Amsterdam dove le persone si spostano quasi esclusivamente in bicicletta o sui mezzi pubblici, ma abbiamo paura di applicare quei modelli alle nostre città perché ci spaventa un cambiamento di abitudine. Il tema non è blindare l’esagono e renderlo inaccessibile, ma trovare soluzioni che rendano vantaggioso spostarsi in bicicletta, a piedi e con i mezzi pubblici, lasciando l’auto a casa per chi è vicino oppure in un parcheggio scambiatore per chi arriva da fuori città. I commercianti sono spaventati dal minore passaggio, ma è evidente a tutti che oggi la via Emilia e Corso Garibaldi siano utilizzati per tagliare il centro e saltare la circonvallazione, non certo per fermarsi a fare acquisti. Bisognerebbe spostare il focus della protesta facendo una raccolta firme per ampliare l’offerta del trasporto pubblico e la sua frequenza, nonché migliorare i collegamenti ciclabili e non protestare affinché tutti i veicoli possano transitare all’interno dell’esagono. Sicuramente, questa mozione non troverebbe opposizioni e sarebbe accolta con favore da tutta la cittadinanza”.
Sarei curiosa di sapere dove abita la Signora che scrive… Certo è che prima va risolto il problema della circonvallazione che non è più assolutamente in grado di sostenere il peso del traffico. Non bisogna pensare solo ai cittadini che abitano dentro le mura, ma anche a chi a ridosso di quelle mura abita e convive quotidianamente con traffico e smog. In certi orari mezza città si sposta dalla zona tribunale- autostrade- poli scolastici-uffici-grandi magazzini alla parte residenziale diametralmente opposta e pedecollinare e tutto il traffico si riversa in circonvallazione. E’ proprio in quei momenti invece che si dovrebbe sveltire il traffico, impossibile da sostituire con mezzi diversi dall’auto, permettendo il passaggio nelle privilegiate vie del centro storico, ovviamente dove queste lo consentano.
Condivido in pieno l’osservazione di Antonio circa l’inefficacia di trasferire l’inquinamento di poche centinaia di metri da Corso Garibaldi alla circonvallazione. Aggiungo anche che inquinamento dell’aria e cambiamenti climatici sono realtà e concetti fisici distinti, regolati da leggi fisiche differenti. Sul primo si può fare molto, soprattutto in aree come la nostra (la Pianura Padana), tra le più inquinate d’Europa; sul secondo pressoché nulla, se non un’azione di valenza meramente culturale, tanto encomiabile a livello ideale quanto totalmente inutile a livello pratico, grazie a Cina, India, Africa e USA, che imperterrite continuano ad apportare circa il 90% della CO2 prodotta a livello globale. Mi permetto ora di riproporre in questa pagina alcune considerazioni esposte su un’altra pagina di questa rivista. Mettere alla conta i “sì ztl” e i “no ztl”, senza sapere se questa benedetta ztl sia o, come temo fortemente, non sia parte di un progetto complessivo per il miglioramento della mobilità urbana, rischia semplicemente di “buttarla in caciara” fra tifoserie e interessi di parte, vanificando un’importante occasione per un’analisi puntuale e razionale dei provvedimenti di imminente adozione da parte dell’amministrazione comunale. Un centro storico che venisse chiuso al traffico quale atto finale di un articolato processo di riorganizzazione della viabilità urbana, che prevedesse innanzitutto un adeguato numero di parcheggi gratuiti prossimi all’esagono della circonvallazione, immagino che difficilmente verrebbe contestato dalla cittadinanza, che potrebbe godere sia di un agevole e rapido accesso al centro storico a piedi o in bicicletta, sia di una migliorata vivibilità del centro storico medesimo. Oggi invece, a quanto è dato sapere, l’amministrazione comunale intende unicamente imporre una ztl fortemente impattante, senza essersi premurata di presentarla e proporla preventivamente in modo adeguato alla popolazione e soprattutto senza che essa appaia essere parte organica di un progetto più ampio di riorganizzazione e di effettivo miglioramento della mobilità nel centro storico. La previsione di rendere addirittura a pagamento parcheggi attualmente gratuiti, come ad esempio quello di Via Cecati, senza che sia stata contestualmente predisposta una razionale ed efficiente rete di parcheggi scambiatori esterni, serviti in modo adeguato (cioè non come avviene ora) dal servizio di trasporto pubblico, ritengo sia un esempio eloquente di quanto il malcontento e la contrarietà di tanti cittadini siano ragionevoli e condivisibili. Quando poi leggo che i genitori dei bambini che frequentano le scuole presenti su Via Emilia S. Stefano non avrebbero motivo di lamentarsi perché al parcheggio ex Zucchi la sosta sarebbe gratuita per 15 minuti, capisco e condivido a maggior ragione il malcontento e la contrarietà di tanti miei concittadini.
alcune considerazioni su questa garbata lettera che almeno evita egoismi ridicoli di abitanti di zona:
1) tra la viabilità sostenibile e il chiudere tutto il centro storico c’è una notevole differenza, perchè e’ chiaro che nelle vie dove, sia per una vocazione commerciale/monumentale che per una dimensione medievale, le auto creino confusione e pericolo sono necessari interventi di chiusura al traffico, ma dove le condizioni lo permettono bisogna approntare corridoi di servizio proprio per poter accedere alle zone di maggior pregio e di totale chiusura. a proposito, nella ztl le auto ci sono quindi niente bambini che giocano in mezzo alla strada.
2) la questione della scorciatoia su corso garibaldi per evitare la circonvallazione porge un dubbio: le auto in colonna che sostano ai semafori di viale timavo non producono inquinamento? e questo gas per una strana legge fisica non arriva nel centro città?
3) con un certo realismo bisogna considerare anche quanto le zone di chiusura siano appetibili ai consumatori (sia commerciali che culturali) perchè paragonare reggio a milano o firenze è davvero un poco eccessivo. 2 km a piedi per andare in centro al bar per un caffè tra i palazzi di firenze o i negozi di milano è una cosa, mentre un’altra è farlo tra le vetrine vuote della nostra pur prestigiosa via emilia.
4) nelle grandi città ci sono tante persone e questo numero elevato permette di avere tanti servizi pubblici disponibili e frequenti, mentre a reggio dove l’utenza se non nelle poche ore di punta (scuola per i ragazzi) scarseggia su tutti i percorsi e per la gran parte del giorno, a chi, detta in parole povere, spetta di mettere i soldini per i mezzi pubblici? ed evitiamo paragoni con amsterdamm o città simili perchè reggio non è una capitale e non è una grande città quindi se vogliamo capire meglio cosa fanno gli altri analizziamo cittadine come la nostra e magari scopriamo che a grandi chiusure corrispondo non solo ampi spazi di gioco, ma spesso brutte zone di degrado…