Il 2020 si apre per il Comune di Reggio Emilia con una nuova polemica sui dirigenti. Dopo le due inchieste dell’anno scorso in cui sono indagate per presunte violazioni sugli incarichi professionali 33 figure apicali dell’amministrazione, ora finiscono nella bufera i criteri per le nomine degli stessi vertici della macchina comunale.
A contestarne la legittimita’ sono gli ispettori del ministero dell’Economia che li hanno esaminati nel marzo 2017, in una relazione resa pubblica dalla consigliera comunale Paola Soragni del M5s. La pentastellata – candidata consigliera regionale alle elezioni del 26 gennaio – preannuncia quindi una interpellanza in sala del Tricolore ed eventualmente un doppio esposto ad Anac e Corte dei Conti.
In dettaglio, il ministero ha esaminato le modalita’ di individuazione dei dirigenti a tempo determinato nel periodo 2012-2016, rilevando in primo luogo che fino al 2014 il conferimento degli incarichi e’ avvenuto in maniera diretta, contravvenendo al cosiddetto “decreto Brunetta” (del 2001), che “nessun margine di dubbio lasciava in ordine alla necessita’ di una procedura pubblica comparativa”.
Solo dal 2014 quindi, sono state effettuate le selezioni dei dirigenti, ma anche stavolta, dice Soragni, in modo “improprio” perche’ avvenute non tramite concorso pubblico ma “in via selettiva-comparativa” considerata dalla giurisprudenza “un’eccezione rispetto al principio generale del pubblico concorso” e riservata “ai soli casi in cui si sia in presenza di peculiari e straordinarie esigenze di interesse pubblico”.
Inoltre tra i requisiti richiesti ai possibili candidati, il Comune di Reggio Emilia aveva inserito quello “speciale” di avere avuto almeno per tre anni la dirigenza nello stesso settore. Con il risultato che, scrivono gli ispettori, “il numero dei partecipanti a ciascuna selezione sia stato esiguo, e ancora piu’ esiguo il numero degli ammessi alla valutazione, tanto che in alcuni casi vi e’ stato un solo candidato ad aver superato l’esame dei requisiti”. La principale causa di esclusione, e’ stata “il mancato possesso del requisito speciale di tre anni come dirigente”.
Altro elemento contestato e’ poi quello della durata degli incarichi dirigenziali a tempo determinato che non possono andare oltre il mandato del sindaco o, come specificato dalla giurisprudenza, non piu’ di tre anni. Alcuni dirigenti, invece, hanno superato anche i 20 anni di servizio nello stesso settore.
A questo proposito gli ispettori fanno notare che “la reiterazione degli incarichi dirigenziali a tempo determinato agli stessi soggetti non sempre garantisce la separazione tra attivita’ politica e attivita’ amministrativa, principio cardine negli apparati pubblici”. Infine lo scorso 29 novembre la giunta comunale ha approvato una delibera per l’assunzione di 12 nuovi “coordinatori di area” a tempo determinato, di cui sei verranno assunti tramite concorso e altri sei con procedura “non paraconsorsulae”.
Ovvero secondo Soragni “scavalcando ancora una volta i concorsi”. A questo punto, prosegue “ci si chiede quali saranno i dirigenti a tempo determinato che, avendo lavorato per cinque anni in quel ruolo, saranno scelti dopo un mero colloquio attitudinale”. I nomi Soragni e’ certa di conoscerli e li ha messi in una busta che aprira’ al momento delle nomine per vedere se coincidono.
(fonte Dire)
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]