Il Tar dell’Emilia-Romagna, con ordinanza del primo dicembre 2021, ha respinto l’istanza cautelare presentata dalle società Capelli srl e Immobiliare Amarossi srl contro il Comune di Reggio, che il 26 luglio scorso aveva negato il permesso a costruire in sanatoria relativo a un edificio in legno utilizzato come ufficio e collegato direttamente alla sede principale della carrozzeria Capelli. Con la stessa ordinanza il Tar ha respinto anche la richiesta dei ricorrenti contro il pagamento della sanzione di 20.000 euro.
Ma la vicenda, secondo Fratelli d’Italia, ha anche un altro risvolto: la Capelli srl, infatti, vede come azionista l’attuale presidente di Farmacie comunali riunite Andrea Capelli, che fu nominato dal sindaco di Reggio Luca Vecchi il 9 settembre del 2020, quando la lite pendente tra la società Capelli Srl e il Comune era già in atto, essendo quest’ultima risalente al 2019.
Il portavoce reggiano di Fratelli d’Italia Marco Eboli e il responsabile sicurezza del partito Ivaldo Casali hanno sottolineato come, in base all’art. 63 del Tuel (Testo unico enti locali), è incompatibile con cariche pubbliche del Comune “colui che ha lite pendente con il Comune o con la Provincia in quanto parte di un procedimento civile o amministrativo”.
Secondo il partito di Giorgia Meloni, quindi, “si profila l’incompatibilità di Andrea Capelli a ricoprire la carica di presidente di Fcr. Sorge però la domanda sul perché il sindaco Vecchi abbia proceduto nel 2020 a nominarlo senza verificare o sapendo che dal 2019 esisteva una lite con la Capelli srl, di cui Andrea Capelli è socio al 50%. Il sindaco non potrà permettersi, in questo caso, di non dare spiegazioni. Potrebbero essere illegittimi, se Capelli fosse davvero incompatibile, tutti gli atti di Fcr da quando è presidente”.
Eboli e Casali, inoltre, hanno evidenziato come “al momento del ricorso contro l’ordinanza del Comune del 26 luglio 2021, che disponeva la demolizione della costruzione, i ricorrenti ammettevano, di fatto, che il fabbricato era abusivo e di non aver nessuna possibilità per eseguirne l’abbattimento. Per quanto riguarda la sanzione di 20.000 euro, i termini per il pagamento sono scaduti e al momento non risulta sia stata pagata. La questione quindi è molto seria e impone al sindaco di chiarire alla città perché ha nominato Capelli come presidente di Fcr, nonostante sia parte in una lite pendente con il Comune. Capelli, invece, deve dire perché la Capelli srl, di cui è socio al 50%, al momento non ha provveduto a pagare la sanzione di 20.000 euro, essendo scaduti i termini, e quando la sua società abbatterà il fabbricato non più sanabile”.
Immediata la replica dello stesso Capelli: “È falso che al momento della mia nomina a presidente di Fcr la Capelli srl fosse in lite con il Comune, citato in giudizio avanti al Tar solo il 29 ottobre del 2021. Ed è falso che io rappresenti la Capelli srl: mio padre è amministratore unico da quando esiste la società e unico rappresentante legale dal 1995. Del resto anche Eboli cita il fatto che la casetta di 29 metri quadrati (e non 100 metri quadrati, come erroneamente affermano Eboli e Casali) fu costruita quando io avevo 15 anni: anche un bambino capisce quindi che io sono personalmente totalmente estraneo a questa vicenda”.
“È falso – ha proseguito Capelli – che io sia titolare del 50% della Capelli srl, in quanto rappresento il 25% dei voti in assemblea dei soci, percentuale per legge non significativa: in base al decreto legislativo 231/07 in materia di antiriciclaggio (Marco Eboli non faceva il bancario? Ignora anche questo?) io non sono nemmeno il titolare effettivo dell’impresa. È falso quindi che io sia in lite con il Comune. Lo stesso Eboli mi definisce “azionista” della società di capitali. Nelle società di capitali gli azionisti non sono minimamente coinvolti e non hanno alcuna responsabilità nella gestione: se l’amministratore delegato di Unicredit facesse causa al Comune, ogni azionista di Unicredit sarebbe in lite con il Comune?”.
“È totalmente falso, quindi, che io possa essere incompatibile con la carica di presidente di Fcr, né ora né alla nomina”, ha concluso Capelli: “Eboli e Casali raccontano bugie con il solo fine di ottenere un po’ di visibilità personale, approfittando strumentalmente di un rapporto familiare e manifestando grandi limiti dal punto di vista della conoscenza giuridica e amministrativa. Credo però che esistano dei confini al di fuori dei quali anche la normale dialettica politica, quando è agita con il solo fine di squalificare l’avversario senza alcun fondamento di verità, diventa autentica diffamazione”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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