La Regione Emilia-Romagna, con una misura straordinaria e sperimentale, ha stanziato 7 milioni di euro per incentivare i Comuni a offrire un primo ampliamento dell’offerta dei nidi d’infanzia già da settembre, prevedendo un contributo annuo di 4.500 euro (eventualmente riparametrati in funzione dell’effettivo periodo di apertura del servizio) per ogni nuovo posto attivato per l’anno educativo 2022-2023. L’obiettivo è quello di contribuire all’abbattimento delle liste d’attesa, anche a fronte dell’aumento delle domande già segnalato da molte amministrazioni locali.
Il finanziamento dell’intervento è stato reso possibile dall’utilizzo dei nuovi fondi europei: l’Emilia-Romagna, infatti, è stata la prima regione italiana a farsi approvare dalla Commissione europea i programmi operativi del Fondo sociale europeo (Fse+) e del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) per il settennato 2021-2027, a pochi giorni di distanza dalla firma – avvenuta il 19 luglio scorso – dell’accordo di partenariato tra Bruxelles e il governo italiano.
La giunta Bonaccini, quindi, intende accelerare rispetto a uno degli obiettivi del programma di legislatura: trasformare i servizi per l’infanzia in servizi universali, abbattendo progressivamente sia le liste d’attesa che le tariffe a carico delle famiglie.
Entro settembre sarà pubblicato un bando rivolto ai Comuni e alle Unioni di Comuni con comprovate liste di attesa per i servizi educativi per la fascia 0-3 anni, o comunque con una domanda potenziale alla quale in questo momento non è possibile dare risposta. Gli enti locali, a fronte delle risorse aggiuntive in arrivo dalla Regione, dovranno garantire di essere in grado di ampliare l’offerta pubblica, oppure di poter attivare nuovi posti di servizio nido tramite le convenzioni con i privati accreditati. Con una clausola ben precisa: alle famiglie dovrà essere garantita l’applicazione del sistema tariffario comunale.
La misura è stata presentata in conferenza stampa dal presidente della Regione Stefano Bonaccini e dalla vicepresidente Elly Schlein: “Con questo intervento la Regione fa un nuovo, importante passo avanti nel piano complessivo che dovrà portare entro la fine della legislatura a servizi educativi e scuole dell’infanzia accessibili a tutti i bambini e a tutte le bambine. Nidi e materne devono insomma diventare un servizio universale da assicurare a tutti, a prescindere dalle condizioni sociali di partenza, senza che nessuno resti escluso”.
“Già nelle prossime settimane, con l’avvio del nuovo anno educativo, i genitori che hanno fatto richiesta potranno vedere accolti i loro figli, perché i sindaci saranno nelle condizioni di potenziare i servizi. È un programma dell’Emilia-Romagna, la Regione che già oggi ha i numeri più alti in Italia per questi servizi, con coperture anche superiori ai target europei e con una qualità riconosciuta e studiata in tutto il mondo”, hanno sottolineato Bonaccini e Schlein. Tuttavia, hanno aggiunto, “c’è la volontà di progredire ancora, per l’inclusione dei bambini e per soddisfare una duplice esigenza: da un lato offrire a tutte e tutti pari opportunità fin dalla prima infanzia, dall’altro assicurare alle famiglie anche una risposta di conciliazione a sostegno della natalità e dell’occupazione femminile”.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]