Luca Chiesi del gruppo “Scuola Libertà e Costituzione”, formato da cittadini (non ben quantificato) che ogni sabato pomeriggio scendono in piazza della Libertà a Reggio Emilia per protestare contro il Green pass.
“Un’amica mi segnala un paio di interessanti comunicazioni in merito ad attività nelle parrocchie di Puianello e Vezzano sul Crostolo.
La prima è una “settimana comunitaria” per studenti di scuola superiore.
Colpisce il riquadro in alto a destra, in cui si legge “vaccinazione obbligatoria”.
Niente di meno.
In un periodo storico in cui viene richiesto il cosiddetto green pass anche nei luoghi o nelle situazioni più improbabili (ad esempio per accedere alla biblioteca pubblica “Panizzi” con i propri figli, o per partecipare ad un concerto pubblico organizzato dall’istituto musicale “Peri – Merulo”, o accedere sul proprio posto di lavoro, o persino per permettere a studenti minorenni di frequentare la lezione di strumento nello stesso istituto musicale cittadino, a dispetto dell’iscrizione già pagata e che non contemplava certo un simile prerequisito all’accesso. I contratti hanno ancora un valore?), in certe parrocchie pare che si decida in autonomia che uno studente minorenne debba essere vaccinato.
Vaccinato contro cosa, non è dato saperlo, dal volantino, ma immaginiamo (con poca fantasia) contro il Covid-19.
Apprendiamo quindi con stupore – e una certa riconoscenza per tale rivelazione – che in Italia esiste l’obbligo di vaccinazione non solo per i sanitari, ma anche per alcuni ragazzi frequentanti scuole superiori e residenti in zona Puianello – Vezzano.
Lo stupore aumenta considerando un’altra iniziativa, sempre della stessa parrocchia.
In particolare il pranzo missionario di domenica 21 novembre.
I fondi sono raccolti per le suore missionarie francescane del Verbo Incarnato che operano anche presso l’Ospedale Santa Cruz, in Bolivia, dove cercano “di garantire una copertura per tutti. NESSUNO ESCLUSO” (maiuscolo presente nella citazione dal volantino).
Gli organizzatori di tale meritevole raccolta fondi, però, escludono tutte le persone desiderose di partecipare MA sprovviste di green pass. Interessante.
Intendiamoci.
Capisco perfettamente aver accettato senza proferire verbo di: 1) sospendere la celebrazione della S. Messa per diverse domeniche nel 2020, 2) compresa la celebrazione della Pasqua; 3) di aver sostituito l’acqua santa con il gel idralcolico; 4) di aver messo i check-in all’ingresso delle chiese con tanto di termometri per la misura della temperatura; 5) di aver convinto i fedeli che il mistero dell’Eucaristia e della Presenza Viva non fosse più così tanto importante e che si poteva tranquillamente fare la comunione e partecipare alla messa via televisione; 6) di accettare che non si possano compiere opere di misericordia corporale come visitare gli infermi (anche per accedere in reparto all’ospedale Santa Maria Nuova, come ben sappiamo, serve un green pass; ma solo se si va a visitare un ammalato, per le visite mediche non c’è problema) o 7) dare da mangiare agli affamati o vestire gli ignudi (serve il green pass anche per accedere alle mense per i poveri; ma chi è in stato di tale indigenza da non avere nemmeno i documenti come fa?) o persino 8) seppellire i morti (curioso che in diversi cimiteri della provincia fosse necessario esibire il green pass per accedere, il giorni dei morti; resta forte e vivo, comunque, il ricordo dei tanti “morti per covid” ai quali i familiari non hanno potuto portare l’estremo saluto e nemmeno vedere un’ultima volta).
Dicevo: capisco perfettamente aver accettato di snaturare completamente la propria fede religiosa.
D’altra parte, non viene prima di tutto la salute del corpo?
Ma impedire l’accesso ad un pranzo missionario (o al concerto del 14 novembre nel parco della biblioteca comunale di Vezzano sul Crostolo – un concerto nel parco) per assenza di green pass… non riesco proprio a capacitarmene.
Interessante notare come, giustamente, stiano pensando di diminuire la validità dei tamponi ai fini di poter avere un green pass. Passando da 48 ore a 24.
Così potremo finalmente cambiare anche la preghiera del “Padre Nostro”, con le più sensate parole: “dacci oggi il nostro tampone quotidiano”.
Mi chiedo: se oggi fossero vivi, un Don Milani, o un Don Bosco, o un padre Pio da Pietralcina, cosa direbbero? Cosa farebbero?
Raccontano che il nostro don Giuseppe Salsi caricava 10 bambini in cinquecento e li andava a prendere a casa, pur di farli andare a catechismo o a messa.
Dopo aver letto queste due comunicazioni della parrocchia di Puianello e Vezzano sul Crostolo, mi viene solo da dire: che Dio ci salvi!”.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]