Scrive Nicolò Medici, segretario del circolo Bella Ciao dei giovani democratici Reggio Emilia i merito alla polemiche scaturite dopo la messa online del video realizzato tra il Villagio Stranieri e il Campo di Marte dal trapper Gani: “In questi giorni è circolato sulle bacheche social e nelle chat di Whatsapp di moltissimi reggiani il video musicale di un giovanissimo “trapper” della nostra zona. Questo video, che in poche ore è diventato virale, ha attirato l’attenzione di alcuni esponenti pubblici locali, che prontamente hanno speso parole di sdegno riguardo ai contenuti del video.
Le immagini che si vedono in questa clip, seppur discutibili nella qualità, vengono incriminate come l’esempio calzante della deriva morale, culturale e sociale della nostra città. Tuttavia, la sterilità di queste polemiche sta nella mancanza di comprensione del disagio che stanno vivendo i giovanissimi in questo periodo, preferendo una facile accusa al tendere la mano per un confronto. Come sempre, evocare il fantomatico degrado è più semplice che offrire soluzioni a delle realtà ben più complesse di come ce le vogliono far passare.
I temi e i gesti rappresentati in questo video sono fondamentalmente simili a quelli che si vedevano già negli anni ‘80 e ‘90. Tuttavia, se un tempo i giovani erano solamente spettatori passivi, oggi sono attori che emulano personaggi ben più grandi di loro. Questa possibilità viene data dallo sviluppo in massa di nuove tecnologie, i cui risultati vengono amplificati dai social network. Invocare il culto della violenza senza analizzare le criticità che vivono i più giovani, e soprattutto senza offrire una soluzione concreta e a lungo termine è solamente moralista e superficiale.
Le problematiche reali che stanno affrontando oggi i giovani sono altre, puntare il dito verso un genere musicale è più semplice che interpretare contesti sociali di difficoltà oggettiva. Un esempio è legato al momento storico che stiamo vivendo ed alle gravi carenze da parte della società nei confronti di adolescenti e giovanissimi. Ad oggi uno studente su quattro affronta le difficoltà della dispersione scolastica, e per questo mantenere i giovani legati all’istruzione e quindi alla legalità sta diventando sempre più complesso. Se non si agisce efficacemente e con tempestività rischiamo di avere effetti irreversibili nel futuro prossimo.
In un contesto in cui aumentano ansie, paure e insicurezze, stigmatizzare i giovanissimi rappresenta la strada più facile. Cercare invece di ascoltare per comprendere il disagio effettivo, senza accusare chi ha più bisogno di aiuto in questo momento, è molto più difficile”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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