La Regione Emilia-Romagna ha reso noti i cinque progetti destinatari dei 300.000 euro per il 2024 e 2025, finalizzati alla costituzione di Reti Museali in grado di sviluppare piani di comunicazione strategica, corsi di formazione, sviluppo di applicazioni digitali, promozione dell’accessibilità al patrimonio culturale, organizzazione di attività culturali condivise, studi e ricerche.
Tra i cinque figura il progetto Mader – Musei per l’Alzheimer e Le Demenze Emilia-Romagna presentato dalla rete costituita dalla Fondazione Parco archeologico di Classe RavennAntica (capofila), dalla Fondazione Palazzo Magnani, dai Musei Civici di Bologna, dal Settore Patrimonio Storico e Artistico dell’AUSL della Romagna e dal MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna.
Il progetto – finanziato con 80.000 euro – ha come obiettivo l’avvio, il consolidamento e lo sviluppo delle attività della rete per sostenere, agevolare e coordinare i programmi museali dedicati alle persone con demenza; contribuire all’abbattimento dello stigma e informare la comunità sul tema delle demenze; dare continuità alla collaborazione tra i musei per la realizzazione di progetti di interesse comune; garantire livelli uniformi di qualità dei progetti museali; favorire la collaborazione e l’integrazione delle azioni messe in campo dai musei con il sistema dei servizi territoriali socio-sanitari.
La Fondazione Palazzo Magnani porta “in dote” i sette anni di esperienza costruita con le attività del programma “Sguardi Riflessi”, nato nel 2018, successivamente ad un percorso formativo condotto con la Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze e attivato in città grazie alla collaborazione con ASP Reggio Emilia Città delle Persone. Obiettivo del programma è creare momenti di benessere attraverso l’esperienza della visita alla mostra, offrendo alle persone con Alzheimer la possibilità di esprimersi attraverso l’arte per sviluppare la propria dimensione emotiva, che resta più a lungo conservata nella mente, attivando momenti di incontro con l’opera d’arte e di condivisione tra anziano e operatore/caregiver in un contesto di bellezza e cura.
La visita alla mostra diventa un percorso non cognitivo ma esperienziale, dove la dimensione emotiva fa da collante tra persone con demenza e accompagnatori, tutti protagonisti allo stesso modo di fronte all’opera d’arte. Lo spazio espositivo diventa così una risorsa operativa per i servizi territoriali rivolti alle persone con demenza e alle loro famiglie.
I dati demografici rilevano, purtroppo, un progressivo invecchiamento della popolazione: con circa 14 milioni di over 65 e 7 milioni di over 75 l’Italia è il paese con la popolazione più anziana d’Europa. In Emilia-Romagna circa il 22% della popolazione ha più di 65 anni, i pazienti con demenza in carico al Servizio sanitario regionale sono 63.543, il 60% dei quali ha una diagnosi di Alzheimer, circa il 50% è affetto da forme di demenza medio-grave. Di fronte a un tale scenario ogni attore presente sul territorio è chiamato a formulare risposte adeguate alle istanze di una popolazione sempre più anziana, ciascuno con le proprie specificità.
“Evidenze scientifiche e una più immediata e spregiudicata osservazione dei fenomeni – sostiene Davide Zanichelli, Direttore della Fondazione Palazzo Magnani – indicano inequivocabilmente il ruolo sussidiario, quando non specifico, della cultura e dell’arte nei processi di benessere e di cura di determinate patologie tipiche del nostro tempo, a partire dalla salute mentale. Questo progetto di rete regionale ci consentirà di condurre ulteriore ricerca, condividere buone pratiche e di mettere a sistema l’osservazione e la valutazione d’impatto dei risultati, nella prospettiva di nuove politiche di cura e di prescrizione, in un’ottica di salutogenesi.”
“Il percorso condotto in questi anni – dice Rosa Di Lecce, responsabile del Dipartimento educazione e progetti di accessibilità della Fondazione Palazzo Magnani – ha consentito agli operatori culturali e a quelli del welfare la definizione di processi di co-progettazione che hanno profondamente cambiato il modo di lavorare dei rispettivi settori, generando nuovi modi di pensare una mostra così come di disegnare un servizio alla persona. Scalare le buone pratiche a livello regionale è una sfida che accettiamo con entusiasmo”.
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