Prodotta da Sky Studios e Palomar, su Sky “Call My Agent: Italia”

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Non eravamo ottimisti, ma non vedevamo l’ora di vedere “Call My Agent: Italia”, riadattamento della celebre serie “Dix pour cent” (quattro eccezionali stagioni in Francia andate in onda su France 2 e arrivate a noi grazie a Netflix), in onda e on demand dal 20 gennaio su Sky e Now, con un cast di bravissimi attori e un bel numero di guest star che interpretano – con qualche naturale eccesso e tanta ironia – loro stessi.

Scritta da Lisa Nur Sultan e diretta dal regista Luca Riboli – prodotta da Sky Studios e Palomar – “Call My Agent” racconta le avventure di una fantomatica agenzia romana che cura gli interessi di attori e personaggi tv, anche se <<Il fulcro del racconto – come dichiara la sceneggiatrice – non è tanto lo star system, quanto il narrare un posto di lavoro che diventa famiglia e il suo potere sulla vita delle persone».

In altre parole, il vissuto quotidiano di una serie di agenti dello spettacolo – la storia “orizzontale”, come si dice in gergo narrativo – che s’interlaccia alle storie “verticali” dei divi del cinema italiano.

Replicare il successo di una serie tv adattandola al proprio Paese non è mai semplice, ma quello che abbiamo visto fino ad oggi, grazie alle “primissime” Sky – che per i clienti Extra offrono in anteprima i primi due episodi – supera le aspettative.
Sebbene l’autrice garantisca che le due versioni si discosteranno tra loro e che la prima puntata, la pilota, sia quella più conservativa; la replica alla serie originale è fin troppo puntuale, tanto nella caratterizzazione dei diversi personaggi (agenti e cane incluso) quanto nei temi affrontati; ma il tono comedy è equilibrato, a tratti anche meno grottesco e selettivo dell’umorismo d’oltralpe e le situazioni imbastite per il nostro mercato, seppur bizzarre, si avvicinano con prossimità al “vero”.

La prospettiva è talmente radiosa che è già in cantiere la seconda stagione, sebbene – tanto per andare sul sicuro – per i sei episodi della prima stagione abbiano ovviamente puntato su cavalli di razza, che mettendoci del proprio, hanno impreziosito la scrittura ed evitato nell’interpretazione quell’overacting fastidioso che avrebbe fatto tanto “cinepanettone” nostrano.

Paola Cortellesi e Paolo Sorrentino sono – insieme alle incursioni di Paolo Genovese, Pif, Alberto Angela e Ivana Spagna – i protagonisti dei primi due episodi; mentre le guest star già dichiarate per le successive puntate sono Piefrancesco Favino e Anna Ferzetti, Matilde De Angelis, Stefano Accorsi e Corrado Guzzanti; con i cameo di Joe Bastianich, Livio Beshir, Piera Detassis, Federico Ielapi e Dominique Besnehard (corrono voci sulla presenza anche di Luciano Ligabue).

Selezione sicuramente più complessa, è stata quella dei protagonisti dell’agenzia, che dovevano essere “castati” tra grandi professionisti che non fossero però troppo popolari come attori, dovendone intepretare gli agenti.
Ad avere a che fare con i vizi, le ossessioni, le nevrosi delle star rappresentate – cioè gli angeli custodi della CMA (nella serie, la Claudio Maiorana Agency) e probabilmente non a caso acronimo di Call My Agent – alla fine l’hanno spuntata gli attori Michele Di Mauro (già Commissario straordinario di Pineta ne I Delitti del Bralume, sempre Palomar), Sara Drago, Maurizio Lastrico, Marzia Ubaldi, con Sara Lazzaro, Francesco Russo, Paolo Buratto, Kaze ed Emanuela Fanelli.

C’è da guardarsi intorno e puntare la bussola sui poster affissi nelle stanze della CMA – grandi cult e non solo dei tempi che furono – per gonfiare il petto e rinfrescare la memoria sui capolavori che il cinema italiano è stato in grado di confezionare.
Quando arrivate al termine della puntata, resistete oltre ai titoli di coda, perché la vera “chiusa”, alla Marvel maniera, arriva dopo e, oltre ad essere necessaria, anche se scontata è sempre molto divertente.

Incassata la variabile di “rischio”, quindi ,è una serie in cui sembra funzionare un po’ tutto e che è insieme celebrazione e burla del nostro italianissimo mondo cinematografico.

I nostri voti


Adattamento
6
Registro
8
Recitazione
7
Cinematografia
7
Potenzialità di pubblico
9