Presi a botte due infermieri a Baggiovara

vaccini Baggiovara

Due infermieri dell’ospedale di Baggiovara, a Modena, sono stati aggrediti lunedì mattina dai parenti di una paziente ricoverata che contestava un prelievo del sangue, ricevendo prima delle minacce verbali e venendo poi presi a pugni in faccia.
Hanno riportato rispettivamente dieci e due giorni di prognosi. Secondo la ricostruzione di quanto è avvenuto, in un’attività di routine del giro prelievi dei degenti ricoverati nel reparto di Cardiologia, una paziente, dopo uno scambio di battute sulla prassi dei prelievi venosi (“non faccio la cavia”, avrebbe detto), ha contattato il marito, un uomo sulla settantina; l’uomo è successivamente giunto con altre due persone, fuori dall’orario di visita, all’ospedale.
I tre hanno prima minacciato verbalmente e poi picchiato, colpendolo al volto e all’addome, il primo infermiere.

Sul posto è intervenuta la polizia che ora sta conducendo tutti gli accertamenti del caso. L’azienda ospedaliero universitaria di Modena sull’accaduto interviene condannando con forza “qualsiasi aggressione contro il personale sanitario” ed esprimendo “piena solidarietà a tutti i professionisti coinvolti riservandosi ogni opportuno e successivo approfondimento con l’ufficio legale interno”.

La condanna dei sindacati. Grave aggressione stamattina ad un infermiere della terapia intensiva cardiologica dell’ospedale civile di Baggiovara.
In un’attività di routine del giro prelievi dei degenti ricoverati nel reparto, una paziente, dopo uno scambio di battute sulla prassi dei prelievi venosi, ha contattato due familiari che fuori, dall’orario di visita, hanno prima minacciato verbalmente e poi picchiato con violenza al volto e all’addome l’infermiere.
Ormai le aggressioni ai sanitari non accadono più solo al Pronto Soccorso, ma anche in altri reparti ospedalieri particolarmente delicati come la terapia intensiva e come in questo caso hanno visto come vittima un infermiere che vanta una lunga esperienza professionale.
Anche qui troviamo lavoratori completamente abbandonati al proprio destino e oggi più che mai servono procedure per disinnescare momenti di tensione anche in luoghi in cui le aggressioni non erano mai capitate in precedenza.
Serve più controllo da parte dell’azienda ospedaliera durante la presenza dei parenti nei reparti. Chiediamo che l’azienda ospedaliera possa costituirsi parte civile non solo per danni alle cose, ma anche per le aggressioni fisiche e verbali al personale.
E’ inaccettabile che un sanitario impegnato in un’attività di cura venga malmenato in modo così brutale da avere 10 giorni di prognosi al PS.
A causa delle violenze verbali e fisiche continuiamo a registrare una disaffezione per la professione che si traduce anche nella diminuzione delle iscrizioni alle facoltà infermieristiche.
Basti pensare che nel concorso per personale amministrativo appena bandito dalle aziende sanitarie pubbliche dell’Emilia Romagna, dove l’Ausl di Modena è capofila, registriamo oltre 50 richieste di partecipazione da parte di personale sanitario e socio-sanitario che sono attualmente in forza in azienda, un dato che non si è mai registrato in precedenza e la dice lunga sulle condizioni di lavoro e lo stress psicologico e fisico che gli infermieri e gli Oss vivono ogni giorno.

Giulia Casamassima e Giuseppe Fornaro Fp Cgil Sanità Modena

 



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