Il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, intervenendo all’inaugurazione del nuovo Data Center di Modena, ha espresso la sua posizione sul cosiddetto Recovery Fund, la cassa di sussidi e prestiti destinata direttamente ai paesi membri dell’Unione Europea nell’ambito del piano di ripresa economica denominato Next Generation EU, che assegna all’Italia un totale di circa 209 miliardi di euro.
“L’Emilia-Romagna può intercettare la futura ripresa, che ci sarà, prima e meglio degli altri”, ha detto Bonaccini, che si è poi rivolto al presidente del consiglio Giuseppe Conte e al governo per sostenere che “serve una strategia comune per il Next Generation UE. Le Regioni e i Comuni evitino progetti che puntino a prendere più voti, ma si punti a una strategia. Con umiltà e determinazione stiamo progettando l’Emilia-Romagna dei prossimi dieci, venti e trent’anni”.
Proprio pochi giorni fa Parlamento e Consiglio europei hanno raggiunto un accordo sulla Recovery and Resilience Facility: i finanziamenti saranno a disposizione dei governi per tre anni e sarà possibile richiedere un “pre-finanziamento” fino al 13% dell’importo totale spettante a ciascun paese, in aumento rispetto al 10% concordato a luglio dai leader europei: per l’Italia sarebbe dunque possibile ottenere subito circa 21 miliardi di euro.
I piani nazionali, per essere ammissibili al finanziamento, dovranno riguardare sei ambiti politici di rilevanza europea: transizione verde, trasformazione digitale, coesione economica e competitività, coesione sociale e territoriale, reazione e preparazione alle crisi, politiche per le nuove generazioni. Almeno il 37% del budget assegnato a ogni paese dovrà contribuire alla transizione verde, quindi alla riduzione di CO2 e gas serra; almeno il 20% dei fondi assegnati, invece, dovrà essere investito in digitalizzazione.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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