Mercoledì 29 settembre è ripreso, davanti alla Corte d’assise felsinea, il nuovo processo sulla strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, sospeso per due settimane dopo i risultati della perizia dei medici disposta dal presidente della corte Francesco Maria Caruso per valutare le condizioni di salute del principale imputato, l’ex esponente di Avanguardia Nazionale Paolo Bellini, che era stato colpito da un malore lo scorso 3 settembre ed era stato poi ricoverato all’ospedale Sant’Orsola di Bologna, dove era stato sottoposto a un intervento per un problema cardiaco.
Dopo il temporaneo stop al procedimento penale, dovuto al fatto che una volta dimesso dall’ospedale i medici avevano prescritto a Bellini due settimane di riposo assoluto, il dibattimento è ricominciato alla presenza dell’imputato, tornato in aula per difendersi dalle accuse.
Il 2 agosto del 1980 l’esplosione di una bomba alla stazione di Bologna causò 85 vittime e il ferimento di altre 200 persone, in quello che è ancora oggi il più grave atto terroristico avvenuto in Italia nel secondo dopoguerra. Bellini è accusato di essere il quinto esecutore materiale dell’attentato, in concorso con i tre ex militanti dei Nar (Nuclei armati rivoluzionari) già condannati in via definitiva – Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini – e con Gilberto Cavallini, condannato un anno fa in primo grado all’ergastolo.
Durante la nuova udienza, in aula è iniziata la testimonianza del responsabile della Digos di Bologna Antonio Marotta, che ha ricostruito la carriera criminale di Bellini, accusato di concorso nella strage del 1980. La testimonianza di Marotta proseguirà la prossima settimana, mentre nel pomeriggio è stato ascoltato l’ex commissario capo della polizia di Roma Giorgio Minozzi.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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