Reggio città senza barriere, la Rabitti alla Rubertelli: non vede perché non vuole vedere

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L’ex presidente di Fcr e candidata al Consiglio comunale per il Pd, Annalisa Rabitti, responsabile del progetto Reggio Città senza Barriere, replica alla candidata di Alleanza Civica, Cinzia Rubertelli che in una lettera aveva messo in discussione i risultati raggiunti dal progetto. Scrive la Rabitti:

“Città Senza Barriere (RCSB) è un progetto molto ampio. Il tema delle barriere architettoniche è uno dei 9 ambiti di intervento che il progetto si pone fra gli obiettivi. C’è il sito www.cittasenzabarriere.re.it in cui sono raccontate le decine di progetti realizzati, grazie all’aiuto di centinaia di volontari e cittadini, associazioni ed enti che si sono messi in gioco. C’è il libro “La città senza barriere” in vendita in libreria, scritto ad 80 mani, che riesce a dare un’idea del ricco percorso fatto.
Credo sia irrispettoso definire Rcsb uno slogan senza risultati, sopratutto nei confronti delle persone coinvolte, ma che sia anche poco credibile parlare in questo modo, perché una delle cose riconosciute anche dalle altre città, e da amministrazioni di colore politico diverso dal nostro, è la grande quantità di lavoro svolto.
La vita di una persona con disabilità è complessa, e Rcsb non si occupa certo solo di accessibilità.

Non elencherò le cose fatte, non potrei farlo in una lettera, ma ecco qualche azione fatta per darvi una idea: solo nelle ultime settimane abbiamo avuto la gara di scherma Nazionale con 120 atleti paralimpici al Palazzetto dello Sport, abbiamo vinto un bando da più di 100mila euro con il Consorzio Romero e forniremo visite ed interventi gratuiti a persone con disabilità, Aterballetto ha presentato una rassegna di Danza dedicata alla Fragilità, abbiamo aperto l’ importante Mostra di Fontanesi ai Musei civici che è stata pensata per tutti, è stata “ facilitata” in comunicazione aumentativa e tradotta in lingua dei segni, e all’inaugurazione i ragazzi fragili di Art Factory hanno condotto gli atelier per i bambini della città, abbiamo inaugurato i Chiostri di San Pietro dove tutte e persone hanno potuto vedere un luogo recuperato, bello ed accessibile, abbiamo iniziato i lavori a Foscato con la Fondazione Durante e dopo di noi e Acer per realizzare una palazzina per il dopo di noi, fra una settimana ReggioNarra riempirà una città di storie lette per tutti i bambini, e lo farà con tanti linguaggi (lingua dei segni, corpo, al buio ecc, con la Comunicazione Aumentativa, ecc). Queste sono solo le cose delle ultime settimane, non sono nemmeno tutte, e non sono slogan.

Sono progetti culturali, rivolti a cambiare il pensiero della città.
Per quanto riguarda i cantieri di via Guasco e piazza Roversi entrambi sono stati realizzati grazie alla consulenza del Centro Regionale del Benessere Ambientale dell’emilia Romagna, l’ente della regione preposto a controllare l’accessibilità dei luoghi.
Parcheggi, pendenze e percorsi saranno accessibili. I percorsi tattili sono stati fatti con la collaborazione dell’Unione italiana ciechi, e sono un progetto sperimentale: non troverete le famose mattonelle a pallini e righe, abbiamo fatto un lavoro diverso. Abbiamo lavorato su una modalità percettiva nuova, su cambi di materiali e borchie a terra, poco visibili ma funzionali allo scopo.

Ma è comprensibile che non vi accorgiate di nulla: la sfida è proprio questa. Stiamo lavorando su luoghi per tutti, dove l’accessibilità sia invisibile. Non vogliamo percorsi e corsie, vogliamo che un luogo vada bene, senza che nessuno se ne accorga.
Nei giardini della città sono apparsi giochi inclusivi ( solo recentemente parco delle Paulonie in zona stazione e Parco Noce Nero), oggi esiste A-Gym, una palestra per le persone con disabilità, il nostro palazzetto dello Sport è diventato accessibile. E decine di altre cose sono state fatte, e le potete trovare sul sito.

Tante cose mancano ancora, è vero. Una città si cambia in vent’anni, e bisogna lavorare ancora tanto, ma non accorgersi di quello che sta accadendo a Reggio Emilia vuole dire non volere vedere, o essere distratti e poco coinvolti sul tema. Tanto più che la disabilità non aveva mai trovato spazio a Reggio Emilia in programmi elettorali ed oggi è stata inserita ovunque… Già questo è un grande successo
Io sono qua per questo, e mi sono ricandidata per andare avanti con un progetto per cui mi sono impegnata ogni giorno di questo mio mandato.
Spero che le persone mi diano ancora la possibilità di fare, di custodire, di impegnarmi per questo”.

La candidata di Alleanza Civica Cinzia Rubertelli aveva scritto in merito al progetto: Reggio senza barriere è uno slogan, non un traguardo raggiunto. “È sufficiente camminare nelle vicinanze dell’ospedale Santa Maria Nuova o del polo scolastico di via Makallè, nella cosiddetta “Città delle Persone”, per accorgersi delle numerose barriere architettoniche, marciapiedi fatiscenti, bui, pericolosi che impediscono la circolazione e la deambulazione in sicurezza, soprattutto a persone disabili, deboli o in carrozzina. Alleanza Civica si è fatta promotrice di richieste per la messa in sicurezza degli spazi pubblici, ad esempio, per i marciapiedi e per la ciclopedonale di viale Regina Margherita e per la sistemazione della sua illuminazione pubblica. Richieste, spesso, cadute nel vuoto.

Nuove realizzazioni di opere pubbliche come piazza Roversi e via Guasco, recentemente “riqualificate”, sembrano non avere od avere solo parzialmente, le dotazioni formali e sostanziali per agevolare le persone con disabilità visive. Nonostante i continui roboanti proclami, “Reggio senza Barriere” è ben lontana dalla realizzazione dei, seppur dignitosi, intenti. In piazza Roversi l’altezza dei nuovi marciapiedi, inusualmente inclinati, raggiunge i 25 cm ben oltre i 15 cm massimi previsti dalla legge. In via Guasco abbiamo riscontrato un percorso per persone con disabilità visiva, solo parziale, non su tutta la lunghezza della “riqualificazione” e oltretutto con codici invertiti rispetto alla prassi comune omologata. Senza una linea guida, un governance adeguata, il Comune oggi procede a tentoni ed improvvisando, facendo e disfacendo a caro prezzo, promettendo e poi smentendo. Il risultato generale è una città meno accessibile”.