Il Gruppo Meccatronico di Unindustria Reggio, che rappresenta oltre 400 aziende per un totale di circa 27.000 addetti, ha aderito da tempo all’iniziativa nazionale di Federmeccanica “I giorni della metalmeccanica”, che prevede ogni tre mesi l’illustrazione del quadro congiunturale del settore.
L’attività produttiva metalmeccanica, dopo il significativo rallentamento della fase espansiva osservato nel terzo trimestre del 2021, nella parte finale dell’anno ha evidenziato risultati negativi. Il peggioramento risulta ascrivibile in parte a un diffuso rallentamento di tutte le attività metalmeccaniche, ma trae origine soprattutto dai risultati fortemente negativi del comparto degli autoveicoli, che ha fatto segnare un calo di oltre 13 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre del 2020.
Nonostante la flessione registrata nell’ultimo trimestre dell’anno, nel 2021 l’attività metalmeccanica ha evidenziato complessivamente una crescita del 15,9% rispetto all’anno precedente, ottenendo un risultato migliore rispetto a quello (+11,5%) realizzato dall’intero comparto industriale. Queste dinamiche hanno consentito al settore un pieno recupero dei volumi del 2019 (+0,3%), facendo segnare anche in questo caso un risultato migliore rispetto a quello dell’industria nel suo complesso, che non è riuscita ancora (seppur di poco: -0,6%) a tornare ai livelli pre-pandemia.
In linea con quanto rilevato per l’intera economia italiana, nel 2021 le esportazioni metalmeccaniche sono cresciute mediamente del 18,4% rispetto al 2020, con risultati tendenziali costantemente positivi nel corso di tutto l’anno, seppur in deciso rallentamento nell’ultimo trimestre.
Sul fronte occupazionale, invece, le imprese metalmeccaniche hanno fatto registrare un trend crescente nella prima parte del 2021, seguito però da un’inversione di tendenza negli ultimi cinque mesi dell’anno.
Per quanto riguarda il 2022, nel primo scorcio dell’anno gli indicatori di previsione lasciano presupporre un ritorno alla fase espansiva osservata fino al terzo trimestre dello scorso anno. Le attese delle imprese, tuttavia, sono fortemente condizionate da diversi fattori negativi, tra cui la dinamica dei prezzi delle materie prime e dell’energia e le politiche monetarie delle banche centrali; sugli scenari futuri, inoltre, pesano l’evoluzione della pandemia di nuovo coronavirus ma soprattutto le ripercussioni economiche della guerra in Ucraina.
A livello locale nel 2021 la produzione delle imprese metalmeccaniche reggiane è cresciuta del 20% rispetto all’anno precedente, un risultato che ha consentito di recuperare completamente rispetto al crollo osservato durante la fase più acuta della pandemia. Questa ripresa, concentrata in particolare nei primi nove mesi dell’anno, oltre che da un miglioramento della domanda interna è stata favorita da una rilevante ripresa dell’export, cresciuto in media del 29,9% rispetto allo stesso periodo del 2020. Una parte significativa di questo incremento è però imputabile a una forte crescita dei valori medi unitari, che hanno contribuito in maniera sostanziale anche all’aumento delle importazioni (+51,3%).
Nel quarto trimestre dell’anno quasi tutte le aziende reggiane hanno dovuto fare i conti con ulteriori rincari dei prezzi delle materie prime, ed è salita la percentuale delle imprese che hanno lanciato l’allarme sulle difficoltà di approvvigionamento. L’andamento dei prezzi delle materie prime si sta ripercuotendo inevitabilmente anche sui prezzi alla produzione dei prodotti industriali: lo scorso anno l’aumento medio per il settore metalmeccanico, che è il maggior utilizzatore di metalli, è stato pari a +7,8%. Queste dinamiche stanno avendo un impatto negativo anche sulla competitività di molte imprese e stanno fortemente ridimensionando i margini di profitto, ulteriormente erosi dall’incremento dei costi dell’energia.
Le prospettive a breve termine, in ogni caso, indicano un nuovo miglioramento all’orizzonte già a partire dai primi mesi dell’anno in corso, dopo il calo della parte finale del 2021. Nel dettaglio: il 35% delle imprese reggiane intervistate prevede un portafoglio ordini in miglioramento, il 33% ipotizza incrementi di produzione, il 36% progetta di aumentare i propri livelli occupazionali nei prossimi sei mesi, mentre solo il 2% prevede un ridimensionamento della forza lavoro.
Le attese delle imprese, come ha sottolineato il presidente del Gruppo Meccatronico reggiano Alberto Rocchi, “sono comunque fortemente condizionate da molteplici fattori ma soprattutto dalle conseguenze economiche del conflitto Russia-Ucraina, che ha inasprito la spirale dei prezzi dei prodotti energetici e delle materie prime, comportando sanzioni che avranno contraccolpi sull’economia mondiale”. Per Rocchi “è quanto mai necessario che siano previsti interventi straordinari da parte del governo per affrontare con reattività ma anche con visione questa fase. Occorre trovare soluzioni che siano in grado di fornire risposte nell’immediato, ma che affrontino allo stesso tempo i problemi strutturali come quelli energetici e di disponibilità delle materie prime, come la componentistica attiva dell’elettronica, problemi che zavorrano oggi la crescita e la competitività delle nostre imprese”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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