Si consolidano (con una lieve crescita) gli assetti demografici, prosegue la crescita dell’economia, i percorsi di acquisizione della cittadinanza italiana segnano nuovi livelli di integrazione sociale e lavorativa e il reddito disponibile per le famiglie riprende quota, nonostante restino ancora presenti situazioni di fragilità lavorativa, e nel 2017 si sia registrato, insieme ad un aumento del tasso d’occupazione, anche un lieve incremento di quello di disoccupazione.
E’ questa la Reggio Emilia che esce dal settimo Rapporto sulla coesione sociale realizzato dalla Camera di Commercio in collaborazione con il Comune capoluogo.
Dalla fotografia scattata sulla nostra provincia – presentata dal presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi, dall’Assessore al Bilancio di Reggio Emilia, Daniele Marchi, e dal curatore Gino Mazzoli, psicosociologo – emerge innanzitutto un lieve aumento della popolazione; invertendo il trend degli anni precedenti, gli abitanti si sono portati a 532.575 unità al 1° gennaio 2018, mentre il flusso migratorio verso il nostro territorio (costituito oggi per il 60% da italiani e per il 40% da stranieri) ha registrato una frenata del 37% e il numero degli stranieri è sceso di circa 7.500 unità negli ultimi quattro anni, mentre appaiono in evidente crescita i livelli di integrazione, rappresentati anche dai 10.113 amministratori d’azienda provenienti da altri Paesi e dalle 7.979 imprese a guida straniera (200 in più in un solo anno) presenti nella nostra provincia.
“Insieme al calo dei flussi migratori, ai rientri e ai trasferimenti in altre aree del Paese – sottolinea Gino Mazzoli – agli alti livelli di integrazione raggiunti si lega una parte preponderante del nuovo contesto sociale del nostro territorio, sul quale ha inciso l’acquisizione della cittadinanza italiana da parte di quanti presentano i requisiti previsti dalla legge e, tra questi, la regolare residenza da dieci anni e un adeguato reddito personale o familiare da almeno tre anni”, la riduzione del fenomeno migratorio, le nuove tipologie di impresa, l’aumento dell’export e la ripresa economica.
E così come si evolve verso nuovi equilibri demografici, Reggio Emilia cambia e si consolida sensibilmente anche su altri versanti, a partire dal fronte del lavoro.
“La nostra provincia – spiega Mazzoli – aveva pagato alla crisi economica un prezzo più alto di quello regionale, con una flessione del 4% del tasso di occupazione rispetto al -0,8 emiliano romagnolo; negli ultimi due anni, grazie ad un recupero percentuale maggiore della media regionale, si è però riportata ad un tasso di occupazione pari al 68,4%, in linea con il dato regionale e di 10,4 punti al di sopra di quello nazionale”. In altri termini – spiega Mazzoli – negli ultimi 7 anni sono stati recuperati 12.000 posti di lavoro dei 15.000 persi durante la crisi.
“Contemporaneamente – prosegue Mazzoli – il tasso di disoccupazione si è attestato nel 2017 al 4,9%, lontanissimo da quello nazionale (11,2%) e largamente il più basso tra le provincie della regione, dove la media si attesta al 6,5% ed appare pressoché in linea con il 6,3% del Veneto e il 6,4% della Lombardia”.
“Valori importanti – secondo il curatore del Rapporto promosso da Camera di Commercio e Comune di Reggio Emilia – cui si associa, finalmente, anche una riduzione del numero delle persone segnate da vulnerabilità lavorativa”.
“Insieme ad un insuccesso scolastico che riguarda soprattutto gli studenti degli istituti tecnici e professionali e in rilevante misura i ragazzi stranieri – osserva Mazzoli – proprio queste fragilità richiedono ancora una particolare attenzione, perché le persone in cassa integrazione, quelle iscritte alle liste di disoccupazione e quelle interessate da contratti di solidarietà sono sì scese di oltre 16.000 unità in un solo anno, ma restano comunque attorno alle 47.000″.
Continua a migliorare, intanto, anche la condizione delle famiglie reggiane, con un reddito disponibile in costante crescita dal 2012”.
“Secondo le stime di Prometeia elaborate dal nostro Ufficio studi – sottolinea il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi – il 2018 dovrebbe chiudersi ancora con un aumento del reddito disponibile ed un ulteriore rafforzamento anche nel 2019”.
“Negli ultimi mesi – prosegue Landi – è rallentato il ritmo di crescita dell’industria manifatturiera, ma il miglior andamento degli altri comparti (a partire dai servizi) ci dovrebbe portare ad una fine 2018 con il Pil in crescita dell’1,2% e ad un incremento dell’occupazione dell’1%”.
Su questo buon andamento influisce in modo rilevante, come sempre, il volume degli scambi con l’estero. “Abbiamo chiuso il 2017 – spiega Landi – con una crescita dell’8,5% e un valore delle esportazioni pari a 10,3 miliardi; nel primo semestre 2018 abbiamo registrato un’ulteriore crescita del 7%, che rappresenta l’incremento più rilevante fatto segnare dalle province emiliane con i più alti flussi di esportazioni”. “Rispetto al saldo di fine anno – conclude Landi – ipotizziamo un rallentamento del trend augurandoci, però, che le esportazioni reggiane continuino a segnare nuovi record, con tutte le positive implicazioni che sulla nostra economia può avere uno scambio che vale il 60% del Pil provinciale”.
“Quella che i dati ci mostrano oggi – dichiara Daniele Marchi, assessore al Bilancio del Comune di Reggio Emilia – è l’immagine di una città che sta ritrovando un suo equilibrio e, grazie anche ad una economia forte e di eccellenza, sta cercando di mettersi alle spalle parte degli effetti di questa crisi. Il lavoro da fare ancora però non manca”. “Dobbiamo ora pensare a come prenderci cura dell’ambiente in cui stiamo. L’ambiente naturale su cui dobbiamo concentrare l’attenzione attraverso politiche di contenimento dei fattori inquinanti, di salvaguardia e ampliamento del patrimonio naturale di cui siamo custodi. Ma anche un ambiente di carattere sociale – continua Marchi – segnato da un lavoro in forte ripresa ma ancora fragile e precario, con un aumento della forbice sociale e nuove esigenze delle famiglie e dei cittadini reggiani che ci chiedono di essere presenti e attenti”. Nel 2017 sono stati 2149 nuclei familiari – solo a Reggio Emilia – che hanno usufruito di contributi e sostegni economici (Reddito di solidarietà, contributi alloggio, sostegni economici, sostegni all’inclusione attiva). Nel 2018 il dato parziale ad ottobre conta già quasi 700 beneficiari di reddito di Inclusione e Reddito di Solidarietà.
“La nostra comunità – sottolinea l’assessore – ha saputo reagire e oggi porta orgogliosamente i segni di questa ripresa posizionandosi nella parte alta delle graduatorie regionale e nazionale”. “Il flusso migratorio nazionale e internazionale si è ridotto sensibilmente (-37% negli ultimi 5 anni) dopo anni di costante crescita fino al 2014, e per la prima volta calano anche i cittadini italiani emigrati all’estero. Il numero degli stranieri è in costante diminuzione dopo i picchi raggiunti nel 2012, i dati economici ed occupazionali danno segnali di tendenza importanti, trainati dall’export”. “PIL pro capite provinciale e comunale continuano a risalire a ritmo costante, cosi come cala la disoccupazione, concentrata appunto in alcuni settori.” “Importanti, come sempre, e strutturalmente da tutelare e incentivare, anche i dati sul patrimonio di volontariato e solidarietà su cui il territorio può contare: 35.600 cittadini in tutta la provincia pari al 6,7% della popolazione. Siamo continuamente alle prese con nuove sfide e problematiche sempre più globali – conclude Marchi – ma rimane la convinzione di poter contare su un patrimonio di coesione e infrastrutturazione resistente, su cui far crescere la nostra nuova città”.
Crescita popolazione: il numero è potenza (diceva quel coglione finito a Piazzale Loreto a testa in giù).
E bello che un amministratore riesca a vedere nelle pieghe dei dati annuali cose che sfuggono al cittadino medio, ti rendi conto che non sei in grado di commentare men che meno di criticare, oserei dire inutile pure l’andare a votare.