Un gruppo di donne le cui firme compaiono in calce qui sotto la lettera aperta sul video “La ragazza dalle spalle larghe” sulla vita di Nilde Iotti, commissionato dal Comune di Reggio Emilia e presentato al Teatro Ariosto lo scorso 4 dicembre.
La lettera è stata inviata al sindaco Luca Vecchi, all’assessora all’Educazione e Conoscenza, Raffaella Curioni, e per conoscenza alla Fondazione Nilde Iotti.
Di seguito il testo.
“Abbiamo visto il video “La ragazza dalle spalle larghe” sulla vita di Nilde Iotti, commissionato dal Comune di Reggio Emilia, destinato alle scuole e proiettato in anteprima lo scorso 4 dicembre al Teatro Ariosto.
Un video in cui la parola “comunista” non compare mai.
Si racconta della sua elezione nel Consiglio Comunale di Reggio Emilia, poi all’Assemblea Costituente e alla Camera dei Deputati, ma non si dice mai nelle liste di quale partito.
Come se la sua fosse stata un’avventura solitaria, una sorta di “carriera” individuale d’eccellenza nel mondo della politica da parte di una donna indubbiamente molto capace e determinata, e non invece – come fu – una straordinaria esperienza all’interno di una comunità politica di donne e di
uomini con cui condivideva un orizzonte ideale e un progetto politico.
Le iniziative di solidarietà e accoglienza del Natale 1945 verso la popolazione duramente colpita dalla guerra, sembrano promosse da una caritatevole dama di San Vincenzo che si “diede da fare insieme a tante altre coetanee”.
Nessun riferimento all’UDI – Unione Donne Italiane – protagonista di quell’iniziativa.
Quell’UDI, nata dai “Gruppi di Difesa della Donna” della Resistenza, di cui Nilde Iotti era dirigente di primo piano, e che, come il PCI, non viene mai nominata.
Eppure, non sono semplici “sigle” del passato, ma associazioni, organizzazioni, comunità di persone nelle quali la Iotti ha maturato e vissuto la sua straordinaria esperienza, che viene così decontestualizzata.
Togliatti è descritto come “il segretario politico di uno dei più grandi partiti d’Italia”. Pare proprio non si riesca a chiamarlo con il suo nome.
Le compagne e le donne reggiane dell’UDI e del PCI con cui Nilde Iotti condivise tante lotte e tante iniziative in tutti gli anni del suo impegno politico, diventano le “amiche”. E lo erano e lo sono certamente, amiche, legate da un vincolo forte di affetto e condivisione, ma erano soprattutto compagne di militanza, comuniste anche loro.
Appaiono quasi sfumate le tante coraggiose e caparbie battaglie della Iotti per conquistare diritti civili e parità per le donne, a partire dal divorzio, dal riconoscimento delle famiglie di fatto e dei figli nati fuori dal matrimonio, per un nuovo diritto di famiglia. Come se si volesse dare un’immagine “rassicurante” ed edulcorata di questa donna che fu invece coraggiosa e anticonformista, sempre in prima linea, a fianco dei movimenti femminili e femministi, femminista ante litteram, comunista.
Sul piano storico e politico lascia poi sorpresi il silenzio sulle stragi fasciste e la “strategia della tensione” che insanguinarono il Paese anche durante gli anni della sua presidenza della Camera.
Mentre si fa un giusto richiamo agli “anni di piombo”, al terrorismo delle BR, al rapimento Moro (eventi sottolineati dalle immagini che scorrono mentre si parla della sua elezione a Presidente della Camera nel 1979) non una parola sulla “strategia della tensione”che insanguinò il Paese, nemmeno sulla strage alla stazione di Bologna, in terra emiliana, il 2 agosto 1980.
Eppure la Iotti ne evidenziò la natura terroristica, il nesso con Piazza Fontana, Brescia, e Italicus e denunciò il coinvolgimento di apparati e servizi istituzionali nelle stragi (discorso alla Camera del 26 agosto 1980).
Che pensare infine del passaggio sulle riforme costituzionali, a cui Nilde Iotti lavorò ripetutamente da parlamentare, laddove la voce narrante la fa parlare, in prima persona, dei “tentativi di riforma che ebbero esiti incerti o furono bocciati negli anni dopo la mia morte”?
Un ricorso all’uso dell’io narrante metodologicamente discutibile, storicamente e politicamente ingiustificato.
Il video pare destinato prevalentemente alle scuole. Se è così, a maggior ragione certe decontestualizzazioni, certe rimozioni e silenzi appaiono ancora più gravi ed il video dovrebbe essere corretto.
E’ paradossale ascoltare in sottofondo la voce della Mannoia che canta “La storia siamo noi” mentre la storia che viene raccontata è piena di omissioni.
La memoria e la storia di una persona, la sua identità e la sua appartenenza politica, devono essere rispettate e trasmesse nella loro integrità.
Chiediamo quindi che il video sia integrato con i passaggi sopra richiamati, che a noi paiono fondamentali per una corretta narrazione della vita di Nilde Iotti, e, conseguentemente, che la sua diffusione nelle scuole, nella versione attuale, sia sospesa”.
Maura Bardi – Valda Busani – Ramona Campari – Delia Canovi – Amabile Carretti – Luciana Caselli – Magda Davolio – Danila Fabbi – Carla Fontanesi – Brunetta Partisotti – Stefania Salsi – Elisabetta Salvini – Letizia Valli – Rina Zardetto
brave, uno schiaffone metaforico a chi continua a rovesciare la storia a testa in giù…