Mercoledì 25 novembre ricorre la Giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne, designata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che ha invitato i governi, le organizzazioni nazionali e internazionali e le ong a realizzare attività volte a sensibilizzare sul tema l’opinione pubblica. Anche Reggio Emilia ricorda questa giornata, evidenziandone fra l’altro il significato di ricorrenza civile di valori quali coraggio, contrasto a regimi dittatoriali ed impegno politico. In questo stesso giorno, infatti, nel 1960 si consumò il brutale assassinio delle tre sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l’impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo, dittatore per oltre 30 anni della Repubblica Dominicana.
Da molti anni, Reggio Emilia ha assunto un impegno forte e continuativo nel contrasto della violenza maschile sulle donne, istituendo già nel 2006 un Tavolo interistituzionale dedicato, per sviluppare una rete di dialogo e collaborazione tra soggetti diversi che, ognuno con le proprie competenze, hanno scelto di adottare una strategia comune nella lotta a un fenomeno dilagante.
Questa collaborazione stretta tra le istituzioni ha consentito di valorizzare il protagonismo civico e di adottare una precisa posizione politica sul tema dei diritti umani e nella prevenzione e contrasto delle violenza maschile sulle donne.
Ogni anno, dunque, in occasione della giornata del 25 novembre, il Tavolo interistituzionale consegna alla cittadinanza il resoconto di quanto è accaduto in città non solo da un punto di vista numerico, attraverso la raccolta dati delle istituzioni che lo compongono, ma soprattutto a partire dalle storie delle donne ascoltate dai referenti della Rete locale. Lo ha fatto (di seguito, passaggi salienti del resoconto) anche in questo difficile anno, in cui la pandemia ha inciso spesso negativamente sulle condizioni sociali e le relazioni, accrescendo il rischio di violenza di genere. Ma il contrasto alla violenza da parte delle istituzioni non si è mai fermato nel periodo del lockdown e il Centro antiviolenza di Reggio Emilia è sempre rimasto attivo, anche con reperibilità h24.
HANNO DETTO – “Quella contro la violenza sulle donne è una battaglia che non si deve mai dare per acquisita, ma che richiede lo sforzo quotidiano, attento e sensibile da parte di tutte le istituzioni, e di ognuno di noi come singoli cittadini – afferma il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi – La città in questi anni ha fatto molto su questo fronte, grazie a un lavoro di rete capillare e al costante lavoro dell’Associazione Nondasola che gestisce il Centro Antiviolenza – Casa delle Donne mettendo in campo azioni e luoghi nei quali concretizzare gli aiuti necessari alle donne che subiscono violenza. Resta però pienamente necessaria un’assunzione di responsabilità diffusa sul piano culturale e di vigilanza democratica, perché ancora oggi, troppo spesso, la cronaca ci segnala situazioni ben oltre il limite che non possono e non devono essere tollerate”.
Il lockdown e le disposizioni normative in materia di distanziamento, introdotte al fine di contenere il contagio, hanno inciso in maniera considerevole sulle situazioni di violenza. L’Istat ha condotto un’analisi dei dati nazionali contenuti nel dataset del numero verde 1522 nel periodo compreso tra marzo e giugno 2020. Il numero delle chiamate sia telefoniche sia via chat è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+119,6%), passando da 6.956 a 15.280. Accanto alla richiesta di aiuto da parte delle vittime di violenza (4.899 chiamate pari al 32,1% del totale delle chiamate valide) crescono anche le chiamate per avere informazioni sulla tipologia di servizi offerti dal 1522 (3.655 pari al 23,9%).
“La pandemia e il conseguente necessario lockdown – commenta l’assessora alle Pari opportunità e alla Cultura Annalisa Rabitti – hanno inasprito le situazioni di violenza domestica, in Italia e nella nostra città. I dati purtroppo sono allarmanti e il Comune di Reggio Emilia intende continuare a mantenere la guardia alta attraverso le azioni di coordinamento della Rete locale, rappresentata dal Tavolo interisituzionale di contrasto alla violenza maschile sulle donne, continuando a lavorare quotidianamente sulla sensibilizzazione del territorio. La violenza maschile sulle donne è un tema culturale e collettivo e va affrontato non in modo episodico ed emergenziale, ma preventivo con impegno e cura quotidiana”.
LA SITUAZIONE LOCALE. VIOLENZA SULLE DONNE A REGGIO EMILIA
DATI RELATIVI ALL’ANNO 2019
Il Tavolo interistituzionale di contrasto alla violenza maschile contro le donne, oltre al Comune di Reggia Emilia che ne ha il coordinamento, è composto dall’associazione Nondasola che gestisce il Centro Antiviolenza- Casa delle Donne, Prefettura, Tribunale, Procura della Repubblica, Questura, Comando provinciale dei Carabinieri, Azienda Unità sanitaria locale, Ufficio scolastico provinciale, Ordine degli avvocati, Forum donne giuriste, Provincia, Consigliera di Parità provinciale.
Comune di Reggio Emilia – Poli territoriali dei Servizi Sociali
Nel corso del 2019, sono state 207 le donne che si sono rivolte ai Servizi sociali del Comune di Reggio Emilia – a fronte delle 168 donne del 2018 – ed hanno dichiarato di aver subito violenza da parte di un uomo. Di queste il 95% ha dichiarato che l’autore delle violenze è stato il partner (l’89% il partner attuale e il 6% il partner precedente); il restante 4% è opera di un familiare e solo l’1% è una persona non partner e non familiare. Si tratta in misura maggiore di donne con cittadinanza straniera (55%) e il restante 45% sono donne con cittadinanza italiana; le fasce di età prevalenti vanno dai 30 ai 49 anni, ma non mancano prese in carico significative di giovani donne tra i 18 e i 24 anni, e donne tra i 50-59 anni. La maggior parte delle donne ha figli minorenni. La violenza registrata con maggiore frequenza è quella fisica e, a seguire in percentuale minore ma non meno rilevante, la violenza di tipo psicologico; diverse storie raccontano anche di donne che hanno vissuto violenza economica e sessuale; quasi 173 delle donne ha vissuto violenze multiple, ossia più violenze insieme.
Le donne che si sono rivolte ai Servizi sociali, in stessa misura, hanno preso precedentemente contatti con altri punti della Rete, soprattutto con Centro Antiviolenza, Pronto soccorso e Forze dell’Ordine. Dalle informazioni raccolte, la maggior parte delle donne non ha fatto denuncia. A questi dati si aggiunge, in termini di risorse economiche che il Comune di Reggio Emilia impegna sui centri antiviolenza e sulla Casa delle Donne, per un importo annuale di circa 190mila euro.
Procura della Repubblica
Nel corso dell’anno 2019 la procura ha registrato 254 casi per maltrattamenti contro familiari o conviventi (art. 572 del Codice penale), 62 per violenza sessuale (art. 609 bis) e 134 per atti persecutori (art. 612 bis).
Tra le richieste del pubblico ministero si contano: 24 per custodia cautelare (8 per art. 572, 9 per art. 609 bis, 7 per art. 612 bis); 11 per arresti domiciliari (7 per art. 572, 2 per art. 609 bis, 2 per art. 612 bis); 3 condanne tramite patteggiamento (art. 572 in concomitanza con 609 bis).
Questura di Reggio Emilia
Nel 2019 sono 15 gli ammonimenti della Questura di Reggio Emilia.
Centro antiviolenza – Casa delle Donne – Associazione Nondasola
Nel corso dell’anno 2019 sono state 353 le donne accolte dal Centro antiviolenza – Casa delle Donne, gestita dall’associazione Nondasola, la maggior parte delle quali di cittadinanza italiana. La fascia di età prevalente è quella compresa tra i 40 e i 49 anni, ma sono un numero in crescita le giovani donne che si sono rivolte al Centro antiviolenza. La maggior parte ha figli, minorenni, maggiorenni o entrambi. La maggioranza delle violenze subite sono di tipo psicologico e fisico ma sono numerose anche quelle di tipo economico e pressoché quasi tutte le donne raccontano di avere vissuto violenze multiple. La maggior parte delle donne non ha fatto denuncia.
Per quanto riguarda l’autore che agisce violenza, nell’84% dei casi si tratta del partner, attuale o precedente (quindi convivente, fidanzato, coniuge o ex convivente, ex coniuge, ex fidanzato), in maggioranza di cittadinanza italiana e di fascia d’età prevalente compresa tra i 40 e i 49 anni.
Non meno importante è il dato relativo al lavoro della Rete interistituzionale, che dimostra come le donne, che accedono al Centro antiviolenza, precedentemente si sono rivolte ad altri punti della Rete e in particolare alle Forze dell’ordine e ai Servizi sociali.
Pronto soccorso
Nel 2019 le donne vittime di violenza che si sono rivolte al Pronto soccorso di Reggio Emilia sono state 256. Di queste, 144 donne hanno dichiarato esplicitamente che la violenza si è consumata all’interno di una relazione d’intimità o di relazioni affettive (diverse sono agite da parte dei figli o da altri componenti della famiglia), ma è bene ricordare che sono numerose le donne che non se la sentono di svelarlo. Nella maggior parte dei casi la violenza è stata agita da partner o ex partner. In prevalenza sono donne che hanno tra i 30 e i 49 anni, ma risulta in aumento il numero di casi nella fascia 18-29 e non mancano storie di donne giovanissime, con meno di 18 anni, che hanno vissuto violenze all’interno di relazioni affettive o in famiglia, spesso da parte del padre. Le richieste di soccorso provengono perlopiù da donne italiane rispetto alle donne straniere e la quasi totalità ha subito violenze multiple.
Forum Donne giuriste
Nel 2019 sono stati presentati 16 ricorsi per Ordine di protezione (ex art. 342 bis): 8 presentati, 6 accolti, 1 respinto e 1 estinto.
I DATI NAZIONALI SULLA VIOLENZA
I dati dell’ultima indagine Istat riportano un quadro sconcertante: il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni (6 milioni 788 mila donne) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila).
Ha subito violenze fisiche o sessuali da partner o ex partner il 13,6% delle donne (2 milioni 800 mila), in particolare il 5,2% (855 mila) da partner attuale e il 18,9% (2 milioni 44 mila) dall’ex partner. Tra le donne che hanno subìto violenze sessuali, le più diffuse sono le molestie fisiche, cioè l’essere toccate o abbracciate o baciate contro la propria volontà (15,6%), i rapporti indesiderati vissuti come violenze (4,7%), gli stupri (3%) e i tentati stupri (3,5%). Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner, nel 3,6% da parenti e nel 9,4% da amici. Anche le violenze fisiche (come gli schiaffi, i calci, i pugni e i morsi) sono per la maggior parte opera dei partner o ex. Gli sconosciuti sono autori soprattutto di molestie sessuali (76,8% fra tutte le violenze commesse da sconosciuti).
LE INIZIATIVE A REGGIO EMILIA
Nonostante le limitazioni anti-pandemia e le difficoltà conseguenti al Covid-19, la Rete locale continua a mantenere alta l’attenzione al fine di prevenire e contrastare la violenza maschile sulle donne.
L’Amministrazione comunale ha messo in campo diverse iniziative per ricordare l’impegno quotidiano nel contrastare le discriminazioni di genere e la violenza maschile sulle donne:
Continua la campagna di comunicazione legata al progetto ‘WO-MEN. Insieme contro la violenza maschile sulle donne’ che ha coinvolto un gruppo di giovani della città. Si tratta di una campagna di prevenzione per parlare agli uomini attraverso manifesti e cubi color magenta che riportano degli emoticon utilizzati quotidianamente con i messaggi degli smartphone (pugno, bocca, cuore infranto, occhio… ) e un qr code dal quale è possibile scaricare materiale di approfondimento selezionato dai ragazzi stessi: citazioni di autori e autrici, riflessioni e audio realizzati dai ragazzi. Il progetto ‘WO-MEN. Insieme contro la violenza maschile sulle donne’, come suggerisce il titolo, parte dalla volontà di tenere insieme e connessi uomini e donne per promuovere azioni congiunte tra il femminile e il maschile, con un coinvolgimento mirato delle giovani generazioni per attivare processi culturali di cambiamento.
Si aggiunge, sempre all’interno del progetto Wo-Men, l’opera realizzata dai volontari e dalle volontarie di Binario49 che, ispirandosi all’artista messicana Elina Chauvet, presentano un’installazione di scarpe femminili rosse in ceramica smaltata con tecnica raku, tutte in marcia. I modelli di calzature sono cinque e sono state realizzate sul calco di scarpe appartenute a donne tribolate. Sono scarpe povere, di chi è stata sulla strada, di chi ha vissuto l’abbandono, di chi ha subito violenza, di chi non c’è più. Pezzi unici, realizzati completamente a mano, che gridano il dolore. Perché dietro ad ogni scarpa c’è una storia e dietro ad ogni storia ci sono state una serie di assenze di attenzione della società che, diversamente, avrebbero potuto permettere un finale diverso. In un periodo nel quale non è possibile realizzare mostre, eventi culturali e dibattiti, Binario49 ha deciso di dare vita ad una installazione che possa sempre essere fruita dall’esterno.
Per comunicare in modo simbolico e forte alla città e promuovere l’attenzione al tema, il Comune, su richiesta dell’associazione Zonta, il 25 novembre illuminerà di rosso le fontane di piazza Martiri del 7 luglio, l’installazione di piazzale Marconi e i ponti ‘le Vele’ di Calatrava. E di rosso si illumineranno anche i teatri. La Fondazione I Teatri aderisce, infatti, alla campagna ‘Neanche per finta’, in cui si chiede a teatri, istituzioni e associazioni culturali di fare piccoli gesti simbolici e di raccontarli e condividerli sui propri siti e profili social.
All’interno del Calendario Trecentosessantacinque giorni Donna sono proposti incontri online, tra i quali ‘Corpo di donna, corpo di reato’ su ideazione della professoressa Lorena Mussini in collaborazione con l’Associazione Nondasla.
Questa sera alle ore 21, dalla piattaforma zoom e del portale giovani del Comune di Reggio Emilia, andrà in diretta la presentazione del docufilm ‘È successo una volta. Per la prevenzione della violenza maschile sulle donne. Un racconto libero ed intimo sulle relazioni sentimentali a partire dalle esperienze vissute da ragazzi e ragazze che abitano la nostra città, realizzato con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, da un gruppo di giovani videomaker che hanno frequentato il VideoLab promosso da Officina educativa: Lorenzo Paglia, Bettina Zironi, Francesco Bassoli, Elena Zanichelli e Giorgio Nizzoli, con la supervisione tecnica del regista Alessandro Scillitani, dell’Associazione Cine Club Reggio e Alessandra Campani ed Elisa Bianchi dell’Associazione Nondasola che gestisce il Centro Antiviolenza – Casa delle Donne di Reggio Emilia e da vent’anni è impegnata con laboratori di prevenzione nelle scuole della provincia e attività di sensibilizzazione con ragazze e ragazzi della città. Sarà presente l’assessora alle Pari opportunità Annalisa Rabitti e modererà l’incontro virtuale Valeria Perdonò, attrice e attivista di amlet_a.
Lunedì 30 novembre, dalle 14.30 alle 18.30 l’Associazione Nondasola, in raccordo con la Cgil, attraverso un incontro webinar dal titolo “Donne e lavoro, tutela di una fascia debole o vantaggio competitivo per le imprese? Conciliazione vita lavoro. Come riconoscere e combattere la violenza contro le donne nelle sue molteplici forme” affronterà i temi che la pandemia Covid ha fatto riemergere con forza: l’importanza delle politiche sociali intese come strumento di sostegno alle famiglie, la difficoltà di conciliazione dei tempi di vita e lavoro e la questione della cultura di genere, che sembra purtroppo caratterizzare ancora le donne come le principali protagoniste nella cura della famiglia, anche a parità d’impegno lavorativo. L’incontro, pensato in epoca pre-Covid e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, rientra nel progetto ‘Lavoro. Vita. Benessere. Work life balance e parità di genere: un’opportunità per tutte e tutti’. L’incontro andrà in diretta sul profilo Youtube del Comune di Reggio Emilia.
sul portale ‘Eventi a Reggio Emilia’, con l’intento di promuovere una riflessione intorno al tema, verranno pubblicati contributi culturali come l’intervista a Maria Beatrice Giovanardi, la manager emiliana che da anni vive e lavora in Gran Bretagna e che, per alcune ricerche di lavoro, si è imbattuta nella definizione della parola woman data dall’Oxford Dictionary; rimanendo fortemente contrariata dalla connotazione sessista, ha promosso una petizione firmata da 34mila persone che ha portato alla storica decisione dell’Oxford Dictionary di cambiare la definizione del vocabolo donna.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]