Alla luce dell’elevato livello di attività registrato nei primi nove mesi dell’anno, le stime sul prodotto interno lordo dell’Emilia-Romagna per il 2022 sono state nuovamente riviste al rialzo (+3,6%, quattro decimi in più): a fine anno, se le previsioni saranno rispettate, il livello del Pil emiliano-romagnolo supererà dunque quello del 2018, il dato più elevato prima dell’irrompere della pandemia di nuovo coronavirus.
Ma la ripresa, secondo gli “Scenari per le economie locali” di Prometeia, elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna, potrebbe bruscamente interrompersi già nel 2023 (+0,2%) a causa soprattutto dell’aumento del costo dell’energia, in una situazione di possibile razionamento della stessa, e della pesante riduzione del reddito disponibile, in particolare per le famiglie a basso reddito; tanto che la stima di crescita per l’Emilia-Romagna è stata ridotta di un punto percentuale e otto decimi rispetto alle precedenti.
Per l’anno in corso e per il prossimo, in ogni caso, l’Emilia-Romagna salirà sul terzo gradino del podio nella classifica delle regioni italiane (dietro Lombardia e Veneto) per ritmo di crescita del Pil, che risulterà al di sopra della media dell’area dell’euro nel 2022, e ben superiore a quella di Germania e Francia; per il 2023, invece, a fronte della prevista recessione nei paesi dell’euro la lieve espansione attesa per il territorio emiliano-romagnolo si allineerà a quella della Spagna, sfuggendo se non altro alla pesante recessione che colpirà la Germania.
Quest’anno l’aumento dell’inflazione, dovuto in particolare ai costi dell’energia, al di là delle difficoltà nelle catene produttive, giungerà quasi a fermare la ripresa dell’attività nell’industria (+0,6%), mentre la crescita proseguirà solo leggermente più contenuta per quanto riguarda i servizi (+4,1%) e risulterà ancora decisamente sostenuta nel settore delle costruzioni (+13,8%), l’unico che nel 2020 aveva già ampiamente superato i livelli di attività dell’anno precedente e che ancora oggi continua ad avvantaggiarsi dalle misure statali a favore delle ristrutturazioni edilizie e dai piani di investimento pubblico.
Nel 2023, invece, in Emilia-Romagna la recessione colpirà in particolar modo l’industria (-1,1%) e rallenterà in modo deciso la crescita sia dei servizi che delle costruzioni.
Nel 2022 un aumento dell’occupazione (+0,9%) più rapido di quello della forza lavoro tenderà a ridurre sensibilmente il tasso di disoccupazione, che dovrebbe scendere al 4,8% per risalire solo lievemente nel 2023 (4,9%) sotto la pressione di una ben più sostenuta offerta di lavoro (+0,8%).
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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Continuano gli straordinari successi elettorali dell'area riformista liberaldemocratica,che si ostina a schierarsi sempre indissolubilmente nel campo del centrosinistra senza mai beccare nemmeno un consigliere,cosi' come […]