Domenica 4 novembre a “Finalmente Domenica” arriva – alle 11 al ridotto del teatro Valli di Reggio, ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili – la lectio magistralis di Howard Gardner, considerato il principale rappresentante della teoria delle intelligenze multiple, chiamato a parlare di “generazione app”, come lui stesso definisce i giovani di oggi.
L’incontro è organizzato dalla Fondazione I Teatri di Reggio con la collaborazione della Fondazione Reggio Children – Centro Loris Malaguzzi, del cui comitato scientifico Gardner è membro.
Le app fanno ormai parte della vita di tutti i giorni: l’attuale generazione di giovani, in particolare, è profondamente dipendente dai media digitali. Howard Gardner e Katie Davis in questo suggestivo libro (“Generazione App”, Feltrinelli, 2014) cercano di capire che cosa significhi essere “app-dipendente” rispetto ad “app-attivo” e in che modo la vita di questa generazione si differenzi da quella che precede l’era digitale.
Tre sono le fondamentali aree dell’esistenza degli adolescenti prese in considerazione: l’identità, l’intimità e l’immaginazione. Attraverso innovative forme di ricerca, che comprendono interviste con ragazzi, focus group di quanti lavorano con loro e una comparazione (unica nel suo genere) di produzioni artistiche giovanili di prima e dopo la rivoluzione digitale, gli autori svelano quali siano gli inconvenienti delle app, che possono ipotecare il senso d’identità, incoraggiare relazioni superficiali con il prossimo e ostacolare l’immaginazione.
D’altra parte le opportunità offerte dalle app sono altrettanto impressionanti: possono promuovere una forte identità, consentire relazioni profonde e stimolare la creatività. Possono essere un freno o uno stimolo: la sfida consiste nel saper andare oltre le modalità prestabilite di utilizzo. Solo così il loro potere può diventare un trampolino per una maggiore inventiva e più alti obiettivi.
Come ogni appuntamento di Finalmente Domenica, dalle 10 alle 12.30 saranno aperti la caffetteria e il bookshop al ridotto del teatro.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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