Con l’avvicinarsi delle elezioni, e quindi dei limiti alle attività promozionali imposti dalla legge, si susseguono le parate pubbliche degli amministratori uscenti. Dopo la convention del sindaco Luca Vecchi, tocca all’assessore alla Cultura (nonché Marketing territoriale, Pari opportunità e Città senza barriere) Annalisa Rabitti con ‘Ancora cultura! Cosa abbiamo fatto, perché lo abbiamo fatto, cosa ci immaginiamo’, iniziativa pubblica con cui illustrerà, informa una nota del Comune, “i progetti e le realizzazioni, i valori e le motivazioni che sono stati alla base di questi obiettivi e le sfide del futuro, a conclusione del mandato amministrativo”.
L’incontro, organizzato insieme con Fondazione i Teatri, Centro nazionale coreografico Aterballetto e Fondazione Palazzo Magnani, è previsto mercoledì 21 febbraio 2024 alle ore 18 al teatro Cavallerizza-Centro Zavattini di viale Allegri.
Oltre al sindaco Luca Vecchi e all’assessora Annalisa Rabitti interverranno Valentina Galloni, dirigente dei Servizi culturali del Comune di Reggio Emilia; Davide Zanichelli, direttore della Fondazione Palazzo Magnani; Paolo Cantù, direttore della Fondazione i Teatri di Reggio Emilia e Gigi Cristoforetti, direttore del Centro coreografico nazionale/Aterballetto.
E’ prevista una performance della Compagnia di Ccn/Aterballetto
L’appuntamento – a ingresso libero, fino a esaurimento posti – si propone quale occasione per riflettere sull’elaborazione culturale e artistica a Reggio Emilia nell’ultimo quinquennio.
Attraverso le voci dei principali attori della cultura a Reggio Emilia, sarà possibile spaziare dalle arti figurative a quelle coreutiche, dalla programmazione teatrale ai progetti e attività museali e della rete delle biblioteche civiche quali fonti di sapere, crescita culturale, coesione e inclusione sociale, ricerca innovativa e approfondimento storico. Senza trascurare le potenzialità che il sistema culturale reggiano ha riservato e potrà proporre con ulteriore incisività per la valorizzazione e l’attrattività della città. Tutto con un denominatore comune: la cultura è per tutti.
Per aggiornamenti: www.comune.re.it/Cultura
La cultura non si spiega, la cultura racconta se stessa nel suo determinarsi e funziona da sé quanto più la si rende accessibile. Spiegare la cultura è un superbo esercizio autoreferenziale, un processo di indottrinamento, una coercizione verso il pensiero unico. Non si spiega infatti la cultura, ma l’idea che si ha della cultura e di come ci se ne vuole servire per inculcare la propria Weltanschauung anche nei crani più refrattari. Il presupposto è sempre quello: (io)migliore->(tu)peggiore, la direzione sempre quella: alto->basso, l’obiettivo: rieducare le masse, fin da piccolissimi. Non ci si apre al confronto, al dialogo, alla disputa, ma si percorre un binario, si marcia allineati e coperti fedeli all’idea, che è l’unica giusta, l’unica saggia, l’unica possibile e progressista. Cameriere… champagne!