Da sinistra: Silvio Corbari e Adriano Casadei
[da: Mario Cervi (a cura di), “Salò, album della Repubblica di Mussolini”, 1995]
A Poviglio, in provincia di Reggio, c’è una piazza dedicata ad Adriano Casadei, medaglia d’oro al valor militare della Resistenza, impiccato dai fascisti a Castrocaro (FC) il 18 agosto 1944.
«Vicecomandante di battaglione partigiano, dopo innumerevoli azioni compiute alla testa dei suoi uomini con leggendaria audacia, dopo aver sbaragliato e disarmato decine di presidi fascisti e tedeschi, dopo aver infranto un attacco tedesco dando fuoco ad un deposito di esplosivi che nel tremendo scoppio seppellì oltre 200 nemici, veniva catturato mentre accorso vicino al suo comandante di battaglione, caduto ferito nel folto della mischia, tentava di portarlo in salvo. Sopportava fieramente torture e sevizie e nell’istante in cui il capestro stroncava la sua giovane esistenza, innalzava col grido di “Viva l’Italia”, l’estremo inno alla Patria amata».
Il comandante della formazione partigiana in cui militava Adriano Casadei era Silvio Corbari. Il gruppo partigiano operava in Romagna, in particolare nella provincia oggi denominata Forlì-Cesena. Corbari divenne una leggenda per le sue azioni spericolate ma anche per le beffe consumate ai danni dei fascisti.
Non è un caso, allora, che sulla “banda” Corbari, nel 1970, il regista Valentino Orsini giri un film, protagonista Giuliano Gemma, dal titolo “Corbari”. E anche Casadei è protagonista di molte importanti azioni di sabotaggio e di guerriglia partigiana sull’Appennino Tosco-Emiliano.Casadei nasce a Poviglio (Reggio Emilia) il 6 agosto 1922, poi con la famiglia – il padre era un sellaio e aggiustatore di finimenti per cavalli – si trasferisce a Forlì. Nella città romagnola si iscrive all’Istituto chimico industriale. Nel 1942 viene chiamato di leva e arruolato nell’Aeronautica militare. L’8 settembre 1943, come tanti giovani militari che riescono a fuggire alle retate dei tedeschi dopo la firma dell’armistizio dell’Italia con gli alleati, abbandona la caserma di Orvieto, dove stava frequentando il corso da allievo ufficiale, e raggiunge la famiglia a Forlì.
Nella città romagnola fonda il Movimento Patriottico Giovine Italia e nella primavera del 1944 si unisce alla formazione di Silvio Corbari, diventandone vicecomandante. Complice la caduta di radio Zella (un’emittente partigiana che teneva i collegamenti con gli Alleati) e il tradimento di un ex compagno, alle 5 della mattina del 18 agosto 1944 un reparto della Gnr, con l’ausilio di militari tedeschi, circonda Ca’ Cornio di Tredozio, dove lo sorprendono assieme a Iris Versari, Silvio Corbari e Arturo Spazzoli.
Iris Versari, per non essere catturata, si uccide. Corbari salta da una finestra; Casadei e Spazzoli fuggono attraverso il fienile. Spazzoli è colpito alle gambe. Nella fuga Corbari precipita nel greto di un torrente e rimane gravemente ferito. Casadei corre in suo soccorso, ma entrambi cadono nelle mani del nemico. Spazzoli è finito con un colpo di pistola a Monte Trebbio. Corbari e Casadei sono impiccati a Castrocaro.
Il giovane povigliese, si dice, mettendosi il cappio al collo avrebbe gridato: «Noi siamo i veri italiani!». I corpi dei due partigiani, insieme a quelli di Iris Versari e Arturo Spazzoli, vengono appesi ai lampioni di piazza Saffi a Forlì.
In chiusura segnaliamo, per chi volesse saperne di più sulla formazione partigiana comandata da Silvio Corbari, alcune indicazioni bibliografiche reperibili online:
La storia della “Banda Corbari”
Donne e uomini della Resistenza: Sirio Corbari – Anpi
Dizionario biografico Treccani: Corbari, Sirio (Silvio)
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]