“Abbiamo bisogno di un nuovo partito, non di un nuovo segretario. E per un nuovo partito serve una base politica, e il manifesto la dà, una base che ci mette nelle condizioni di essere molto ambiziosi per il futuro”.
Poi l’attenzione si sposta sul nuovo Manifesto. Spiega Enrico Letta: “E’ fondamentale oggi approvare un testo” del Manifesto “che consente un passo avanti. Vi chiediamo di votare questo testo, che abbiamo portato in fondo con un lungo lavoro di approfondimento. Un manifesto bello, intenso, di grande attualità e modernità. Questo è il manifesto per la nascita del nuovo Pd è la base politica del nuovo Pd. Un testo netto, forte in alcuni suoi colori, è equilibrato”.
Il segretario ha aggiunto: “Abbiamo deciso che questo manifesto non si ponga il problema dell’abrogazione del lavoro che fu fatto alla nascita del Pd nel 2007 da giganti come Pietro Scoppola e Alfredo Reichlin. Sarebbe stato sbagliato oggi metterci a fare le pulci al lavoro di Scoppola e Reichlin”. Poi ha ricordato: “Questo è stato un periodo duro per tutti noi e – ha ammesso Letta – in particolare tra i più duri della nostra storia. C’è stato un tentativo di sostituirci. Il tentativo di sostituire il Pd è fallito”, ha però assicurato. “Non serve un nuovo segretario, serve un nuovo partito, di nuovi segretari ne abbiamo avuti sin troppi”.
Infine alcune riflessioni del segretario uscente: “Io non mi sono pentito di essere tornato da Parigi” ha detto. “Esco più innamorato del Pd di quando ho cominciato, vi assicuro che non costruirò un partito alternativo”, anche se ci sono state anche “amarezze e ingenerosità” che “tengo per me”.
E conclude: “Il segretario o la segretaria del nuovo Pd non può passare l’intera giornata a mettere tutte le sue energie nella composizione dei suoi equilibri interni e poi alla fine della giornata pensare con le energie residue che cosa dire agli italiani, perché così non può funzionare, così siamo condannati”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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