Reggio. Cattani (Pd): Eboli sconfina nel patologico e sparge fango

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Luca Cattani, segretario cittadino del Partito democratico di Reggio Emilia, replica a Marco Eboli, portavoce comunale di Fratelli d’Italia che ha più volte scritto, negli ultimi tempi in merito alle infiltrazioni mafiose sul territorio reggiano: ” Attaccare e criticare anche duramente l’avversario politico fa parte delle regole della democrazia, anzi la rinforza. Esiste un limite al libero duellare dei pensieri organizzati e alla libera concorrenza del mercato elettorale? Difficile stabilirlo, eppure una comunità politica per quanto plurale e articolata esiste e può sperare di essere utile ai cittadini solo se riesce a stabilire regole comuni.

Lo spettacolo di una destra reggiana afona, sterile e incapace nei temi dell’amministrazione è preoccupante e triste. Ma la nuova svolta di Marco Eboli va oltre, sconfina nel patologico: di fronte alle minacce mafiose al sindaco di Reggio, alle illazioni e alle menzogne su esponenti politici reggiani, la destra decide di attaccare magistratura, municipio e avversari politici anziché difenderli. In una frase, l’opposizione, che dovrebbe giocare un ruolo importante di guardiano delle istituzioni democratiche e repubblicane, si scaglia contro quelle stesse istituzioni mentre sono sotto attacco mafioso. In due parole: leucemia democratica.

E si badi bene, non lo fa citando fatti e documenti ma solo infangando, insinuando, avanzando sospetti dove non ce ne sono. Che senso avrebbe, altrimenti, la richiesta di ripetere un processo, chiedendo di indagare su non si sa cosa basta che c’entri il PD? Si tratta di un attacco alla magistratura e alle istituzioni, il cui operato va cancellato con colpi di spugna a piacimento.

Si vuole cancellare l’operato di chi ha sfidato e imposto una battuta d’arresto alla penetrazione della ‘ndrangheta al nord, cancellare le indagini, i processi, i protocolli antimafia portati avanti all’unisono da sindaci e prefettura. Gli stessi sindaci su cui ora Eboli vuole spargere fango.

Forse anche perché (e se fossimo politicamente disonesti e antidemocratici come Eboli ci fermeremmo a questa considerazione) gli unici politici locali coinvolti nelle indagini e nel procedimento Aemilia erano esponenti del partito in cui militava all’epoca dei fatti.

Ma la politica deve fare di più e di meglio di Eboli. Per noi gli imputati, anche se non sono dei nostri, sono innocenti fino al terzo grado di giudizio e il giudizio spetta ai magistrati ordinari scelti da un potere autonomo, non dalle convenienze personali di politici da strapazzo in cerca di visibilità. Questo è il confine della democrazia liberale e dello stato di diritto. Capiamo che chi ricorda ancora oggi orgogliosamente di essere stato “giovane missino” possa non capirli e apprezzarli”.