Nell’ambito dell’attività di controllo del Comando Provinciale di Reggio Emilia sul legittimo accesso ai fondi Covid, il Nucleo di Polizia economico-finanziaria ha concluso nei giorni scorsi alcuni controlli nei confronti di piccole e medie imprese, che hanno avuto indebitamente accesso a una serie di misure economiche di sostegno, rivolte a quei soggetti economici danneggiati dall’emergenza sanitaria.
Infatti, tra le molteplici attività aziendali controllate, sei hanno beneficiato di prestiti garantiti dallo Stato – per effetto delle norme inserite nel D.L. n. 23/2020 (il cosiddetto “decreto liquidità”) – per circa 200.000 euro, privi dei requisiti previsti dalla legge, configurandosi così il reato di indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato e, in un caso, di truffa ai all’erario, per aver posto in essere la condotta di falso in bilancio pur
di accedere alle misure.
Quattro delle imprese coinvolte sono operanti nel settore dell’edilizia, mentre una gestisce un minimarket etnico ed un’altra svolge attività di agente per macchine agricole.
I soggetti sono stati deferiti alle Autorità giudiziarie competenti (Procure della Repubblica di Reggio Emilia e Mantova) e segnalati all’Ente erogatore per la revoca della misura.
Uno dei soggetti indagati era stato già coinvolto nella nota operazione Billions. Il corretto impiego dei fondi pubblici aiuta la crescita produttiva e occupazionale e contribuisce, nell’attuale congiuntura, ad arginare l’impatto negativo della crisi economica e sociale conseguente all’emergenza pandemica e sostenere il rilancio del Paese.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]