Nando Rinaldi, direttore dell’Istituzione Nidi e Scuole dell’Infanzia del Comune di Reggio, ricorda alcuni importanti anniversari di valore per la città di Reggio Emilia.
“In questi giorni, ricorrono diversi anniversari di grande valore per la nostra città.
Il cinquantesimo dalla scomparsa del Sindaco Cesare Campioli, morto il 25 gennaio del 1971, che ha contribuito alla ricostruzione democratica di Reggio Emilia all’indomani della Liberazione e il compleanno di Renzo Bonazzi che, nato il 27 gennaio del 1924, gli succedette alla guida del Comune nel 1962.
Due personalità molto diverse, il Sindaco emigrato in Francia per sfuggire alle persecuzioni fasciste e l’avvocato intellettuale che ebbe il merito di fare di Reggio una importante polo culturale nell’Italia del boom economico (Living theatre, musica e realtà) aprendo Reggio al mondo delle avanguardie culturali, ma anche la Giunta, quella guidata da Bonazzi, che seppe interpretare nel migliore dei modi la politica del “deficit spending” attraverso la promozione di un’ampia rete di servizi pubblici.
Campioli, dopo avere affrontato gli anni difficili alla fine del secondo conflitto mondiale, si ricordi solo le prime emergenze che si trovò ad affrontare: l’approvvigionamento della legna da ardere e il risanamento di interi quartieri devastati dalla guerra e dalla povertà; interpretò con grande coraggio la funzione degli Enti Locali scontrandosi più volte con l’autorità tutoria G.p.a. (Giunta provinciale amministrativa) per affermare l’autonomia dei territori e la loro centralità nello sviluppo dei servizi alla persona. Rilanciò, lui sindaco comunista, le politiche riformiste dei primi anni del novecento emarginate durante il fascismo, in primis le Farmacie comunali, seguì la costruzione del nuovo nosocomio “Santa Maria”, guidò negli anni successivi la nascita di Agac.
Campioli lasciò la guida del Comune nel 1962 a Bonazzi, all’indomani dei fatti del luglio ‘60 e con l’apertura a sinistra dei governi nazionali. Bonazzi si spese fin da subito per dotare Reggio dei primi piani regolatori e grazie ad amministratori come Lidia Greci, Franco Boiardi e Loretta Giaroni spinse sull’acceleratore rispetto ai servizi per l’’infanzia è più in generale “a servizi che garantissero una migliore qualità della vita”. In questa azione che conobbe dei momenti di forte tensione sempre con la G.p.a., immaginò soluzioni del tutto inedite come l’apertura della prima Scuola Materna intitolata a Robinson Crusoe in un prefabbricato.
Quella Scuola d’infanzia, che oggi è a lui dedicata, è stata la prima di una rete di servizi conosciuta in tutto il mondo per le sue qualità e per la pedagogia dei 100 linguaggi.
Una storia presente che ha radici molto importanti e solide, l’impegno di amministratori di grande respiro, la centralità della figura del bambino e dei suoi diritti, l’impegno di tanti operatori, educatrici, insegnanti, atelieristi e pedagogiste che insieme a Loris Malaguzzi contribuirono a modificare il paradigma di una scuola, quella dell’infanzia che dopo diversi anni ha visto l’approvazione di una legislazione nazionale che ne riconosce pienamente il valore nell’ambito delle politiche educative (D.lgs 65\2017). Non ultima la stesura delle linee pedagogiche per il sistema 0/6 recentemente pubblicate sul sito del Ministero dell’Istruzione.
I nidi e le scuole dell’infanzia dopo la chiusura forzata dovuta alla pandemia hanno riaperto da settembre in continuità consentendo a tutte le bambine e i bambini di ritornare in presenza.
È una sfida difficile che chiede un impegno quotidiano sui contesti di operatori, genitori e dell’amministrazione tutta insieme alla professionalità mai venuta a meno delle autorità sanitarie
Per questa ragione abbiamo significativamente improntato il progetto di formazione dei nidi e delle scuole sul concetto di “pazienza democratica”. Quella “pazienza” e quella cura dei servizi di cui sentiamo il bisogno per il bene della nostra democrazia e della nostra Scuola a partire dai cittadini più piccoli.
Il ricordo degli amministratori che hanno guidato la città in momenti altrettanto complessi e le scelte compiute possono aiutarci ad avere uno sguardo largo immaginando un futuro possibile e migliore.
Nando Rinaldi, Direttore Istituzione Nidi e Scuole dell”Infanzia”.
L’Anpi di Reggio Emilia: A 50 anni dalla morte di Cesare Campioli. “Cesare Campioli (Reggio Emilia 24 marzo 1902 – 25 gennaio 1971)
Cesare Campioli nacque a Cavazzoli il 24 marzo 1902 da una famiglia di piccoli proprietari contadini. Dopo avere lavorato alle Officine Meccaniche Reggiane durante la Grande Guerra, nel 1919 si avvicinò al movimento giovanile socialista e poi ai comunisti.
Assunse la carica di segretario provinciale della FGSI, che si unifico’ con la FGCI, di cui divenne segretario nell’estate 1924.
Nel 1926, per sfuggire alle persecuzioni fasciste, si trasferì a Milano dove rimase per 4 anni svolgendo attività sindacale clandestina all’interno della Breda.
Nel 1929, a Reggio Emilia, fu fermato perché ritenuto persona pericolosa.
Fu costretto a riparare in Francia stabilendosi a Parigi con l’aiuto degli amici della emigrazione antifascista.
Nella capitale transalpina, Campioli ricoprì varie cariche all’interno di associazioni sovversive e antifasciste e nell’estate del 1930 rientrò nel Partito Socialista dando subito vita ad un nuovo patto di azione con i comunisti.
Nello stesso anno, sempre nella capitale francese fondò, insieme ad alcuni emigranti reggiani, l’Associazione Fratellanza Reggiana, con obiettivi assistenzialistici e con una forte caratterizzazione antifascista, attiva ancora oggi.
Sul finire del 1933 fu espulso dal Partito Socialista e, negli anni seguenti intensificò il proprio impegno con i comunisti per dare aiuto ai garbaldini della Spagna repubblicana durante la Guerra civile spagnola.
Nel 1943, poco prima dell’Armistizio, fu promotore di numerose manifestazioni di protesta antifasciste dell’emigrazione e si occupò dell’organizzazione della stampa clandestina.
Dopo la caduta di Mussolini, Campioli ripartì con la famiglia per l’Italia alla fine di luglio 1943, ma venne arrestato a Bardonecchia insieme a Saragat.
Al suo rientro a Reggio Emilia, si impegnò per dare vita al fronte patriottico nazionale e fu tra i promotori del Comitato provinciale di Liberazione Nazionale.
Alla fine del 1944 subi’ l’ennesimo arresto, assieme a Giorgio Amendola, riuscendo a contrastare ogni accusa e potendo cosi’ riprendere a operare all’interno del PCI fino alla Liberazione.
Il 4 maggio 1945 fu nominato, dal prefetto del CLN, sindaco della giunta municipale reggiana, mentre negli anni successivi fu rieletto con il PCI sindaco per altre 4 legislature.
L’esperienza da sindaco culminò con gli avvenimenti del 7 luglio 1960 a Reggio Emilia quando, si schiero’ a fianco dei lavoratori scesi in piazza per lo sciopero contro il Governo Tambroni, divenendo testimone del tragico eccidio.
Campioli guido’ il Comune in anni difficili, in un paese appena uscito da una guerra devastante. Di quest’opera di ricostruzione particolarmente significativi sono stati il risanamento delle zone più degradate della città come Borgo Emilio, la realizzazione di nuovi quartieri residenziali quali Rosta Nuova e delle prime aree artigianali, il varo di Agac, azienda municipalizzata gas-acqua, la costruzione del nuovo ospedale Santa Maria Nuova, l’avvio del programma per i servizi sociali e le scuole d’infanzia, una nuova politica di assistenza per gli strati più poveri della popolazione.
Con la ricostruzione la citta’ cambiava volto con interventi, anche discussi, come il progetto modernista che portò all’abbattimento degli antichi portici della Trinità sostituiti dal nuovo isolato San Rocco.
Nel 1952, fondo’, col fratello Emore, l’azienda OMSO per la costruzione di macchine per la stampa su oggetti che ebbe una rapida espansione .
Nel giugno del 1962 lasciò la carica di sindaco, dopo 17 anni, assumendo la presidenza dell’AGAC.
Dopo lunga malattia morì il 25 gennaio 1971.
Cesare Campioli ebbe un ruolo di rilievo nella lotta al fascismo che lo vide attivo per tutto il ventennio e nella guerra di liberazione superando frangenti difficili e pericolosi facendo leva non solo sulle sue profonde convinzioni ma anche mettendo a frutto la sua personale attenzione fin nei minimi particolari. Grazie alla sua intelligenza politica e alle intuizioni e capacita’ decisionali , lascio’ una traccia importante del suo operato al servizio della comunita’ reggiana nella prima parte del novecento”.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]