In una lunga intervista uscita stamattina sulla Gazzetta di Reggio, l’imprenditore nel campo alimentare e segretario di Azione, Caludio Guidetti segna la strada che seguirà il suo partito in vista delle prossime amministrative amministrative di Reggio Emilia. Dice Guidetti in merito alla collocazione di Azione e alle possibili alleanze elettorali che “qualora il tema della pari dignità politica non venisse apertamente riconosciuto e una parte del Pd pensasse di trattarci come una forza minore disorganizzata e incapace di raccogliere firme e raggiungere così il quorum per entrare in Sala del Tricolore, così come nella logica dei cosiddetti cespugli, allora noi saremmo costretti a imboccare un’altra strada”. Ma – continua Guidetti – anche in questo caso, “non mi tirerei indietro, neppure a livello personale”.
Dunque il segretario di Azione descrive i confini entro i quali si può ragionare su un’alleanza nel rispetto del forze politiche che dovranno andare a comporla. Poi Guidetti avverte guardando alla prossima tornata elettorale: “Credo sia opportuno non sottovalutare le potenzialità del centrodestra e l’ipotesi di una candidatura dell’avvocato Giovanni Tarquini, un civico, e certamente non di destra, è un indicatore”. Anche perché il Pd, aggiunge Guidetti, non è più il “Pci che a livello locale raccoglieva quasi ovunque la maggioranza assoluta da solo”. Ma, osserva, “ho già avuto modo di notare da una parte del Pd o di alcuni sindaci la difficoltà nel prendere atto di questa mutata condizione e di gestire con lungimiranza un rapporto di colazione”. Mentre, ricorda ancora Guidetti, “il nostro partito, Azione, alle recenti elezioni politiche ha raccolto a Reggio il 10% dei consensi”. Infine il leader provinciale di Azione rimarca i rapporti di fiducia e stima che lo legano al segretario provinciale del Pd, aggiungendo che comunque tiene ancora una volta a precisare “la pari dignità nei rapporti politici”.
Alle affermazioni, che condivido, dell’amico Guidetti, aggiungo che il confronto politico in atto dovrà superare la stagione di una politica delegata ai Sindaci, che pur eletti direttamente dai cittadini non hanno affatto il compito di declinare ” politiche”, ma quello di realizzarle. Interpretazioni erronee di una riforma frettolosa delle autonomie locali sta trasformando i comuni in ” signorie” e questo non è compatibile con il percorso di una sinistra autenticamente riformista.