Nel 2021 è stata soprattutto la manifattura a trainare la ripresa dell’economia reggiana, che lo scorso anno ha registrato un incremento del Pil dell’8%. Secondo i dati congiunturali elaborati dalla Camera di commercio di Reggio, a livello provinciale la crescita su base annua della produzione industriale è stata pari al 12,5%, un dato di un punto superiore a quello rilevato dall’Istat a livello nazionale (+11,5%).
Se per quanto riguarda il futuro restano tutte le incognite e le criticità legate agli approvvigionamenti e ai rincari delle materie prime (l’energia, in primo luogo) e alle conseguenze della guerra in Ucraina, il 2021 si è chiuso all’insegna di una crescita rilevante i cui segnali si erano già manifestati nel primo trimestre (+4%), che è esplosa nel periodo compreso tra aprile e giugno (+21,2%, dato però confrontato con la peggior flessione trimestrale registrata nel 2020) e che si è attestata poi al +12,9% nel terzo trimestre dell’anno.
Nel 2021, dunque, la produzione industriale reggiana ha invertito non solo l’inevitabilmente ribasso del 2020, ma anche la tendenza al calo che aveva segnato tutto il 2019, annata chiusa con il segno negativo (-2,2%).
Nell’ultimo trimestre dello scorso anno, ha sottolineato il commissario straordinario della Camera di commercio reggiana Stefano Landi, “l’incremento della produzione si è attestato al 12,1%; un valore rilevante, specie se si considera che il raffronto avviene con un analogo trimestre 2020 che aveva fatto segnare la minor flessione periodica in assoluto, ma sul quale hanno inciso anche i primi aumenti dei nuovi costi a carico delle imprese, determinando un risultato inferiore alla media annuale”.
Insieme alle incognite legate al conflitto in Ucraina e ai meccanismi sanzionatori a carico della Russia, ha osservato Landi, “credo che questo evidenzi ulteriormente l’attenzione e il bisogno di interventi che il governo deve riservare al sistema industriale, sul quale si sono già scaricati nuovi rilevanti costi di approvvigionamento dell’energia e di altri beni i cui costi sono influenzati dagli appesantimenti delle bollette energetiche”.
Tornando ai consuntivi del 2021, nell’ultimo trimestre dell’anno passato sono emersi incrementi della produzione molto consistenti per l’industria delle materie plastiche (+17%), per le imprese elettriche ed elettroniche (+14,9%) e per il settore della metalmeccanica (+14,3%); andamenti decisamente più modesti, invece, per l’industria alimentare (+1%) e per la ceramica (+2,5%).
In termini di valore, la produzione del terzo trimestre del 2021 ha fatto segnare una crescita del fatturato pari al 13,5% (un punto in più rispetto al dato quantitativo), con +12,5% per quello relativo all’estero. Importanti anche le variazioni sulla raccolta di nuovi ordinativi: +12,3% su base annua per il mercato interno, +10,4% per quello estero. Il grado di utilizzo degli impianti è salito al 75,1% nel quarto trimestre dell’anno, crescendo sia rispetto a dicembre 2020 (quando era a quota 72%) che a dicembre 2019 (74,7%).
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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