Il terremoto politico che a fine giugno ha travolto il Movimento 5 Stelle, dopo la scissione ufficializzata dall’ex capo politico e attuale ministro degli esteri Luigi Di Maio, che ha lasciato i pentastellati per creare il nuovo gruppo parlamentare “Insieme per il futuro”, ha provocato fibrillazioni anche nella maggioranza di governo: con i Cinque Stelle che non sono più primo partito né alla Camera né al Senato, infatti, nel Movimento guidato da Giuseppe Conte sta crescendo la tentazione di abbandonare l’esecutivo (a meno di un anno dalle elezioni politiche della primavera del 2023) per passare alla formula del cosiddetto “appoggio esterno”.
Ma non tutti sono d’accordo con questa eventuale mossa. Per Silvia Piccinini, capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle in Emilia-Romagna, ad esempio, “uscire dal governo in questo momento condannerebbe automaticamente il MoVimento 5 Stelle all’isolamento e all’irrilevanza”.
“Siamo nel pieno di una fase storica particolarmente delicata per il nostro Paese: la crisi energetica, sommata a quella climatica e a quella sociale, rischiano seriamente di alimentare il vento delle forze populiste e sovraniste. Lo abbiamo già visto in Francia con l’ultradestra di Marine Le Pen. E chi è consapevole di questo rischio ha la responsabilità politica e il dovere di non lasciare neanche un centimetro di spazio a politiche conservatrici, antiabortiste, contrarie al riconoscimento dei diritti civili e gravemente discriminatorie”.
Secondo Piccinini “questo non è il momento, quindi, di fare scelte irrazionali che ci condannerebbero a un’irrilevante autoreferenzialità, fuori da un progetto all’interno del centrosinistra. L’ho già detto e lo ribadisco: oggi bisogna trovare il coraggio di dire chiaramente in quale parte del campo si vuole giocare. Non ci sono terze vie possibili che non comportino conseguenze negative per il nostro Paese”, ha concluso la capogruppo regionale pentastellata.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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