Ricordo bene i mesi di campagna presidenziale negli Stati Uniti che opposero nel 1979 il presidente in carica Jimmy Carter (Democratico) allo sfidante ex attore di Hollywood Ronald Reagan (Repubblicano).
I media italiani non avevano dubbi: Carter veniva descritto come un uomo perbene, aperto al progresso, sinceramente democratico, garante di pace e stabilità. Viceversa, di Reagan si dicevano le peggio cose: veniva descritto come una sorta di neofascista pazzoide, capace di portare gli Usa e l’Occidente intero a una guerra nucleare o – come minimo – alla fine della democrazia. Mi chiedevo come fosse possibile che un figuro simile potesse governare la superpotenza americana.
Come andò quel voto è oggi storia. Non solo Reagan vinse alla grande quelle elezioni, ma divenne nel suo doppio mandato il presidente che rilanciò fortemente l’economia americana e che chiuse l’epoca della Guerra fredda firmando storici accordi di disarmo atomico con l’Urss di Mikhail Gorbaciov.
Come fosse possibile che un fascista conclamato e guerrafondaio si potesse trasformare in un leader mondiale capace di affrontare e vincere le sfide più importanti del suo tempo rimase per me a lungo un mistero, salvo farmi concludere in età più matura che il problema non era Reagan, ma i media italiani.
Così nel 2016 avvenne un caso analogo. Hillary Clinton corse come favorita durante l’intera campagna elettorale, salvo essere sorpassata all’appuntamento decisivo dall’outsider Donald Trump.
Qualcosa di simile sta accadendo oggi. A due mesi dal voto i sondaggi continuano a dare in vantaggio lo sfidante democratico Joe Biden, ma Trump è in rimonta e può vincere di nuovo a dispetto della grande stampa americana ed europea che lo odia e lo attacca costantemente.
In un’analisi pubblicata dall’Huffington Post, Corrado Maria Daclon – segretario generale della Fondazione Italia Usa – ripesca la profezia del regista Michael Moore, il quale fu il solo, in controtendenza rispetto al mainstream, a prevedere la vittoria di Trump nel 2016. Oggi Moore dice lo stesso e chiede all’opinione pubblica che legge i giornali, ai sondaggisti e ai pensatori dei think tank che studiano la geopolitica se siano “psicologicamente pronti ad accettare un nuovo quadriennio a guida Trump”.
È un fenomeno che si ripete da decenni: l’outsider anti sistema e di destra spiazza regolarmente i cosiddetti esperti, riuscendo a prevalere grazie a quella “maggioranza silenziosa” di cui parlava un altro presidente repubblicano, Richard Nixon.
Negli anni Settanta l’elettore americano medio, ricorda Daclon, era “una casalinga di 47 anni, bianca e cattolica, residente a Dayton, Ohio, sposata con un macchinista. Oggi quella donna ha paura di camminare da sola la sera, ha idee confuse sui diritti civili perché il quartiere in cui abitava prima di trasferirsi in periferia era diventato un ghetto nero, non avrebbe i soldi per cambiare casa qualora il quartiere in cui vive si deteriorasse ed è assai preoccupata perché nel college frequentato da suo figlio è stato scoperto un giro di Lsd”.
Se avranno avuto ragione i sondaggisti o Michael Moore lo scopriremo il 4 novembre. Ma una cosa è già certa: la spinta dei media non va sopravvalutata. Sondaggisti, analisti e presunti esperti spesso sbagliano previsione. La loro fortuna è che nessuno, poi, gliene chiede conto.
Ottimo articolo. Aggiungo una cosa. Media così schierati non permettono all’Italiano medio di capire cosa avviene in USA ma nemmeno nel resto del mondo. Un giornalista serio deve riportare notizie e riportarle veritiere e le deve riportare tutte, poi saranno gli editorialisti a commentare. Oggi i nostri grandi media sposano una causa e la cavalcano, non informano più, non scavano. Così l’Italiano medio non comprende. Anche io ricordo al tempo di Reagan (veniva bollato come un attore stupido e incapace……nessuno ricordava che per due mandati era stato Governatore della California 40 Milioni di abitanti e già allora un PIL superiore a quello dell’Italia) . Oggi però internet ci permette di accedere direttamente alle notizie e alle fonti originarie bypassando i TG il Corriere e pure le Agenzia di stampa . Costa un po’ di fatica ma si capisce il mondo