Nella mattinata di giovedì 29 gennaio, la Guardia di finanza di Bologna e di Parma ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo ai fini della confisca emesso dalla Procura di Parma a carico di un commerciante parmigiano di veicoli di pregio (auto d’epoca e di lusso), che tuttavia risultava di fatto sconosciuto al fisco italiano.
Dai controlli è emerso un divario di notevoli proporzioni tra i redditi ufficiali dichiarati (pressoché inesistenti) e le effettive disponibilità finanziarie. A carico dell’indagato si ipotizzano i reati di autoriciclaggio e di omessa dichiarazione.
La polizia giudiziaria ha sottoposto a vincolo cautelare 435.000 euro in contanti, 176.209,31 euro depositati su conti correnti bancari, 61 orologi e 18 auto: Ferrari 340 MM Vignale Spider; Ferrari 275 GTB di colore verde pino; Ferrari 599 GTB Fiorano; due Ferrari Daytona; Ferrari 458 Italia; Ferrari Dino 246 GTS; Ferrari 512 BB; Bizzarrini 5300 GT Strada; Lamborghini Murcielago; Lamborghini Miura; Lamborghini Countach; Porsche 996; Porsche 997; Lancia Aurelia B24 Spider America; Mercedes AMG; Vw Golf; un furgone Peugeot Rifter.
Tra le auto, in particolare, sono da segnalare la Ferrari 340 MM Vignale Spider (appena tre esemplari costruiti dalla casa di Maranello che, negli anni Cinquanta del secolo scorso, ha gareggiato in competizioni motoristiche di prim’ordine, come la 24 Ore di Le Mans, la Mille Miglia e il Trofeo internazionale di Silverstone) e la Ferrari 275 GTB/2 di color verde pino, prodotta – in tale colorazione – in appena sei esemplari. Le aziende produttrici, in ogni caso, sono risultate del tutto estranee agli illeciti ipotizzati nel decreto di sequestro.
Gli approfondimenti investigativi, condotti dalle fiamme gialle bolognesi, hanno permesso di scoprire come l’uomo negli ultimi 25 anni avesse portato avanti una lucrosa attività commerciale, senza tuttavia aver mai presentato le previste dichiarazioni fiscali; così facendo, il commerciante ha potuto reinvestire nella stessa attività i proventi di volta in volta conseguiti.
Per non attirare le attenzioni del fisco, l’indagato avrebbe messo in atto vari escamotage: l’interposizione di diversi prestanome, false radiazioni “per esportazione” delle auto (le quali, private delle targhe, potevano essere commercializzate senza alcuna formalità), l’utilizzo di metodi di pagamento non tracciabili (prevalentemente contante) e di conti correnti esteri (alcuni dei quali in Paesi a fiscalità privilegiata).
In una sorta di ciclo infinito, da una parte le vendite di auto di lusso avrebbero alimentato negli anni il patrimonio personale dell’interessato; dall’altra, le omesse dichiarazioni dei redditi avrebbero consentito al soggetto di accantonare sufficiente liquidità da investire poi in ulteriori acquisti, che a loro volta avrebbero generato ulteriori proventi per il commerciante.
I militari della Guardia di finanza hanno anche effettuato perquisizioni (locali, personali e informatiche) a carico di altre sei persone, indagate in concorso, e tre aziende nelle province di Bologna, Parma, Reggio, Cremona e Firenze.
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