Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha messo a disposizione oltre 55 milioni di euro per le Riserve MAB UNESCO finalizzati ad interventi di mitigazione e adattamento climatico in linea con il programma “Siti Naturali UNESCO per il Clima 2023”. In Italia oggi sono presenti 20 Riserve della Biosfera e tra queste la Riserva MAB UNESCO Po Grande è tra le più estese con i suoi 83 Comuni; così, proprio in funzione della sua dimensione e del numero degli abitanti, la ripartizione dello stanziamento ha visto assegnati ben 4.018.762 euro i cui beneficiari diretti sono proprio i Comuni ricadenti all’interno delle Riserva della Biosfera. Storicamente questa assegnazione rappresenta un unicum trattandosi della prima volta in assoluto che queste risorse, derivanti dai proventi delle aste delle quote di emissione di CO₂, vengono destinate ai riconoscimenti MAB UNESCO.
E nell’ottica della condivisione progettuale le amministrazioni locali, lavorando in sinergia e grazie al coordinamento fattivo della Segreteria Tecnica dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, hanno redatto un piano che candida 57 interventi che concorreranno al raggiungimento di due obiettivi principali: Incentivare le connessioni ciclabili ed i servizi a supporto della mobilità sostenibile, per fornire una valida alternativa al traffico veicolare, a favore sia della cittadinanza che dei turisti; promuovere le connessioni naturali tra gli ambienti fluviali e perifluviali, rafforzando un sistema ecologico in grado di aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici e fungere da stoccaggio e sequestro di CO₂. Ora le proposte, subito dopo la riunione dell’Assemblea dei Sindaci di oggi saranno vagliate del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che istruirà le schede di intervento trasmesse e ne valuterà l’ammissibilità al successivo finanziamento.
Approfondimento sulle proposte d’intervento presentate: 57 proposte di intervento presentate da parte di 51
Comuni:
5 lodigiani (Santo Stefano Lodigiano, Senna Lodigiana, Caselle Landi, Orio Litta, Castelnuovo Bocca d’Adda);
16 mantovani (Moglia, Schivenoglia, San Giovanni del Dosso, Bagnolo San Vito, Quingentole, San Benedetto Po, Pegognaga, Sermide e Felonica, Suzzara, Borgo Mantovano, Magnacavallo, Ostiglia, San Giacomo delle Segnate, Poggio Rusco, Motteggiana);
8 piacentini (Castelvetro Piacentino, Sarmato, Villanova sull’Arda, Castel San Giovanni, Monticelli d’Ongina, Caorso, Piacenza, Calendasco);
5 parmensi (Roccabianca, Polesine Zibello, Sissa Trecasali, Colorno, Sorbolo Mezzani);
8 reggiani (Boretto, Guastalla, Gualtieri, Novellara, Poviglio, Reggiolo, Brescello, Luzzara);
1 cremonese (Casalmaggiore);
1 pavese (Chignolo Po);
7 rodigini (Castelmassa, Melara, Bergantino, Ficarolo, Salara, Calto, Castelnovo Bariano)
“Un segnale molto importante del ruolo strategico che questi riconoscimenti stanno assumendo nell’attuazione della transizione ecologica e nel concretizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile –ha sottolineato il Segretario Generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale Alessandro Bratti –. Un’attenzione crescente che intendiamo supportare e ci auguriamo possa rappresentare davvero un modello di crescita per il futuro.”
Sul fronte degli obiettivi strategici si evidenzia che nel computo complessivo delle emissioni di gas serra dell’UE, l’80% è rappresentata da anidride carbonica (fonte: Agenzia Europea per l’Ambiente – EEA). Secondo l’IPCC le emissioni di gas serra risultanti dalle attività umane sono responsabili del riscaldamento di circa 1,1°C dall’inizio del Novecento. Pensiamo ad esempio ad attività come la combustione di carbone, petrolio e gas, la deforestazione e l’allevamento. L’Italia, nel 2019, si posiziona al quarto posto in Europa per emissioni di CO₂, come riportato nella Convenzione quadro per le Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici. All’interno di questo contesto, la Riserva della Biosfera Po Grande si localizza al centro della Pianura Padana, un’area fortemente antropizzata, motore economico del Paese ma anche importante fonte di emissione di gas climalteranti.
Gli Assesment Report dell’IPCC includono il Distretto del Fiume Po nelle aree Europee continentali che subiranno una variazione del regime piovoso ed un aumento degli eventi idrometeorologici estremi, come conseguenza dei cambiamenti climatici in atto. Risulta pertanto fondamentale e urgente che questo territorio promuova azioni di adattamento al cambiamento climatico e di contrasto alle emissioni di CO₂. La Riserva MAB UNESCO Po Grande gioca un ruolo fondamentale nell’indirizzare correttamente le azioni e strategie di governo del territorio verso uno sviluppo sostenibile e, al suo interno, il fiume Po con il suo ecosistema rappresenta un elemento centrale per la conservazione della biodiversità e il mantenimento delle connessioni ecologiche tra i sistemi naturali presenti, oltre che per lo stretto legame che da sempre sussiste tra le attività umane e la presenza del fiume. L’occasione fornita dal programma “Siti naturali UNESCO per il Clima 2023” ha rappresentato un ottimo esercizio e consentito, indirettamente, di raggiungere un importante risultato per la governance condivisa della Riserva MAB UNESCO Po Grande: tutti gli organi hanno potuto esercitare la propria funzione in modo coeso, garantendo il massimo raccordo tra i vari portatori d’interesse coinvolti e proponendo interventi sinergici e integrati a scala sovracomunale.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]