La commissione politiche per la salute e politiche sociali della Regione Emilia-Romagna ha approvato il piano regionale per il contrasto alle povertà per il triennio 2022-2024. L’assessore alle politiche sociali Igor Taruffi, illustrando il piano, ha spiegato che “c’è bisogno di misure per contrastare la povertà, come il reddito di cittadinanza, così come lo era per il reddito regionale di solidarietà”.
Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, in Emilia-Romagna nel 2020 le richieste erano state 52.000, nel 2021 sono state 45.000, mentre nel 2022 sono già arrivate a quota 39.000, per un importo mensile medio di 494 euro.
Proprio la misura di sostegno e di integrazione al reddito destinata ai nuclei familiari in difficoltà economica ha acceso il dibattito in commissione. Per il consigliere regionale della Lega Daniele Marchetti “a fronte di un 5,3% di famiglie sotto la soglia di povertà, solo un 4% ne usufruisce: è un’anomalia”. Per Luca Cuoghi di Fratelli d’Italia “è un piano importante ma con un difetto: parte da linea guida nazionali che però sono in evoluzione, il reddito di cittadinanza verrà rivisto, servono valutazioni adeguate, l’obiettivo deve essere quello di creare nuovo lavoro”.
Sul fronte della maggioranza, la consigliera Francesca Maletti del Pd ha ammesso: “Siamo consapevoli dei limiti del reddito di cittadinanza, in particolare rispetto alle politiche attive del lavoro”, assicurando però che “tutte queste persone entro fine anno verranno profilate con l’obiettivo di favorire l’inclusione lavorativa, valorizzandone le capacità”. Anche per la consigliera Stefania Bondavalli (lista Bonaccini) il reddito di cittadinanza “è uno strumento con limiti, ma non va abolito: chi è nella disperazione ha bisogno di sostegno, mentre chi può lavorare deve essere affiancato”.
L’assessore Taruffi ha risposto alle opposizioni sulla questione: “Il 60% delle risorse del Rdc va al 70% di italiani, non è una misura che aiuta prevalentemente i cittadini stranieri, che comunque sono persone che pagano le tasse qua. Sarebbe un errore clamoroso eliminare il reddito di cittadinanza”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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