“Resa dei conti”?
Abbiamo letto (e riletto) l’ampia e argomentata intervista rilasciata domenica scorsa dal sindaco Luca Vecchi a un quotidiano locale.
E c’è una domanda, tra le altre, che continua a girarci per la testa: perché il sindaco dice che Reggio “non ha bisogno di primarie da resa dei conti”?
Le primarie sono per definizione e sostanza una “resa dei conti” e cioè la fase in cui due o più contendenti rendono conto dei propri programmi e sui loro contenuti misurano il proprio consenso tra iscritti ed elettori dei partiti del centrosinistra.
Insomma: una competizione.
E che senso ha usare questo strumento andando oltre il perimetro degli iscritti per eleggere il capo di un partito (il Pd), che rimane pur sempre un soggetto privato, per escluderlo quando si tratta di individuare un/una candidato/a a gestire, invece, la cosa pubblica dal palazzo comunale?
Non dovrebbe essere, semmai, il contrario?
Non facciamo il tifo né per una tesi né per un’altra e comprendiamo l’esigenza politica del Sindaco di fare sintesi senza strappi all’interno di future alleanze e di evitare un PD, nell’ipotesi di primarie, troppo invadente; capiamo meno le sue conclusioni aprioristiche che mal si combinano con il giudizio, che lui stesso esprime, di una città divenuta, nel frattempo, “più europea e più orientata all’innovazione”.
L’attuale primo cittadino tutto questo lo sa meglio di noi e allora perché, appunto a priori, afferma di evitare “una resa dei conti”?
È evidente che, nel suo ruolo, ci sono cose che lui vede e conosce che noi non vediamo né conosciamo.
Ma è proprio per questo che ci facciamo domande.
L’ultima che ci viene in mente (ma giusto per buttarla lì) è: a chi si rivolge, con quella frase, Luca Vecchi?
Fra Diavolo
Carlotta bonvicini SINDACA. Mai più cattolici al governo di reggio hanno rovinato la citta’. Grazie