Il tribunale del Riesame di Bologna ha accolto integralmente l’appello della Procura di Parma, disponendo il carcere per Chiara Petrolini, la studentessa 21enne indagata e attualmente depositaria della misura degli arresti domiciliari, dopo il ritrovamento dei resti di due neonati sepolti nel giardino della sua casa di Traversetolo. I giudici hanno disposto la custodia in carcere per l’omicidio del 7 agosto 2024 e per le soppressioni dei due cadaveri, cioè anche per il neonato partorito il 12 maggio 2023. L’esecuzione della misura è però sospesa fino alla definitività della decisione: bisognerà attendere i motivi e l’eventuale ricorso in Cassazione.
Il dispositivo della decisione è stato depositato dal collegio (Barbensi, Poschi, Melloni) con provvedimento del 15 ottobre, data dell’udienza, e comunicato oggi alle parti. L’appello, del procuratore Alfonso D’Avino e della pm Francesca Arienti era contro l’ordinanza con cui il Gip aveva disposto i domiciliari per l’omicidio premeditato, commesso il 7 agosto di quest’anno, e per la soppressione di cadavere commessa il 12 maggio di un anno prima, accogliendo solo in parte l’istanza della Procura e riqualificando il fatto del 7 agosto come occultamento di cadavere (e non soppressione).
Da quando sarà depositata l’ordinanza con la motivazione la difesa, avvocato Nicola Tria, avrà quindici giorni di tempo per ricorrere in Cassazione.
“Prendo atto della decisione del Tribunale di Bologna. Pur attendendo di leggere le motivazioni, anche in vista di un ricorso per Cassazione, ribadisco che, come già detto, a mio avviso gli arresti domiciliari sono in realtà adeguati al contenimento delle esigenze cautelari proprie di questa vicenda (su cui unicamente occorre concentrarsi). D’altro canto la misura cautelare non può e non deve mai rappresentare un’anticipazione della pena”. Lo dice il difensore di Chiara Petrolini, l’avvocato Nicola Tria, commentando la decisione del Riesame.
Non ci sono commenti
Partecipa anche tu