Si trovava a Bologna da più di sei anni Emma Elsie Michelle Pezemo, la studentessa di 31 anni originaria del Camerun il cui cadavere, fatto a pezzi, è stato trovato domenica 2 maggio in un cassonetto alla periferia della città. A ucciderla, secondo le prime indagini, sarebbe stato il fidanzato Jacques Honoré Ngouenet, suo connazionale di 43 anni, che dopo il delitto si è impiccato nell’alloggio dove viveva, in una struttura protetta per persone con problemi psichici.
Il caso di omicidio-suicidio ha lasciato attonita l’intera comunità dell’Università di Bologna. I compagni di corso e il Dipartimento di sociologia e diritto dell’economia, dove Emma Pezemo era arrivata ormai agli ultimi esami prima della laurea in Sociologia e servizio sociale, hanno espresso il loro sgomento ricordando la studentessa uccisa: “Emma si è sempre distinta per passione, impegno e determinazione ed era arrivata quasi al traguardo del suo percorso con buoni risultati. La notizia della sua prematura e atroce scomparsa porta dolore e incredulità nei suoi colleghi studenti, nel corpo docente del corso di laurea e in tutti i membri del dipartimento”.
“Un ennesimo femminicidio che addolora profondamente l’intera nostra comunità”, ha aggiunto la prorettrice agli studenti Elena Trombini a nome dell’ateneo: “Da anni l’Università di Bologna lavora per la sensibilizzazione verso temi come la parità di genere e l’eliminazione della violenza contro le donne, attraverso iniziative e progetti aperti a tutte e tutti, in ogni momento dell’anno. Apprendere queste notizie non fa che aumentare la consapevolezza della forte necessità di tenere sempre alta l’attenzione, rafforzando le azioni contro atteggiamenti discriminatori e violenti, in particolare verso le donne”.
Anche il Consiglio degli studenti si è unito al cordoglio della famiglia, delle colleghe e dei colleghi, delle ragazze e dei ragazzi dello studentato Galvani: “Nonostante la distanza, fisica ma non umana, che ci separa dalla sua famiglia, condividiamo con loro il dolore per una perdita inaccettabile. La nostra comunità ha perso una studentessa che era arrivata a Bologna per coltivare la sua esperienza universitaria con grande forza di volontà e spirito di sacrificio”.
“Emma era venuta qui, come tante e tanti di noi, per costruirsi un futuro professionale e per una crescita umana, ma purtroppo ha trovato la morte con tragica brutalità, dimostrando come neanche le studentesse universitarie siano estranee alle dinamiche della violenza di genere. Nella speranza di non imbattersi nuovamente in tali episodi di cronaca, il Consiglio, a nome di tutte le studentesse e di tutti gli studenti, ribadisce il proprio impegno a lavorare contro ogni forma di violenza dentro e fuori i luoghi dell’università, attraverso quei valori di solidarietà, libertà e conoscenza reciproca che incarna. Rinnoviamo quindi la nostra vicinanza e il nostro cordoglio a tutti i familiari e amici di Emma”.
Sulla vicenda si è espressa anche la presidente dell’assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna Emma Petitti: “Una giovane donna è stata uccisa, fatta a pezzi e gettata in un cassonetto. In pieno centro a Bologna. Una tragedia che ci addolora profondamente. Un dolore misto a rabbia, perché questi episodi sono una perdita e una sconfitta per tutti”.
“Ci sono aspetti ancora da chiarire, sui quali faranno luce le indagini, ma resta il drammatico epilogo: un’altra giovane vita spezzata. Purtroppo come cittadini e come rappresentanti delle istituzioni restiamo attoniti ogni volta che sentiamo notizie del genere. E si evidenzia, ancora una volta, che gli atti persecutori e i soprusi violenti riguardano noi, la società intera, le istituzioni, la responsabilità di ciascuno nel dire basta”.
Senz’altro, ha aggiunto la presidente Petitti, “occorre un ulteriore sforzo da parte di tutte e tutti, un cambiamento che possa trarre la sua linfa da radici profonde, in primis dall’educazione. L’investimento culturale nel rispetto della persona, della donna, rappresenta un impegno quotidiano che richiede costanza, determinazione, condivisione e trasversalità delle politiche pubbliche. Solo prefissandoci questo obiettivo potremo superare gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento di equità, rispetto reciproco e democrazia paritaria che sono presupposto di sviluppo civile. Il mio pensiero in questo momento va ad Emma, ai suoi familiari, alle persone che le erano vicine e che stanno piangendo la sua perdita, una perdita per tutta la nostra comunità”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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