Se, come cantava Francesco De Gregori, “la storia siamo noi, ed è la gente che fa la storia, quella gente che si ritrova con gli occhi aperti e sa benissimo cosa fare“, un’ottima testimonianza di questo assioma è rappresentata da quanto emerso dall’incontro svoltosi nei giorni scorsi al centro sociale Orologio di Reggio per presentare “Reggio Emilia 2000- 2020. Economia, politica, cultura e sport”, l’ultima pubblicazione della casa editrice Vittoria Maselli.
Un volume a cura di dodici diversi autori reggiani e corredato da numerose fotografie d’archivio: di fatto un racconto lungo vent’anni, utile non solo per ricordare, ma anche per riflettere su come è cambiata la città di Reggio dal 2000 a oggi.
Come ha ricordato durante la presentazione Giuliana Lusuardi, tra i curatori dell’opera, partendo dalle tappe storiche più significative degli ultimi 20 anni – come l’attentato dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti, la crisi economica del 2008 o la recente pandemia di Covid-19 – “si è voluto proporre una serie di analisi, informazioni, riflessioni su quanto di più significativo è accaduto nel territorio reggiano dal 2000 al 2020”, spaziando dall’economia alla politica, dalle emergenze sociali alla vita culturale e sociale, fino allo sport (professionale e dilettantistico), con i testi dei vari autori completati da brevi schede che sintetizzano gli avvenimenti più importanti dell’anno.
L’iniziativa è stata anche l’occasione per riportare le testimonianze di alcuni tra i protagonisti della cronaca reggiana dell’ultimo ventennio e per un confronto serrato dal vivo sulle prospettive della città e della provincia.
Stefano Landi, presidente uscente della Camera di commercio di Reggio, ha tracciato un bilancio a tinte chiaro-scure dell’economia reggiana, con le incognite determinate dall’emergenza sanitaria Covid-19.
Il prof. Giovanni Verzellesi, prorettore dell’Università di Modena e Reggio, ha invece ripercorso la storia dell’ateneo emiliano, sottolineando come la scommessa della collaborazione tra pubblico e privato possa considerarsi vinta, passando anche attraverso la sfida della destinazione dell’ex seminario di Reggio a sede universitaria (il primo lotto dei lavori sarà inaugurato nel mese di novembre, nonostante lo stop temporaneo determinato dal lockdown primaverile). Il prorettore ha poi anticipato che saranno effettuati lavori anche presso la sede del campus San Lazzaro, ampliando la disponibilità di laboratori – alcuni dei quali attualmente ubicati in via Kennedy, dalla parte opposta della città.
Il prof. Gino Mazzoli, responsabile del report sulla coesione sociale della Camera di commercio, ha brevemente spiegato (anticipando che il prossimo lavoro sarà dedicato al post-Covid) come si sia modificato negli ultimi vent’anni il tessuto sociale della provincia reggiana: immigrazione, calo demografico, famiglie mononucleari in aumento soprattutto nelle fasce di età inferiore ai 45 anni, lavoro, incremento dei soggetti con depressione seguiti dai servizi sociali.
Silvia Iotti, presidente dell’associazione Nondasola, ha illustrato l’attività svolta dall’associazione e dalla Casa delle donne, che opera dal 1997 nell’aiutare le donne vittime di violenza, circa 370 ogni anno: “Quello che maggiormente ci preme è aiutarle nel raggiungimento di alcuni requisiti fondamentali per una vita libera e indipendente (autonomia abitativa, conseguimento della patente di guida, formazione professionalizzante)”.
Durante la presentazione del libro c’è stato spazio anche per l’associazionismo sportivo (con Fernando Margini, storico dirigente di Galileo e Giovolley, che ha ricordato l’importanza dello sport di base), per la cultura (con il professor Marco Fiorini, direttore dell’Istituto musicale Peri-Merulo, che ha parlato dell’esperienza delle orchestre giovanili e della formazione nel settore della musica) e per la cooperazione (con il direttore di Boorea Stefano Campani).
Le conclusioni sono state tratte da Lorenzo Capitani, tra i curatori del volume: “Mentre stavamo completando le ultime parti di questo nostro lavoro, è arrivata la pandemia. Ci siamo interrogati anche sull’opportunità di continuare. Infine abbiamo comunque voluto portare a termine il lavoro di un anno, come gesto di speranza e di fiducia sulle inesauribili energie della nostra terra. Occasioni come quella di oggi – ha concluso – dovranno essere ripetute, perché la discussione non può essere limitata soltanto ai social network”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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