Perché il calabrone vola? Sarà il tema trattato da Unieco Ambiente nel convegno aziendale il prossimo 11 luglio presso EmiliaWine ad Arceto, rivolto ai 70 dipendenti "reggiani" e ai rappresentanti delle 26 società collegate della Holding ambientale privata.
Dopo il fallimento di Unieco costruzioni, la nuova compagine si è mantenuta viva e vitale, arrivando a totalizzare nel 2017 un fatturato di 80 milioni di euro, con un utile netto di 3,613 milioni di euro, un piano investimenti di oltre 30 milioni di euro, di cui 7 destinati a interventi sugli impianti e circa 20 a iniziative di sviluppo industriale per il potenziamento della capacità impiantistica, consolidandosi ai vertici tra le aziende private che operano nel settore rifiuti. La sostenibilità in filiera, come recita il nuovo head line aziendale, coinvolge imprese private e miste pubblico-private con sede in 7 regioni (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Puglia) coinvolte nella gestione, trattamento, intermediazione di rifiuti speciali, nella bonifica e messa in sicurezza di siti inquinati, nel recupero e nella valorizzazione ambientale, nella produzione di energia da fonti rinnovabili, nella raccolta e nella gestione dei rifiuti solidi urbani in particolare in Toscana.
Si è svolta lunedì presso l’hotel Posta a Reggio Emilia, alla presenza dell’amministratore delegato di Uha Unieco Holding Ambiente, Stefano Carnevali, la conferenza stampa di presentazione dell’evento aziendale previsto per l’11 luglio a partire dalle ore 18 presso la bella location di EmiliaWine ad Arceto di Scandiano.
Sarà un interrogativo retorico il motivo ispiratore dell’appuntamento, durante il quale saranno illustrati i numeri del Bilancio consuntivo 2017 e del Piano degli investimenti, nonché le caratteristiche della manifestazione di interesse per la vendita sul mercato dell’intera Holding, da parte della struttura Commissariale di Unieco costruzioni. Sarà infatti il commissario liquidatore di Lca, Corrado Baldini a portare i saluti iniziali all’evento.
"Vorremmo dare il senso del percorso fatto fino a qui – spiega Stefano Carnevali – silenziosamente, senza tanta comunicazione, ma in modo appassionato e pervicace, mentre la proprietà passava un tragico ed irreversibile momento, ed era incapace di comprendere cosa fare".
Si parlerà innanzitutto di identità e di prospettive del nuovo gruppo di via Ruini salvato dopo il crac della casa madre, mentre a seguire una tavola rotonda condotta da Andrea Barbi, entrerà nel dettaglio dei numeri positivi e confortanti relativi al Bilancio e agli investimenti con quattro dirigenti di lungo corso di Uha, come Paolo Giovannini, presidente di Unirecuperi, Stefano D’Inca, direttore dell’area amministrazione e Finanza, Luca Galimberti, direttore dell’area rifuti urbani e projet, e Alessandro Brighetti, direttore dell’area rifiuti industriali.
Un fatturato di 80 milioni di euro, con un utile netto di 3,613 milioni di euro (con oltre 2 milioni di euro tra accantonamenti e ammortamenti), la realizzazione da parte delle società consolidate da Uha di un piano di investimenti di oltre 30 milioni di euro nel periodo 2018- 2020 dei quali 5 milioni destinati ad alcune operazioni di riassetto societario del Gruppo, 7 milioni a interventi sugli impianti necessari per garantirne il corretto funzionamento e/o in ottemperanza alle concessioni in essere, e circa 20 milioni a iniziative di sviluppo industriale per il potenziamento della capacità impiantistica della Holding sul fronte del trattamento dei rifiuti speciali.
L’aneddoto sul calabrone è noto ai più: secondo i massimi esperti di aerodinamica, il volo del calabrone, dato il suo peso, la sua forma e le caratteristiche fisiche dell’aria, è impossibile.
“Eppure il calabrone vola – commenta Carnevali – lo scrisse in un bel libro anche l’indimenticato presidente nazionale Legacoop Ivano Barberini con riferimento alla storia del movimento cooperativo. Unieco ambiente per molti versi è stata, è, ed ambisce ad essere anche in futuro, il calabrone delle imprese ambientali private".
Analogamente, per molti osservatori operare nel campo dei rifiuti in modo corretto, etico, senza compromessi e scorciatoie pare non sia possibile. Addirittura, é ancora più impossibile poter operare con competenza, qualità, correttezza, in modo competitivo.
Uha ha operato senza rinnegare la propria storia dentro il movimento cooperativo reggiano ed emiliano, ma con la consapevolezza dei limiti che ha avuto quel movimento nel comprendere la portata di possibile un nuovo progetto in questo settore.
In questi anni, nella solitudine e nella fatica del lavoro quotidiano, ha guadagnato una delle prime posizioni tra i gruppi ambientali privati. Il piano di investimenti e le operazioni di riassetto societaria in corso e programmate, fanno sperare di presentarsi al mercato degli investitori già per la fine del 2018, vicini al vertice assoluto tra gli operatori privati in questo settore.
Un’azienda che vuole continuare a volare da calabrone, consolidando il proprio core business ma guardando avanti, alla traduzione italiana della strategia europea sull’economia circolare, a nuovi campi di azione possibili, che allunghino ed arricchiscano la filiera e la sua sostenibilità.
Molto dipenderà dall’esito del percorso ad evidenza pubblica che LCA avvierà nelle prossime settimane, per mettere sul mercato l’intera Holding. Una manifestazione di interesse che verrà rivolta a chiunque voglia investire su un progetto industriale di lungo respiro, mantenendo la sede a Reggio Emilia assieme ai livelli occupazionali esistenti, dando un peso importante al progetto industriale oltre che all’offerta economica, in modo da far astenere concorrenti non realmente interessati ma eccessivamente curiosi, perditempo o peggio soggetti interessati a facili ed immediati profitti.
"Oggi Unieco Ambiente ha dimostrato – conclude l’AD Carnevali – che si può avere una filiera nella gestione dei rifiuti operando nella legalità e con una responsabilità sociale d’impresa, e nel contempo in modo sostenibile, dal punto di vista economico ed ambientale".
Ultimi commenti
Ma i commercianti vorrebbero lavorare tutto l' anno...o no?
ok emilia allora è solo per il salvataggio del natale? non capisco bene cosa mi contesti... ripeto e concludo per non far diventare questi sproloqui […]
ho la quasi certezza che se un reggiano autocnono, prova anche solo a reagire come fanno spessissimo questi nostri nuovi amatissimi e alacri cittadini italiani,