L’indagine congiunturale di Unindustria Reggio Emilia relativa al secondo trimestre dell’anno ha segnalato rischi al ribasso per l’attività delle imprese manifatturiere della provincia reggiana.
Nel periodo aprile-giugno 2022 l’attività produttiva del settore, pur rimanendo ancora in crescita, ha evidenziato un nuovo rallentamento: in particolare la produzione industriale ha fatto segnare una variazione del 4,3% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, registrando così un ridimensionamento nei confronti di quanto rilevato nelle precedenti indagini.
Anche la dinamica del portafoglio ordini ha messo in luce un peggioramento della situazione, sia nel complesso sia in riferimento ai soli ordinativi esteri.
Nel secondo trimestre dell’anno sono state pari al 28,6% le imprese che hanno fatto registrare un aumento dei volumi di produzione, mentre il 21,4% al contrario ha accusato una riduzione dei volumi.
Le previsioni a breve termine, inoltre, sono orientate a un ulteriore rallentamento dell’attività produttiva. Per quanto riguarda le prospettive sul portafoglio ordini, infatti, il 26,8% delle imprese si sta preparando a un calo degli ordinativi, mentre è pari al 17,9% la quota di aziende che si aspetta che questi siano in aumento: un saldo dunque negativo (-8,9%) e in forte discesa rispetto alla precedente indagine (+18,3%).
“Il sistema delle imprese reggiane continua a mostrare segnali di tenuta, in un contesto operativo sempre più caratterizzato da una grande incertezza”, ha commentato la presidente di Unindustria Reggio Roberta Anceschi: “Il quadro macroeconomico, infatti, è fortemente condizionato dalla durata e dall’intensità della guerra in Ucraina, i cui contraccolpi per l’economia italiana restano altamente incerti, dall’inflazione galoppante, dalla capacità del sistema economico di reggere anche nel prossimo futuro il caro-energia”.
Il contesto generale, insomma, “rimane decisamente complicato, anche a causa della situazione politica italiana. La caduta del governo Draghi ha spinto il Paese verso nuove elezioni. L’autunno e l’inverno si annunciano molto difficili sotto diversi aspetti, ed è quindi indispensabile che dalle urne esca un risultato capace di dare la stabilità indispensabile sia per riconquistare la credibilità internazionale dell’Italia che per superare la difficile congiuntura e sostenere la ripresa. Per rinforzare e accompagnare il nostro sistema produttivo è essenziale poi che il prossimo governo rispetti gli obiettivi negoziati con l’Ue e dia attuazione alle riforme previste dal Pnrr”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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