Radiovasca. Armocromia

schlein_vogue

No ma è bello il nuovo mercato coperto. Hanno impiegato tre o quattro anni di studio per partorire una galleria di junk-food che compete in qualità con quella dei Petali, glorioso ricordo delle stagioni di Spaggiari e Malagoli. Una figata. Ci sono pure le patatine americane al gusto di organi genitali (non siamo ancora nel metaverso, ma manca poco). Siete inorriditi? Non abbastanza, fateci un salto.

*

Mercato coperto, si dice, ma il mercato non c’è. C’è solo il coperto. Che non sarebbe neanche male, stante la ristrutturazione in stile liberty che a suo tempo scelsero Coopsette e Tecton, le cooperative che curarono l’operazione. Entrambe fallite, peraltro.

*

Proprietario delle mura, il Comune ha provato a costruire un’offerta più evoluta cercando di coinvolgere gli operatori locali. Ma non ha trovato il coraggio – e forse la competenza – per uscire dalla mentalità anni Ottanta, vecchia o già defunta nel mondo dell’alimentazione contemporanea, che esige invece qualità e fantasia, cibo vero, biologico e soprattutto salutare. Vedi questi bambini obesi a dieci anni, già dipendenti dagli zuccheri raffinati, educati a schifezze insalubri, schiavi del marketing che li considera come clienti di oggi e di domani.

*

Le Prudencio’s girls, da Mariapentita a Frangetta, assessore al commercio e alla cultura, non sono riuscite a dire bao su questa ennesima occasione sprecata per rilanciare questo centro storico abbandonato al degrado. Hanno vinto il premio Corazzata Potëmkin con la creazione del marchio DeCo, una roba meritevole del migliore Fantozzi. Meno male che adesso arriva Fotografia Europea e per un weekend potremo sentirci tutti un po’ intellettuali.

*

La giunta Prudencio uscente ha perso in gran parte il senso della realtà. Hanno esagerato ascoltando e promuovendo la comunicazione autoprodotta, dal discreto sapore MinCulPop, e hanno dimenticato di parlare con ampie fasce di cittadini alle prese con la tempesta digitale e i nuovi problemi della quotidianità. Ricordiamo che Prudencio diede iniziale via libera alle bollette anticipate di Iren, una misura ritirata a furor di popolo, una sciocchezza che contrasta con il nome d’arte del nostro caro sindaco.

*

A proposito: come vanno le pratiche per la successione? Siamo ancora in alto mare.

*

Bonaccini vorrebbe Mammi a Reggio, ma l’interessato nicchia.

*

Bonacio peraltro ha perso e prima di togliersi di dosso l’immagine dello sconfitto dovrà masticare i bocconcini somministrati dalla nuova Ditta.

*

A proposito: non perdetevi l’intervista di Elly Schlein a Vogue, dove rivela di curare i suoi look grazie all’aiuto di una consulente d’immagine esperta in armocromia.

*

Se ci fossero ancora, e soprattutto se votassero Pd, braccianti, operai e nipoti del proletariato alzerebbero il ciglio: “Armocro-cosa? Vogue? La compagna Elly ha una consulente d’immagine? Cla vaga a dar via al cul” avrebbe commentato l’indimenticabile Umberto Bonafini.

*

Siamo in piena campagna di comunisti col Rolex, nipoti dell’ideologia e figli del benessere. La Ztl ampliata va benissimo, i centri storici beneficiano della pedonalizzazione, con lo smart working e l’alta velocità non servono le auto. Ma la destra, anziché incalzare gli amministratori, combatte ancora battaglie di retroguardia e tifa per il mezzo privato anche nei vicoli.

*

La verità è che il Pd, al momento, un candidato sindaco (o sindaca) non ce l’ha. E se non ce l’ha, lo deve fare.

*

Candidati veri non ci sono, ma gli aspiranti silenziosi sono moltissimi. Tra di essi si segnala Lanfranco De Franco, già uscito dal Pd per Articolo Uno, tanto ambizioso quanto anagraficamente giovane. Secondo Radiovasca, De Franco farebbe meglio a mettersi a dieta.

*

La candidata impossibile è Marwa Mahmoud, unica reggiana nella segreteria nazionale, di origini egiziane, musulmana e femminista, probabilmente la figura più cosmopolita apparsa negli ultimi anni da queste parti. La sua sarebbe una candidatura dirompente. Ma i reggiani sarebbero pronti a votarla?

*
Attualmente l’unico sindaco candidabile dal Pd non appartiene al Pd, ma supplisce con la propria associazione alla miseria del dibattito politico locale. Claudio Guidetti riesce a mettere insieme dalla sinistra sindacale alla destra cattolica ratzingeriana, passando per laici, credenti, imprenditori, riformisti, europeisti e chi più ne ha più ne metta. Guidetti ha messo insieme due vescovi, Camisasca e Morandi, per parlare di Dio. E da lui, a questo punto, ci si aspettano miracoli.