Gli avvocati Carmine Migale e Giovanni Tarquini, consiglieri comunali della Lista Civica per Reggio Emilia, scrivono in una nota. “Nell’intervista rilasciata alla Gazzetta di Reggio l’assessore Marwa Mahmoud in sostanza afferma: via il crocefisso dalle scuole, tanto è lo stesso, la Schlein molto presto presidente del Consiglio e a Reggio la scuola di istruzione politica del Pd. Intanto i nostri paladini del cattolicesimo si sono accorti di aver fatto un po’ di guai e fondano la Comunità democratica (le altre non lo sono forse) per richiamare alle urne i cristiani ibernati e indifferenti. E no! Da ex candidato Sindaco di questa città e, prima ancora, da cittadino cresciuto nel mondo parrocchiale, liceale, universitario, militare (anche se per poco tempo), professionale (per tanto tempo) e ora politico, proprio non ci sto! Di fronte ai segnali sempre più chiari sugli indirizzi politici di questi amministratori, la Chiesa dov’è? Come possiamo continuare come genitori, nonni, zii, educatori, a insegnare il senso, l’origine e il valore di un crocefisso, di un presepio, di un altare quando chi è sacro custode del messaggio evangelico cristiano tace di fronte all’avanzare di un’ondata di dichiarata anticristianità? Come si può trovare ancora la voglia, la forza e il coraggio di mettersi o di rimettersi in gioco per portare quei valori dentro alla politica attiva quando l’appoggio dei rappresentanti, anzi servitori, della stessa Chiesa si limita a un sussurro di incoraggiamento o poco più? E’ ora di smetterla di trasformare il sacrosanto principio di accoglienza, di apertura e di amore per tutto e tutti in una fatale rinuncia alle nostre radici, alla storia dell’Europa, che è nata sulle fondamenta della polis degli antichi Greci, da cui la stessa parola “politica” trae la radice etimologica. Questo intervento dell’assessore comunale Mahmoud fa scempio delle nostre istituzioni, poiché vuole eliminare persino i simboli della cultura che ha generato i padri della nostra Costituzione e della nostra amata e sempre più incontrollata Città. L’alternativa è andare avanti così, in apparenza sui binari della modernità ma in realtà verso la deriva. E allora, però, non lamentiamoci più”.
La replica del presidente del Partito democratico di Reggio Emilia, Roberta Mori. Il consigliere Giovanni Tarquini ha affermato che l’assessora Marwa Mahmoud “fa scempio delle nostre istituzioni”. Le parole contano. Le parole sono pietre. Le parole raccontano spesso di una politica che non si confronta, ma colpisce distorcendo il significato delle parole.
Istituita dal Parlamento nel 2024 oggi, 20 gennaio, si celebra la Giornata del Rispetto. Queste parole non solo mancano di rispetto alla verità, ma sembrano pronunciate per alimentare divisioni e incomprensioni all’interno della nostra comunità usando strumentalmente un pensiero garbato che unisce e valorizza le differenze.
L’assessora Mahmoud ha richiamato al “pluralismo” di uno Stato di diritto laico e aconfessionale, come sancito dall’articolo 8 della Costituzione italiana, che garantisce la libertà di professare la propria fede religiosa senza discriminazioni.
Questo non significa rinnegare le nostre radici culturali, ma riconoscere la necessità di un dialogo interculturale che promuova la coesistenza pacifica e arricchisca la nostra società. Stravolgere parole e alimentare scontri di civiltà attraverso il credo di ciascuno è scorretto, antistorico e profondamente ingiusto.
Abbiamo bisogno di credere nella forza dell’umanità senza crogiolarsi in passati gloriosi, ma impegnandoci a costruire presente e futuro ove tutti i simboli universali di sacrificio e pietà, compassione e perdono abbiano cittadinanza di fronte ad un panorama internazionale che faticosamente cerca di ritrovarsi.
In contesti prevalentemente maschili del potere pubblico e della rappresentanza istituzionale, la presenza e l’impegno delle donne apportano una forza emancipativa e innovativa originale che incrocia resistenze ataviche. Le supereremo con una “rivoluzione gentile” che contribuisca a costruire una comunità più inclusiva e rispettosa delle diversità, facendo la differenza anche nella nostra città”.
Reggio l’ ombelico del mondo “anti”, come sempre, mentre crede di essere “ante”