Pd: boicottata la rigenerazione di Villa Ospizio

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Scrive in una nota il direttivo del Circolo Pd di Reggio Emilia Est: “Da alcune settimane sono iniziate le operazioni preliminari di manutenzione dell’area cd. “ex ricovero” tra i quartieri di Ospizio e Villaggio Sergio Stranieri, in vista del prossimo avvio dei lavori di rigenerazione urbana.
In concomitanza con l’esecuzione di questi lavori preliminari, si sono intensificate manifestazioni di protesta con episodi di grave boicottaggio, come il taglio degli pneumatici dei mezzi di servizio.

Crediamo sia opportuno intervenire nuovamente nel dibattito legato alla riqualificazione di questa importante area per la socialità della zona Est di Reggio Emilia.
Come è noto, si tratta di un progetto che ha seguito un lungo iter procedurale e alla componente commerciale accompagna la realizzazione di strutture sociali e sanitarie: la nuova Casa della Comunità, il Polo territoriale dei servizi sociali, una struttura per la biblioteca di Ospizio che tornerà nella sua sede storica. Le strutture realizzate per la biblioteca e il polo territoriale verranno cedute dal soggetto attuatore al Comune di Reggio Emilia, come da accordi assunti in sede di negoziazione nei lavori preparatori all’approvazione della variante.
Ribadire quest’ultimo passaggio non è secondario. L’intera area ha rappresentato per i residenti del quartiere un punto di riferimento per l’erogazione di vari servizi: non soltanto la casa di riposo e la biblioteca, ma anche la sede dell’allora Sesta Circoscrizione e gli uffici decentrati dell’anagrafe comunale.

L’area è privata e da tempo versa in stato di abbandono, con segnalazioni di potenziale degrado che in questi anni sono cresciute in modo costante, fino ad arrivare a interventi di derattizzazione.
Nella stessa area si trovano tutt’oggi le estese fondamenta a raso degli edifici demoliti nel 2008, oltre agli scantinati della struttura che a suo tempo ospitava la casa di riposo.

L’operazione di rigenerazione urbana in corso ricalca a pieno la funzionalità storica di questa area, baricentrica non solo per i quartieri urbani, ma per l’intera zona Est della città.
Rispetto a precedenti piani urbanistici di recupero che indirizzavano verso una destinazione a edilizia residenziale della zona – resi negli ultimi anni anacronistici e inopportuni -, o prevedevano la sola realizzazione degli spazi per la biblioteca e il polo territoriale accanto a quelli commerciali, alla riqualificazione in atto si va ad aggiungere la Casa della Comunità, uno dei primi progetti di concretizzazione di una struttura che assomma alle funzioni di polo socio-sanitario di prossimità per i cittadini, l’erogazione in forma integrata di servizi sociali alla persona di varia natura. Inoltre, è bene ricordare come il nuovo PRU di Ospizio preveda un dimezzamento delle volumetrie disponibili rispetto al precedente piano.

La realizzazione della Casa della Comunità Reggio Est, per parte sua, è stata oggetto di un ulteriore percorso partecipato tra Comune, Azienda USL, Consulte dei quartieri e altri attori del territorio, volto non solo alla progettazione concordata degli spazi, ma a individuare in forma condivisa le priorità della struttura e i servizi da erogare, rispetto alle esigenze della cittadinanza che abita nelle zone di diretta prossimità dell’area.
Su tale area, che copre dalla zona Mirabello fino al confine con Rubiera ad Est, manca un polo di servizi alla persona, polo presente a Nord, ad Ovest e a Sud.
Questo percorso partecipato ha segnato una prima importante tappa durante l’assemblea di restituzione alla cittadinanza dello scorso 27 marzo, presso la sede di FCR in via Doberdò. In una sala conferenze gremita da tanti cittadini, il precedente Sindaco Luca Vecchi con Daniele Marchi (allora assessore ai servizi sociali), le rappresentanze di AUSL e il prof. P. Pezzana, hanno illustrato in modo articolato l’opera di riqualificazione e le potenzialità delle strutture sociali e sanitarie.

Non vogliamo ignorare le strutture commerciali che il soggetto attuatore andrà a realizzare accanto a quelle con funzioni di natura pubblica, ma è riduttivo e inesatto qualificare l’intero intervento come la sola realizzazione di un supermercato.
Al contempo, le preoccupazioni di natura ambientale non sono assolutamente marginali, ma riteniamo vadano contestualizzate con riguardo alla tipologia di intervento in corso che, come abbiamo illustrato, incide su una zona che ha ospitato per anni strutture per l’erogazione di servizi ai residenti e rispetto alle opere di piantumazione e sostituzione degli arbusti (tra le quali, va menzionata la piantumazione di oltre 750 piante tra il Rione Don P. Borghi e l’adiacente Campo di Marte), nonché di valorizzazione delle aree che saranno mantenute verdi, da parte del soggetto attuatore.
Non si sottrae un bosco alla città, ma si restituisce un’area edilizia abbandonata alla sua funzione storica per i quartieri della zona Est”.



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