Parma. Startup truffa 770mila euro allo Stato durante la pandemia con inesistenti ventilatori polmonari

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I finanzieri del Comando provinciale di Parma hanno effettuato un controllo nei confronti di una startup che nel 2020, in piena pandemia da Covid-19, aveva richiesto ed ottenuto da Invitalia un contributo a fondo perduto di 770mila euro. Denaro che doveva servire per realizzare ventilatori polmonari.
La società avrebbe dovuto produrre 30 apparecchi al giorno, in un momento di crisi in cui erano molto ricercati

In realtà non solo ne ha prodotto solo uno (quello usato per chiedere il finanziamento), ma ha usato la gran parte dei soldi nel rifacimento della sede aziendale.

La startup di Parma è finita così sotto la lente della Guardia di finanza, che ha denunciato il titolare per truffa aggravata e il perito che ha fatto la relazione tecnica per falso ideologico in atto pubblico.
Invitalia, agenzia governativa per gli investimenti interamente controllata dal ministero dell’economia, si era attivata per reperire ventilatori polmonari. L’azienda parmigiana aveva risposto al bando, ottenendo il contributo con l’impegno di produrre trenta ventilatori al giorno, che però non sono mai stati fatti. Secondo la ricostruzione della Guardia di finanza, l’azienda aveva acquistato una stampante 3D dal valore di 36mila euro, anziché quella indicata nella domanda di finanziamento che ne costava 680mila, impiegando la differenza nel rifacimento di un’area produttiva della sede aziendale.

Inoltre, per rispettare i tempi, l’azienda avrebbe anche indotto Invitalia in errore, con documentazioni nelle quali si certificavano cose non vere.
Invitalia ha revocato il finanziamento e l’azienda dovrà restituire 899mila euro, ovvero il finanziamento più gli interessi maturati.