La Regione Emilia-Romagna è la prima in Italia per avanzamento delle opere pubbliche finanziate dal Pnrr a titolarità delle Regioni, con il 92,7% dei progetti già in fase esecutiva. A rilevarlo è un’elaborazione di Svimez su dati Regis relativi allo scorso dicembre.
L’Emilia-Romagna, dunque, corre spedita per investire tutti i 3,6 miliardi di euro di fondi europei e nazionali previsti per il periodo 2021-2027, a cui vanno aggiunti appunto i circa 12 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. I numeri sono stati presentati dall’assessore regionale al bilancio e alla programmazione strategica Davide Baruffi nel corso dell’ultima seduta della Commissione bilancio, affari generali e istituzionali, quella di martedì 25 febbraio.
“Abbiamo intenzione di investire tutte le risorse disponibili per centrare tutti gli obiettivi prioritari del mandato, dalla transizione ecologica al sostegno per l’occupazione, dallo sviluppo rurale ai servizi sociali”, ha spiegato Baruffi nel corso della sua presentazione: “C’è particolare attenzione alla montagna e alle aree interne, a cui destiniamo almeno il 10% dei fondi europei. Per raggiungere questo scopo è fondamentale la nostra capacità di co-finanziare i progetti: avere nel nostro bilancio il 18% delle disponibilità economiche vuol dire intercettare il restante 82% delle risorse europee per realizzare tutti gli investimenti necessari. Spendere fino all’ultimo centesimo a nostra disposizione vuol dire sostenere investimenti ed economia in una fase difficile per il Paese e rafforzare i servizi per migliorare le condizioni di vita delle nostre cittadine e cittadini”.
Nel dettaglio, i contributi del Pnrr per la Regione Emilia-Romagna ammontano a 9,32 miliardi di euro, che diventano 12 con le integrazioni dei fondi statali. Il Pnrr si compone di oltre duecento misure, ognuna delle quali ha un proprio “portafoglio” di risorse ed è gestita da un’amministrazione centrale (principalmente dai ministeri competenti per materia).
In Emilia-Romagna sono già stati finanziati 20.100 progetti, che comportano 2.000 euro di investimento pro capite. Sono quasi 15.000 le gare già attivate. Tra le misure ad oggi più rilevanti: 1,5 miliardi per l’ecobonus, 670 milioni per i trasporti, 594 milioni per il rischio idrogeologico, 348 milioni per le reti smart grids (destinate in particolare alle reti elettriche), 328 milioni per l’edilizia scolastica.
Dei progetti previsti per opere pubbliche o per l’acquisto di beni e servizi in fase esecutiva, il 40% ha già concluso la fase di esecuzione, il 35% sono conclusi, gli altri sono in fase di collaudo o verifica di conformità.
Il primato dell’Emilia-Romagna è stato commentato anche da Luca Vecchi, ex sindaco di Reggio: “Ci sono cose che talvolta si danno per scontate. Se lo Stato ti dà 12 miliardi, se l’Europa ti dà 4 miliardi, come a tanti altri territori, poi le cose vanno fatte, i progetti vanno fatti e seguiti, le opere vanno iniziate e ultimate. Quando questo accade il merito è di tanti, delle comunità, dell’etica del lavoro che a tutti i livelli segna la cifra distintiva di una terra. Ecco l’Emilia-Romagna, le sue città, i comuni, le aree interne hanno saputo interpretare questo spirito pubblico”.
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