“Non credevo di arrivare a vedere anche questa, ma è successa: la Protezione civile di Reggio ha licenziato. E non una persona qualsiasi ma una giovane lavoratrice capace, appassionata, al centro del suo sistema di progetti e formazione, che operava al Coordinamento reggiano da quasi 20 anni. Licenziata dalla sera alla mattina e sbattuta a casa senza preavviso, alcuna contestazione e senza aver ricevuto l’ultimo stipendio e con un figlio da mantenere. Non è davvero questo ciò che uno si aspetta da una grande realtà come la Protezione civile. Realtà che le persone le salva, non le getta sulla strada”.
Simone Zannoni, reggiano, sindacalista della Fisascat Cisl Emilia Centrale, cerca le parole giuste per raccontare la vicenda di Angela, 41 anni, arrivata in Protezione civile attraverso il servizio civile volontario, in forza al coordinamento dal 2004 con un contratto a progetto, poi tramutato in tempo determinato fino alla stabilizzazione partita nel 2011.
“Ho una visione altissima e bella della Protezione civile e di tutti i suoi volontari. Questa storia non mi farà cambiare idea ma è alle stelle la delusione nei confronti del gruppo dirigente del Coordinamento provinciale – prosegue Zannoni –. Mandare in consiglio direttivo il licenziamento di una dipendente che ti ha dato tutto, senza nemmeno degnarla di un incontro, è un comportamento che lascia, al minimo, molto amaro in bocca. E’ successo il 25 giugno scorso, abbiamo aspettato e, soprattutto, sperato che le Istituzioni potessero far ragionare i leader della Pro.Civ reggiana. Non molliamo, ora andremo avanti con tutti gli strumenti possibili, a cominciare dal giudice del lavoro”.
Zannoni è chiaro anche su un altro punto: “Parliamo di una lavoratrice che si era avvicinata al sindacato per risolvere i problemi emersi dopo la nascita del figlio. L’ennesima storia di una donna messa in difficoltà mentre tenta di tenere insieme maternità e lavoro”.
LA SOLIDARIETA’ DEI VOLONTARI
In questo periodo sono tante le manifestazioni di stima raccolte dalla lavoratrice e dal sindacato. Comprese quelle di volontari e dirigenti che conoscono benissimo la macchina della protezione civile e il lavoro della sua unica dipendente. Sì, perché la ragazza licenziata per “una più efficace gestione dei costi” era l’unica collaboratrice del Coordinamento.
“Tutti noi volontari avevamo in Angela un punto di riferimento. Lei scriveva i progetti che portavamo in regione per essere finanziati, lei teneva tutta la corrispondenza, raccoglieva i preventivi e si occupava della nostra formazione, dando anche supporto amministrativo alla Sala operativa del Centro Coordinamento Soccorsi al Cup di Reggio. Lei ha avuto un ruolo importantissimo nella costruzione dei Piani Operativi e nel collegamento verso la Regione e verso la rete delle singole associazioni che compongono la Pro.Civ reggiana. In tanti vorremmo capire come sia possibile licenziare per motivi economici una colonna della nostra Protezione civile che era a costo zero. Il suo stipendio, infatti, ci risulta essere sostenuto dai trasferimenti della Regione Emilia-Romagna al Coordinamento di Reggio Emilia”, racconta al Sindacato una di queste fonti.
“RIFAREI MILLE VOLTE LA SCELTA DELLA PROTEZIONE CIVILE”
“Come sto? Rifarei la scelta della Protezione civile non una ma mille volte. E’ stata la mia casa e la mia famiglia. Non è un modo di dire. Ho sempre dato tutto, non ho mai avuto una lite o un contenzioso e, se pure ritengo profondamente ingiusto quello che mi è stato fatto patire da un piccolo gruppo di dirigenti, voglio un gran bene alle volontarie e ai volontari di tutta la provincia che mi hanno dimostrato il loro affetto”, spiega Angela.
Non un tono scomposto, non una frase di troppo le escono di bocca. Sembra in missione, determinata a ricostruire la sua vita e a far valere i suoi diritti, perché “tanti anni di servizio e la gestione di tante emergenze mi hanno insegnato a dare un peso alle cose. La verità, in Protezione civile, viene sempre a galla. Perché qui è un valore. Assoluto”.
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