I carabinieri di Novellara hanno localizzato una vera e propria “fabbrica” di marijuana suddivisa in reparti produttivi (coltivazione, irradiazione ed essiccazione) sequestrando circa 20 chili di marijuana, un centinaio di piante e un avveniristico impianto di areazione, irradiamento e irrigazione grazie al quale i “coltivaltori” (al momento ignoti) erano riusciti a riprodurre la corretta adattabilità per l’habitat di produzione dello stupefacente.
L’impianto era in funzione grazie alla fornitura di energia elettrica ottenuta attraverso un allaccio abusivo che, a partire da un palo dell’illuminazione pubblica, arrivava fino a un contatore collocato a ridosso dello stabile adibito alla coltivazione delle piante. L’intero cascinale, dopo essere stato svuotato, è stato sottoposto a sequestro. Le indagini ora puntano a risalire all’identità dei soggetti che gestivano il business, dal momento che i proprietari dell’immobile disabitato sono risultati essere totalmente estranei alla vicenda.
A portare i militari alla scoperta dell’illecita attività sono stati i controlli eseguiti nella Bassa reggiana: a insospettire i carabinieri è stato il fatto che il cascinale, già noto come in disuso, era dotato di energia elettrica “rubata” alla rete pubblica. Le indagini dovranno anche far luce sui canali di destinazione della marijuana, destinata con ogni probabilità alle province lombarde di Mantova e Cremona e a quelle emiliane di Parma, Modena, Reggio e Piacenza.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]