Al termine di una complessa indagine coordinata dal pubblico ministero della procura di Modena Giuseppe Amara e condotta dai carabinieri della città emiliana, questi ultimi hanno arrestato sette cittadini italiani di età compresa tra i 26 e i 47 anni, ritenuti responsabili di oltre 320 furti aggravati e due rapine all’interno delle isole ecologiche modenesi gestite da Hera. Tutti i componenti della banda sono risultati destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Modena.
L’indagine, partita nel giugno dello scorso anno, ha documentato – grazie anche all’analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza – oltre un anno di attività illecite da parte di un gruppo di persone residenti in due campi nomadi a Modena e a Castelnuovo Rangone (in provincia di Modena).
Gli indagati avrebbero utilizzato quattro autocarri intestati a terzi (non indagati) per accedere alle aree ecologiche della città e portare via diverse tonnellate di materiale ferroso e centinaia di elettrodomestici e batterie esauste, con lo scopo di smontarli e re-immettere la refurtiva nel mercato legale vendendola a ditte autorizzate, dando vita così a una vera e propria attività economica parallela.
I sette soggetti, che riuscivano a effettuare anche più furti nell’arco della stessa giornata durante gli orari di apertura al pubblico, in molti casi sarebbero arrivati ad assumere atteggiamenti intimidatori nei confronti degli operatori dei centri di raccolta: in due circostanze, inoltre, questi ultimi sarebbero stati oggetto di esplicite minacce, che hanno portato gli inquirenti a contestare anche il reato di rapina impropria.
“Si tratta di un’indagine che forse non balza immediatamente all’attenzione perché l’andare a rubare nelle isole ecologiche può sembrare quasi un fatto irrilevante”, ha sottolineato il procuratore capo di Modena Paolo Giovagnoli, “invece a mio parere è proprio il segno di una condotta gravemente lesiva nei confronti della collettività. Da un lato queste isole ecologiche sono proprio i centri di raccolta dei materiali non più usati, che però possono ancora essere valorizzati per i componenti in metallo ed elettronici, dall’altro si tratta di materiali pericolosi che devono essere gestiti con attenzione per evitare l’inquinamento”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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