Reggio. Confcoop e Lapam, un’alleanza per lo sviluppo delle imprese

Firma protocollo Matteo Caramaschi e Gilberto Luppi

Lunedì 21 ottobre, a Reggio, Confcooperative Terre d’Emilia e Lapam Confartigianato hanno siglato un protocollo d’intesa per lo sviluppo delle imprese e dei territori che mette al centro proprio l’obiettivo di promuovere “crescita economica, innovazione e sostenibilità”.

Un patto, quello firmato nella sede reggiana di Confcooperative in Largo Gerra, che vede in campo due organizzazioni leader nella rappresentanza del mondo cooperativo e dell’artigianato, sommando le 620 cooperative rappresentate da Confcooperative Terre d’Emilia (per un totale di 47.000 dipendenti e oltre 135.000 soci complessivi) e le oltre 11.000 imprese artigiane, le piccole e medie industrie, le attività del commercio, del turismo, i pubblici esercizi, i professionisti e gli agenti di commercio rappresentati da Lapam Confartigianato, presente nelle province di Reggio e Modena con 53 sedi e oltre 650 dipendenti.

Sono quattro gli ambiti di collaborazione sanciti dall’intesa, che riguarda in modo particolare i territori emiliani di Reggio e di Modena: la promozione di comunità energetiche rinnovabili in forma cooperativa, la promozione di imprese che nascano da lavoratori di aziende in crisi o in difficoltà legate alla successione d’impresa (workers buyout), la promozione di cooperative di lavoro artigiane e, infine, la comune promozione di iniziative di responsabilità sociale d’impresa.


“Per lo sviluppo, e a maggior ragione per uno sviluppo sostenibile e inclusivo – hanno sottolineato i presidenti di Confcooperative Terre d’Emilia e di Lapam Confartigianato, Matteo Caramaschi e Gilberto Luppi – occorre guardare complessivamente ai bisogni delle imprese e a quelli delle comunità locali; è proprio in questo senso che vanno lette le priorità che abbiamo assegnato al tema dell’energia, al rafforzamento della competitività delle imprese artigiane attraverso strumenti cooperativi e alla continuità di percorsi d’impresa che impattano molto sui territori e possono essere messi a rischio sia da situazioni di crisi che, ancor più frequentemente, dall’assenza di quella continuità generazionale sulla proprietà che ha caratterizzato il passato”.

Su questo versante è evidente la preoccupazione dei presidenti delle due organizzazioni: “Si è affievolita la cultura imprenditoriale che ha connotato per decenni i nostri territori e, per appesantimenti burocratici e costi di gestione spesso poco compatibili con l’andamento del mercato interno e di quelli esteri, fare impresa è sempre meno attrattivo; la conseguenza è che anche imprese sane rischiano la chiusura o diventano appetibili per soggetti che hanno interessi non sempre coincidenti con quelli dei territori in cui le aziende sono nate e si sono sviluppate”.

Di fronte al rischio di perdere questi presidi imprenditoriali “che rappresentano patrimoni comunitari che garantiscono occupazione e sviluppo locale – hanno sottolineato Caramaschi e Luppi – i workers buyout si configurano come una risorsa molto importante, perché consentono ai lavoratori di queste aziende di diventare protagonisti dei processi produttivi, avvalendosi anche delle risorse che mettono a disposizione gli strumenti legislativi (l’anticipo della Naspi, tra questi) e gli strumenti finanziari e di garanzia propri del mondo cooperativo e artigiano”.

In questi percorsi, in quelli che riguardano la formazione di chi si avvicina ai workers buyout e la promozione di comunità energetiche rinnovabili, hanno aggiunto il segretario generale di Lapam Confartigianato Carlo Alberto Rossi e il direttore generale di Confcooperative Terre d’Emilia Matteo Manzoni, “i lavoratori e le imprese potranno anche contare, grazie a questa intesa, su due centri servizi tra i più grandi del Paese (oltre 57 milioni di fatturato complessivo), che lavoreranno insieme per dare assistenza ai nuovi progetti che andremo a sostenere insieme”.

Pur essendo stata ufficializzata solo in quest’ultimo scorcio di ottobre, la collaborazione tra Confcooperative Terre d’Emilia e Lapam Confartigianato è di fatto già decollata da alcune settimane. Proprio in coincidenza con la firma del protocollo, infatti, nella sede reggiana della centrale cooperativa si è tenuto il quarto appuntamento territoriale (i precedenti erano stati a Pavullo nel Frignano, a Correggio e a Modena) promosso dalle due organizzazioni sulle comunità energetiche rinnovabili; uno strumento che, come hanno sottolineato Manzoni e Rossi, “tiene insieme sviluppo economico, inclusione di imprese e cittadini, risparmi sui costi di approvvigionamento e sostenibilità”.



Non ci sono commenti

Partecipa anche tu